Sulla revoca a Robbiani e la scelta di Tamandi
L'articolo del Direttore sul contorsionismo lessicale del segretario della Lega cittadina offre un interessante spunto di riflessione su quello che gira attorno la revoca delle deleghe ad Andrea Robbiani e la scelta di Fabio Tamandi come neo assessore all'ecologia.
Mancano due anni alle elezioni, giorno più giorno meno. In tema di ecologia e gestione dell'ambiente il lavoro fatto da Robbiani non è di poco conto è di fatto è pressoché completato. Manca la sistemazione naturalistica dello stagno di San Rocco. Ma non è opera così impegnativa.
Tamandi trova tutto pronto. Nei prossimi due anni dovrà solo gestire senza troppi sforzi quanto già in essere.
Secondo: ha l'attività in viale Verdi, ed un assessore/commerciante del posto con la prospettiva dell'avvio lavori imminente, non guasta. Farà da filtro e raccordo tra la categoria e l'amministrazione.
Terzo: su questa operazione c'è lo zampino politico di Mauro Piazza. Via un leghista duro e puro, diretto nella sostanza e nei modi e perciò scomodo, dentro un moderato dell'area di centro, che in questo momento ed in prospettiva di un ampio riequilibrio strategico e dirigenziale, anche in previsione delle prossime elezioni politiche e regionali, male non fa.
Come potrebbe un neo nominato assessore guardare ad un orizzonte diverso da quello in cui è collocato chi ne ha agevolato la nomina ?
Con buona pace del segretario Lana e di chi pensa ancora alla lega di lotta e di governo all'interno di una sezione che sezione non è.
Mancano due anni alle elezioni, giorno più giorno meno. In tema di ecologia e gestione dell'ambiente il lavoro fatto da Robbiani non è di poco conto è di fatto è pressoché completato. Manca la sistemazione naturalistica dello stagno di San Rocco. Ma non è opera così impegnativa.
Tamandi trova tutto pronto. Nei prossimi due anni dovrà solo gestire senza troppi sforzi quanto già in essere.
Secondo: ha l'attività in viale Verdi, ed un assessore/commerciante del posto con la prospettiva dell'avvio lavori imminente, non guasta. Farà da filtro e raccordo tra la categoria e l'amministrazione.
Terzo: su questa operazione c'è lo zampino politico di Mauro Piazza. Via un leghista duro e puro, diretto nella sostanza e nei modi e perciò scomodo, dentro un moderato dell'area di centro, che in questo momento ed in prospettiva di un ampio riequilibrio strategico e dirigenziale, anche in previsione delle prossime elezioni politiche e regionali, male non fa.
Come potrebbe un neo nominato assessore guardare ad un orizzonte diverso da quello in cui è collocato chi ne ha agevolato la nomina ?
Con buona pace del segretario Lana e di chi pensa ancora alla lega di lotta e di governo all'interno di una sezione che sezione non è.
Paolino