Retesalute: Colombo, la Brianza lecchese deve recuperare un forte spirito unitario. Parole sibilline dal sindaco Panzeri


Nell'Assemblea di Retesalute del 27 aprile non si è parlato molto di come organizzare l'erogazione dei servizi. Come già accaduto a più riprese, alcuni sindaci hanno ribadito l'importanza di dare stabilità all'assistente sociale che il proprio Comune ha come punto di riferimento. La discussione sui servizi attivati e da attivare sarà ripresa dall'Assemblea all'illustrazione del bilancio preventivo. Intanto il presidente del CdA Antonio Colombo ha informato che sarà analizzata la piattaforma di servizi del Distretto di Lecco, in forma congiunta con la responsabile dell'Ufficio di Piano, il presidente dell'Ambito e il presidente dell'Assemblea dei soci. L'obiettivo ha spiegato Colombo è di "valutare un ruolo più autonomo e attivo di Retesalute". Un faro in particolare sulla "gestione inseriti dei disabili CSE", sul "servizio inclusione" e sull'inserimento lavoro.

 

Il presidente Colombo, già sindaco di Casatenovo dal 2004 al 2014, ha aggiunto una chiosa politica: "Retesalute deve recuperare quanto prima un ruolo più attivo nel contesto lecchese e ritengo anche che sia interesse del Distretto di Lecco stesso poter contare su una Retesalute più forte. La Brianza lecchese deve recuperare un forte spirito unitario per affermare a pieno il proprio ruolo in tutti i campi (le tradizioni di Zappa e Maldini contano) e, per quanto ci riguarda, nel campo dei servizi socio-assistenziali, socio-educativi e socio sanitari integrati, con la consapevolezza da parte di tutti i Comuni che i servizi alla persona rappresentano una priorità, soprattutto in questo periodo di grave emergenza sociale".

 

Stefano Motta

Un accento sul personale, che vive una fase di difficoltà. Con dato aggiornato ad inizio aprile, Retesalute ha 55 dipendenti e 11 partite IVA. Negli ultimi tre anni c'è stato un tasso di abbandono del 21% e solo nel 2021 del 40%. "Questo è un dato che mi ha sconvolto. L'azienda ha perso il 40% del proprio valore" ha ammesso il presidente del CdA. Pur riconoscendo la cattiva nomea scaturita dallo stato di liquidazione, Colombo ha manifestato particolare attenzione a questo abbandono: "Dovremo valutare attentamente se non ci sono state altre cause e ragioni che hanno portato a questo esodo rilevantissimo". Un concetto ribadito anche quando il sindaco di Calco, Stefano Motta, ha osservato che, dal momento che Retesalute ha rischiato il default, andrebbe considerato che è rimasto il 60% del personale. Colombo ha poi elencato una serie di dati sulla pianta organica: tipologia di contratto (full/part time, determinato/indeterminato/collaborazioni/partite IVA), età media e anzianità di servizio.

 

Il sindaco di Calco ha voluto iniettare un po' di fiducia, palesando un certo orgoglio verso Retesalute: "Serve maggiore consapevolezza del proprio ruolo nell'erogazione dei servizi sociali. Non siamo l'ultima ruota del carro, nonostante le disavventure del recente passato. Non dico che abbiamo qualcosa da insegnare, ma vogliamo rappresentare un valore aggiunto sul territorio". Motta è stato il promotore del gruppo di lavoro per studiare e individuare il modello di welfare che dovrebbe seguire Retesalute. Un obiettivo di "alto profilo", per usare le stesse parole del sindaco calchese, in cui rientra anche la revisione dello Statuto.

 

Sandro Feole

In merito allo statuto un freno, o perlomeno una puntualizzazione, è giunto dal componente del CdA Sandro Feole: "Solitamente prima si cerca di far funzionare l'azienda, poi si ragiona sulla forma che deve assumere lo statuto. Se le aspettative sui servizi sono alte, serve prima un rodaggio, come per le auto in cui prima si testano le gomme e le altre componenti".

 

Massimo Panzeri

La replica a stretto giro del sindaco di Merate Massimo Panzeri è stata enigmatica: "Non è una questione di avere aspettative alte. L'aspettativa è di essere salito sulla macchina giusta. Tra qualche mese vorrei scommettere sull'azienda e poter dire di aver fatto la scelta giusta". E con questa affermazione sibillina è stata la seconda volta durante la serata - una riunione importante per Retesalute, la prima dal rientro in bonis - che Panzeri ha velatamente fatto aleggiare lo scenario del dissesto aziendale. Invitando tutti i Comuni a pagare le fatture secondo le tempistiche corrette, il sindaco di Merate aveva infatti ravvisato che altrimenti Retesalute potrebbe chiudere tra un anno [clicca QUI].

 

Se a pronunciare questi interventi è il presidente dell'Assemblea dei soci - ribadiamo, in una seduta importante - normalmente ci sarebbe da agitarsi. A quello che quantomeno sembrerebbe un timore forte, non si comprende se si tratti piuttosto di una sorta di bluff pronunciato con leggerezza per indurre i propri colleghi e l'organo amministrativo a porre la massima attenzione su ogni singola scelta. Restano in ogni caso delle parole equivocabili, in un momento in cui servirebbe soltanto chiarezza.

Marco Pessina
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