Ospedale Mandic: a maggio una sola seduta operatoria per specialità. A Lecco 11. Incertezza sul numero di sedute estive

A non avere contezza dell'inarrestabile declino del San Leopoldo Mandic, ormai, sono rimasti sono gli amministratori locali, i sindaci, per intenderci a partire da quelli di Merate e Casatenovo. Ma il secondo appare sempre meno interessato perché, oggettivamente, il nuovo presidio di Oreno è a pochi minuti d'auto percorrendo la SP 51, poi ci sono Carate, Desio, Seregno, tutti con una specializzazione che li mantiene attrattivi, tutti afferiti all'ASST Brianza di cui il San Gerardo è l'ospedale hub. Spetterebbe al primo, cioè a Massimo Panzeri, prendere a cuore il problema...

Così le sorti del Mandic sono affidate a gruppi volontari per lo più ignorati dalla Direzione aziendale. Invece, per la prima volta, a quanto trapela, il futuro dell'ospedale è stato al centro di un preoccupatissimo vertice tra i primari. Come sempre si sa poco, soltanto indiscrezioni e del resto i primari del Mandic sono stati a lungo del tutto indifferenti rispetto alle criticità sollevate di volta in volta se non addirittura correi della Direzione strategica (si ricorda una presa di posizione che alla luce di oggi appare a dir poco ottimista CLICCA QUI per leggere la lettera del 20 settembre 2019).

Comunque meglio tardi che mai, come usa dire. E del resto di fronte alle nuove disposizioni restare immobili è impossibile. Dunque dal 1° maggio le sedute operatorie sono ridotte a una la settimana per specialità. E probabilmente dal 1° luglio le sale operatorie resteranno funzionanti solo per emergenze. Interventi in elezione saranno tutti rinviati a settembre.

A Lecco sono previste 11 sedute settimanali. Per poterle effettuare al personale infermieristico è stato chiesto il rinvio delle ferie mentre il personale di Merate che si era reso disponibile a lavorare rischia di rimanere pressoché inattivo.

Per comprendere meglio la situazione si può esemplificare con Ortopedia. Merate, come detto, potrà avere a disposizione la sala operatoria per un solo intervento in elezione la settimana.

Abbiamo verificato la situazione nei presidi vicini. I dati riferiti sono ufficiosi ma le fonti interne sono attendibili. Dunque a Carate sono previste 4 sedute la settimana, a Vimercate 5 e a Ponte San Pietro addirittura 25.

Una "concorrenza" tanto attrezzata funziona anche da attrazione per gli ottimi ortopedici del Mandic. E il rischio che qualcuno si stanchi e decida di andare altrove è alto.

Il perché di questa situazione non è per niente chiaro: se gli altri ospedali riescono a operare è perché non sono privi di anestesisti. L'ASST Lecco ne ha reclutati un gruppo da una società privata al costo di 2,5 milioni di euro per 24 mesi prorogabili di altri 24. E allora perché non sono disponibili per il Mandic?

Il problema vero è che la struttura sanitaria di via Cerri non è più rappresentato da alcun dirigente, e in effetti non ha capidipartimento, non ha il direttore amministrativo dopo il pensionamento di Giacomo Molteni del 2014, l'unico in grado di tenere testa al tavolo del Collegio di Direzione, e ha un direttore medico di presidio nominato e quindi tutt'altro che disposto a combattere in difesa del presidio.

In questo quadro la classe medica e infermieristica non si risparmia per mantenere comunque alto il nome del Santo e attrattivo il presidio che gli è stato dedicato.

Ma fino a quando?

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