Ho già avuto modo di raccontare dentro questa rubrica quanto spesso la scrittura sia stata di grande supporto per me, in quei giorni durante i quali cercavo ostinatamente di dare un senso agli eventi più o meno faticosi che hanno attraversato la mia vita. Uno di questi, è stata la perdita della mia mamma, avvenuta 10 anni fa per una terribile malattia. Nei giorni difficili di accudimento, giorni intrappolati tra la disperazione e la speranza, ho messo per iscritto parole che come scialuppe di salvataggio mi hanno aiutata a non annegare in quel mare di dolore. Quando ho saputo che l’associazione “Noi,amici dell’hospice e dell’ospedale di Eboli”, aveva organizzato il concorso “Le parole che non ho detto”, ho pensato che non avrei potuto trovare mani migliori alle quali affidare il mio racconto, convinta come loro, che non ci sia nulla di più prezioso di un’esperienza condivisa, per alleviare e consolare chi la scrive e chi la legge. Oggi a quasi due anni da quel giorno, sono accadute due cose importanti:
1 Mi sono classificata prima
2 La mia storia assieme a quella di altri partecipanti, è diventata un antologia i cui proventi della vendita andranno a sostenere questa preziosa realtà.
“C’è solo un luogo nel quale paradossalmente la gioia e il dolore possono convivere ed è la nostra vita”.
Nel giorno in cui si celebra la festa della mamma, desidero condividere il racconto con il quale ho vinto il concorso e lo voglio dedicare alle vostre mamme, cari lettori, mamme di cuore, di pancia, mamme imperfette, mamme impegnative, mamme inconsapevoli di aver fatto la storia, e di aver provato in qualche modo a cambiare il mondo. Abbiatene cura finché vi sarà concesso di poterlo fare.
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Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo