Accadeva 40 anni fa/25 febbraio 1982: rapinatori scatenati assaltate gioielleria e macelleria. Forum su libertà di stampa


Fa freddo, ma via Manzoni è pur sempre la centralissima della città, sulla quale si affacciano negozi a destra e a sinistra. La gente passa, osserva le vetrine, si sofferma, commenta. E prosegue. In apparenza è tutto tranquillo, tutto normale. Nessuno si immagina che dentro uno di quei negozi, l'oreficeria e orologeria, c'è una rapina in corso con tre banditi armati di pistola, violenti, pronti a sparare, ma anche esperti, professionisti, capaci di incutere terrore e di scegliere gli oggetti più preziosi. Cinque minuti, forse qualcuno di più. Poi i titolari e un paio di clienti vengono chiusi in uno stanzino e i tre malviventi escono con la borsa sportiva colma di gioielli e pezzi rari d'orologeria. Nessuno nota qualcosa di anomalo. Né che tre individui salgono su un'auto e se ne vanno. Soltanto quando uno dei clienti riesce a liberarsi e il titolare fa scattare l'allarme i passanti si rendono conto che qualcosa di grosso è accaduto. Arrivano a sirene spiegate una gazzella e il pulmino dell'Arma da via Verdi. Tutto inutile. Bottino un centinaio di milioni.

Il maresciallo Guido Scarpa


Sono passati cinque mesi da quando il Consiglio comunale di Merate ha approvato con voto unanime la proposta della Legione Carabinieri di Milano, gruppo di Como, di istituire una tenenza a Merate. La situazione, del resto, è davvero precaria. E ben diversa rispetto ad oggi. Anche se il tasso di sicurezza tra 40 anni fa e oggi non è marcatamente cambiato in meglio. Interessante però rileggere quello che aveva detto allora il maresciallo Guido Scarpa, comandante la stazione CC di via Verdi a Merate: "La carenza di organico è da sempre uno dei problemi più gravi. L'istituzione di una tenenza col conseguente rafforzamento in termini di uomini e mezzi renderebbe possibile un servizio di prevenzione che, in una zona tanto ampia, oggi, è quasi impossibile da esercitare. Devo aggiungere che una grossa mano potrebbe darla la polizia urbana se il numero dei vigili non fosse così esiguo. Tre agenti sono davvero pochi per una città come la nostra che ormai conta quasi 14mila abitanti". Notare i numeri: carabinieri una dozzina, vigili 3. Un numero enormemente inferiore a oggi con la Compagnia che conta una quarantina di militari e la P.L. con una decina di agenti.


Con la stessa dinamica e la medesima freddezza due giovani col volto coperto da passamontagna irrompono in un grande negozio di carni a Cernusco. Armi in pugno si fanno consegnare dai titolari i soldi nelle casse, circa dieci milioni di lire. Momenti di tensione quando un commesso azzarda un minimo di resistenza: "Stai fermo se no ti ammazzo" gli urla uno dei due puntando l'arma. Un'azione velocissima poi la fuga a bordo di una Alfetta grigia risultata rubata, in direzione di Montevecchia. Inutili le ricerche dei carabinieri. Per molti lettori i nomi contenuti nella tabella non dicono nulla. Sono consiglieri comunali in carica quell'anno, il 1982, alcuni dei quali come l'ing. Luigi Zappa hanno segnato l'epoca della ricostruzione cittadina. Molti ci hanno già lasciati, altri sono ancora con noi, tornati anonimi nelle proprie abitazioni. Ma a queste persone - note o non note - tutti noi cittadini di Merate dobbiamo qualcosa per l'impegno che hanno profuso in lunghi anni di attività pubblica per il bene della città.



Momenti difficili per le grandi aziende. Nel territorio è il Catenificio a destare maggiore preoccupazione. Si parla di un centinaio di licenziamenti. Ai cancelli ci sono gli operai dei turni che si alternano scioperando la prima ora. In campo c'è l'assessore regionale Moroni e i sindaci di Merate, Cernusco e Osnago. Le trattative per il ricorso alla cassa integrazione sono serrate. Per di più si teme che lo smobilizzo dello stabilimento di Merate sia propedeutico al cambio di destinazione urbanistica in residenza per cui la Federazione dei metalmeccanici  ha chiesto al Comune di bloccare qualsiasi procedura in tal senso. In realtà poi il Catenificio si trasferirà nella più comoda e ampia sede di Cernusco e la storica sede di via Fiori sarà abbattuta per fare posto a un parcheggio (Piazza don Minzoni) e a residenza e terziario.

