Con ''La Semina'' presentazione del romanzo di Giampietro Elli

Giovedì 12 alle ore 20:45 incontro con Giampietro Elli per partecipare alla presentazione del romanzo: "L'ultima vita - Margot e i suoi demoni".

In streaming agli indirizzi:Facebook (https://www.facebook.com/laseminaofficial) e Youtube (https://www.youtube.com/channel/UCj0Hp6KG9k7glqlAp8cHxFw) de "la Semina".

Una discesa agli inferi fra delitto, colpi di scena, rivelazioni sconcertanti. Un romanzo sul senso di colpa, un romanzo mistico. O un innamoramento. "Sapeva trascinare il desiderio allo scoperto - in mare aperto - dove i sensi si disorientano e dunque sono più accesi, più vigili, più acuti".

La prendo corta, la prendo stretta. Partiamo da Platone di cui del resto è stato detto che tutto il pensiero occidentale non è che una nota a margine della sua filosofia. Platone non amava l'arte perché non è che la copia di una copia: la realtà, pallido riflesso del mondo ultrasensibile, il mondo delle idee. La scrittura era sì un farmaco dell'anima, una specie di protesi per assistere la memoria, ma un linguaggio cieco e muto con il quale non c'è dialogo (infatti le sue verità filosofiche non sarebbero quelle scritte bensì quelle omesse, riservate alla comunicazione orale).

Si annida qui il mio disagio. Vorrei invece che la scrittura offrisse opportunità di dialogo e di interazione. La scrittura più forte e incisiva è quella commentata, che non si esaurisce con il libro, ma lo riecheggia.

"Sono gli altri che fanno di te uno scrittore. L'atto fondamentale, dopo aver scritto qualcosa, è farlo leggere a qualcun altro. La differenza decisiva è fra zero lettori e uno. Molto più grande di quella che intercorre fra un solo lettore e 100 lettori". (Michel Houellebecq)

Nasce qui l'ultimo mio libro, che è il mio primo romanzo. Nasce con una storia che ha un epilogo e una morale - se mi slaccio dal pudore dovrei parlare di romanzo filosofico, non a caso nell'ultimo capitolo si cita Jean Paul Sartre. Ma è anche una storia che s'interroga e interroga. Si chiede per esempio dove ristagni il senso di colpa e come possa essere risvegliato e convertito in riscatto. E si chiede anche cosa possiamo fare per gli altri, a cosa
siamo disposti a rinunciare.

L'ultima vita - Margot e i suoi demoni è un romanzo sul senso di colpa e dunque mistico, profondamente mistico, perché soltanto nella ricerca senza ritegno dei valori elementari possiamo cogliere fino in fondo il senso della miseria umana e del suo perdono. Ma non è un esercizio di filosofia. Non si tratta di un saggio. Nel romanzo c'è delitto e c'è innamoramento e insomma la letteratura, la letteratura che - come sempre - provvede a cercare il lettore, il dialogo come dicevo prima.

Lo cerca nei territori comuni dove - immancabile, inevitabile, necessario - c'è
l'innamoramento. L'ultima vita è un romanzo sul senso di colpa, un romanzo mistico e il romanzo di un innamoramento che finisce prima ancora di iniziare. E dunque mi interessa capire le diverse interpretazioni. Vorrei che ciascun lettore mi comunicasse la sua interpretazione perché in fin dei conti i personaggi non appartengono a chi li tratteggia.

"Non c'è alcuna struttura nei miei romanzi, lascio che siano i personaggi a portare la storia dove vogliono". Succede così. E infatti il romanziere non smetterebbe mai la narrazione se non subentrasse il rigetto: "Il processo di correzione potrebbe durare all'infinito; un romanzo è chiuso quando mi ha stufato; so che a quel punto se continuassi a intervenire potrei solo peggiorare le cose". (Michel Houellebecq)

C'è un punto dunque in cui la letteratura rinuncia e si consegna. E lascia qualcosa, spero, di chi la scrive. L'onestà anzitutto. In cambio credo di avere cercato solo l'indulgenza del lettore. Ho pubblicato tre libri in due anni incalzato da un'urgenza recondita probabilmente.

C'è tempo per tutto è una raccolta che contiene fra i miei scritti migliori, come pacificati, meglio riusciti dal punto di vista squisitamente tecnico. E' stato pubblicato un anno e mezzo fa.

Indecenze è una raccolta complessa, visionaria, sofferta. Quasi privata: infatti nella foto di copertina c'è un sottoscritto giovane, già figlio e non ancora padre (nel primo brano c'è mio padre, nell'ultimo mio figlio) È il libro che ha inaugurato la recente vena creativa animata di urgenza. L'urgenza di lasciare qualcosa: non certo una guida o un ammonimento ma una testimonianza di vita. Non a caso è venuto alla luce all'indomani di una sentenza: quella di una malattia inguaribile che mi aspetta da qualche parte nel mio - spero non prossimo - futuro. Allora scrivere non è che una testimonianza. Umile, private,
ma necessaria.

In streaming agli indirizzi:Facebook (https://www.facebook.com/laseminaofficial) e Youtube (https://www.youtube.com/channel/UCj0Hp6KG9k7glqlAp8cHxFw) de "la Semina"

La conferenza verrà registrata e resa disponibile sul canale YouTube dell'associazione.

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