Olgiate: volontari al lavoro sul Monte di brianza
C'è un posto che un tempo era conosciuto come "ul Chignö", il cuneo; si tratta di una sorta di promontorio che separa, incuneandosi appunto, tra due valli dove scorrono due rami secondari del torrente Molgora, uno che scende da Cagliano, l'altro da Campsirago.
Volontari alle prese con la realizzazione dei gradini
Qui c'era la "Cascina Chignolo", un tempo usata per il ricovero del bestiame durante il periodo estivo di pascolo. Ora rimane solo un rudere in mezzo a montagne di rovi.
Lì vicino si trova il manufatto, composto da una serie di vasche di decantazione, dove veniva raccolta l'acqua che, incanalata, serviva la frazione di Mondonico di Olgiate Molgora.
I ruderei dei morti del secaù prima e dopo l'intervento
Arrivare in questi luoghi, come si diceva, non è facile, ma i volontari dell'associazione AVAIB di Olgiate Molgora anche domenica 10 maggio hanno continuato testardamente la loro opera per mantenere accessibili i due siti.
Un altro intervento effettuato dai volontari AVAIB, sempre domenica 10, è stato la pulizia del vecchio insediamento conosciuto come "I mort del secaù", i morti dell'essicatoio.
Anche questo consiste in un ammasso di ruderi, che lasciano pensare all'esistenza di 5/6 caselli, usati un tempo per il ricovero di bestiame e per l'essicazione di castagne.
A sinistra i ruderi di cascina Chignolo e a destra le vasche di decantazione del vecchio acquedotto
Il posto si trova sopra Monasterolo, guarda caso in una posizione ben soleggiata, sopra un promontorio che separa il valle della Corna da un altro valle secondario che scende sopra Porchera.
Intorno a questo sito si sono sviluppate diverse leggende che, un giorno, si spera, qualcuno possa condividere attraverso una pubblicazione.