Merate: lo scontro Panzeri-Robbiani è solo la punta dell’iceberg. La maggioranza va a pezzi e il sindaco è sempre più isolato
Era solo questione di tempo. E di trovare un buon pretesto. E Andrea Ambrogio Robbiani, il pretesto glielo ha fornito su un piatto d'argento. Avrebbe potuto dichiararsi soddisfatto per l'approvazione unanime del piano di gestione della riserva lago di Sartirana, un risultato tutt'altro che scontato. Invece non ha resistito alle risibili parole del consigliere Roberto Perego.
Provocatorie certo ma che l'Assessore avrebbe potuto e dovuto lasciare scivolare sul piano inclinato dell'indifferenza. Invece si è scatenato non sentendosi minimamente difeso dal suo sindaco. Dando così a costui il pretesto a lungo cercato per togliergli le deleghe. Di solito la squadra fa quadrato, poi, in privata sede, se necessario il capo squadra assesta un calcio a chi lo ha meritato. Il sindaco, al contrario, il calcio lo ha assestato in pubblico al suo Assessore, togliendogli la parola. E, 48 ore dopo, anche le deleghe.
Risultato? L'assessorato strategico all'ambiente e innovazione è vacante e rischia di finire, per ragioni di coerenza politica, ad un leghista, Paolo Centemero o Alessandro Vanotti. Oppure a un esterno. E il grande piano di intervento sulla riserva minaccia di subire una pesante battuta d'arresto.
Davvero un bel risultato. Senza considerare che ora Robbiani è davvero un battitore libero e esperienza e dialettica lo rendono assai più pericoloso della debolissima minoranza. La quale, ce lo lascino dire, non ha nemmeno tentato di introdursi a cuneo in questa spaccatura limitandosi a registrare le parole di solidarietà espresse al consigliere Perego.
Povera politica, ridotta davvero a bassa portineria.
In tanti anni di cronaca locale - e di sindaci ne abbiamo visti, osservati e descritti - mai ci era capitato di assistere a un tale declino istituzionale, all'uso spregiudicato della carica, all'inettitudine di fronte a questioni di primaria importanza, come le sorti del nostro ospedale.
Siamo arrivati alla revoca delle deleghe a un assessore senza nemmeno un "passaggio" consultivo in Giunta, per verificare l'assenso o il dissenso degli altri membri del "governo" cittadino. Un provvedimento che a memoria non fu mai assunto da Giuseppe Ghezzi, Giacomo Romerio, Mario Gallina, Dario Perego, Giovanni Battista Albani, Andrea Ambrogio Robbiani e Andrea Massironi, ossia i sindaci che hanno governato la città dal 1975 al 2019.
Siamo alla gestione pret-à-porter del "potere". Purtroppo però quando cade il velo dell'Istituzione con la I maiuscola dilaga la chiacchiera e la maldicenza. Solo la chiarezza può battere la cosiddetta "voce di popolo" Per quanto si dice sia spesso anche la voce di Dio.
Claudio Brambilla