Metalmeccanici in piazza


Logorato forse dal tempo una rotaia di circa uno metro si stacca dalla sua sede all'altezza della stazione di Cernusco. Il colpo era stato avvertito dal macchinista del convoglio 7567 partito da Cernusco. Il ferroviere allarmato per quel rumore sordo allertava subito i dirigenti della stazione di Usmate-Carnate da cui stava partendo il 3710 diretto a Sondrio con l'ordine di procedere con marcia cautelativa. Ma a un centinaio di metri il macchinista si è accorto della mancanza di un pezzo di rotaia così ha invertito la direzione tornando a Usmate. In un paio d'ore i tecnici hanno ripristinato il binario e prima di sera la circolazione è ripresa regolarmente. Ma se il macchinista del primo convoglio non avesse allertato i dirigenti un deragliamento sarebbe stato più che probabile. Con tutte le conseguenze del caso.

Una squadra impegnata nella sostituzione del binario "saltato". Sotto i pendolari in attesa


40 anni fa la Cooperativa lago di Sartirana, dopo aver effettuato parecchi lavori al bacino della frazione si è messa al lavoro per bonificare lo stagno di san Rocco ridotto - come oggi - a una palude. Col contributo del comune di venti milioni e una squadra di volontari lo stagno è stato quasi svuotato, il fondo è stato dragato e sono stati asportati i rifiuti gettati inopinatamente nelle acque tra cui diverse targhe di auto risultate rubate. Poi è stato ripulito anche il torrente che esce da Sartirana e alimenta San Rocco. Dopodiché è stata reimmessa acqua pulita e lo stagno è tornato a disposizione di cittadini e pescatori.

Una bella immagine degli alunni delle "Dame Inglesi" in vista al nuovo negozio di panetteria di via Manzoni "Il Fornaio di Franca e Alvaro Pirovano".


Il boom del totocalcio contagia anche i meratesi che ogni sabato prendono d'assalto le ricevitorie. Alla Pianta - dice Enza Sala - si giocano mediamente 4.000 colonne per un totale di 350 persone; al Castello - aggiunge Pino Pesola - si arriva a 8.000 colonne per circa 500 giocatori a settimana. Difficile dire quanti "sistemisti" e quanti "cavalieri solitari" delle 2 colonne vi siano. Di certo ci sono giocatori che arrivano a spendere un milione per tentare la fortuna.


Pino Pesola e Enza Sala



Il 20 febbraio grazie all'organizzazione del Comitato provinciale di Lecco e delle sezioni locali della democrazia Cristiana si svolge un interessante convegno sulla libertà di stampa, nel salone dell'oratorio Manzoni di Merate. I relatori sono tutti giornalisti noti: ospite d'onore Gustavo Selva, di cui si ricorderà la trasmissione Radio belva. Moderatore della serata il sen. Cesare Golfari. A Battista Albani il compito di aprire i lavori portando il saluto della città ai giornalisti presenti: Antonio Alberti de Il Giorno, Gianni de Simoni de La Provincia, Luigi Crimella del Resegone, Marco Calvetti del Giornale di Lecco e Antonio Risolo del Giornale di Merate. Un dibattito animato sul presente e sul futuro della stampa nazionale e locale. Buon pubblico attento. Una di quelle serate che servirebbero anche oggi con un'informazione confusa tra giornalismo, social e leoni da tastiera.

Calvetti, Alberti, Selva, Golfari, De Simoni, Crimella e Risolo

Risolo, Zappa, Selva

L'intervento di Giovanni Battista Albani

 

Antonio Cova e don Felice Viasco

Al centro il sindaco di Montevecchia Eugenio Mascheroni

Alla presenza di tutti i sindaci del meratese un gruppo di genitori avanza la proposta di realizzare un istituto scientifico a Merate, accanto al plesso delle commerciali. Sono tantissimi i ragazzi iscritti al liceo scientifico costretti a spostarsi a Lecco o a Monza per seguire le lezioni. Merate può ben pretendere una sede liceale. La richiesta minima è di aprire una sezione del Tommaso grossi di Lecco. Ma molti sindaci sono concordi nel ritenere che si debba aprire una trattativa con la Provincia per ottenere il Liceo.
"Un secolo intero di storia che viene affidato al giudizio degli studiosi e ancor più al giudizio di Dio". Così don Luigi Stucchi direttore del settimanale cattolico Il Resegone alla festa dei cento anni della testata festeggiati il 17 febbraio. Per moltissimi anni distribuito attraverso la buona stampa il Resegone è stato lo strumento più diffuso di informazione provinciale. Purtroppo la crisi dell'editoria che ha colpito e sta colpendo duro il settore ha costretto la Curia a chiudere il glorioso giornale.

25/continua

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