Valletta: in memoria degli eroi Borsellino e Falcone, gli studenti ricordano le stragi di mafia

Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini. E grazie al progetto portato avanti nel corso di quest'anno scolastico, anche i ragazzi delle classi terze dell'Istituto Pointinger di La Valletta Brianza porteranno avanti l'importanza della legalità e dell'integrità morale.

L'assessore Raffaele Cesana e il dirigente scolastico Paolo D'Alvano

Domenica 15 maggio, infatti, gli studenti - insieme ai loro insegnanti di Lettere, Claudia Fumagalli, Laura Brambilla ed Emanuele Fumagalli - hanno avuto modo di presentare alla cittadinanza il risultato di mesi di lavoro, che ha preso il via dalla lettura del libro "Per questo mi chiamo Giovanni", di Luigi Garlando. In collaborazione con l'Unione dei Comuni della Valletta, che ha fortemente promosso l'appuntamento, dal titolo "Il coraggio di ogni giorno", grandi e piccini hanno commemorato i trent'anni dalle stragi di Capaci e di via D'Amelio, in cui persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la moglie di Falcone Francesca Morvillo e gli agenti delle due scorte - citati uno ad uno - Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro,  Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. 

I professori delle tre classi: Emanuele Fumagalli, Laura Brambilla e Claudia Fumagalli


A fare gli onori di casa è stato l'assessore all'istruzione Raffaele Cesana, promotore dell'iniziativa, che ha ringraziato di cuore tutti i presenti. "Innanzitutto, grazie a voi genitori, che con la vostra presenza date un segnale forte di apprezzamento per questo progetto, iniziato a novembre, che ha preso forma con il trascorrere dei mesi". Le tre classi, infatti, - 3^ A, B e C - hanno realizzato dei lavori diversi a seconda della proposta dell'insegnante, accomunati dall'entusiasmo e dalla voglia di mettersi in discussione. "Grazie all'Istituto Pointinger e al dirigente scolastico, il dottor Paolo D'Alvano, ai professori, a don Paolo per aver messo a disposizione gli spazi dell'oratorio e del salone don Gaspare, agli Alpini che sono sempre pronti a darsi da fare" ha continuato Cesana, sottolineando come, a distanza di 30 anni, chi c'era ricorda ancora la sensazione di vuoto e di sgomento provata nei giorni delle stragi. "Come comunità educante, abbiamo il dovere di continuare a proporre quelli che sono i valori fondanti della democrazia: l'onestà, la correttezza, l'integrità morale contro ogni violenza e ogni sopruso". A prendere la parola è stato poi il preside, Paolo D'Alvano, che si è focalizzato sull'importanza della scuola nel contesto del ricordo delle stragi di stampo mafioso. "Ribellarsi ai soprusi è anche un fatto culturale:  la scuola è un'agenzia educativa e il non sottostare ai ricatti delle associazioni mafiose non può essere delegato solamente all'opera valorosa ed eroica di magistrati e forze dell'ordine, ma deve passare da noi stessi". Citando Pietro Grasso, la docente Claudia Fumagalli ha spiegato: "La Cultura della legalità è qualcosa di più della semplice osservanza delle leggi, è un sistema di principi, di idee, di comportamenti, che deve tendere alla realizzazione dei valori della persona, della dignità dell'uomo, dei diritti umani, dei principi di libertà, eguaglianza, democrazia, mirabilmente enunciati nella Costituzione, che devono però trovare costante attuazione come metodo di convivenza civile, come un patrimonio insostituibile da difendere e da rafforzare da parte di tutte quante le componenti sociali". 

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Dopo la consegna di tre attestati, distribuiti ai ragazzi dal presidente dell'Unione Marco Panzeri, l'assessore Cesana e  Giampietro Marini in rappresentanza del comune di Santa Maria Hoè, l'iniziativa è entrata nel vivo.  Tre classi, tre percorsi differenti presentati dunque in una sorta di mostra itinerante che ha permesso a tutti di assistervi in momenti diversi. La 3^A, con la prof. Fumagalli, si è esibita in uno spettacolo teatrale ispirato proprio al libro di Luigi Garlando, che narra la storia di Falcone attraverso le parole di un padre e un figlio, residenti proprio a Palermo. La 3^B, invece, guidata dalla docente Laura Brambilla, ha coinvolto i presenti in una lettura animata di due storie per bambini, a dimostrazione che la legalità può essere interiorizzata sin da piccoli, e in una spiegazione del romanzo attraverso gli occhi degli studenti, che hanno messo per iscritto su dei fogli i loro pensieri. Al centro dell'oratorio, infine, è stato sistemato un gigantesco albero stilizzato con le facce di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, dove i ragazzi della 3^C con il prof. Emanuele Fumagalli hanno riportato le frasi più significative del libro, mettendo poi in scena sette scenette sulla legalità.

Una mattinata decisamente riuscita, dunque, da cui i presenti sono usciti arricchiti e commossi. I ragazzi, chi timidamente e chi con grande entusiasmo, hanno dimostrato di aver interiorizzato in pieno il messaggio trasmessogli dai docenti, che porteranno avanti una volta cresciuti poiché, come ha scritto Garlando, "la speranza, una volta accesa, non si spegne più. Non lasciarti ingannare dalle foto di Capaci: la storia che ti ho raccontato è la storia di un eroe vittorioso. Perché Giovanni ha vinto. Anzi, ha stravinto... Oramai dovresti averlo capito".
G.Co.
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