Brivio: nel 2020 andò a fuoco l'ingresso del comune. Chiesta la condanna di un 67enne

Concesse le attenuanti generiche, il vice procuratore onorario Mattia Mascaro ne ha chiesto la condanna alla pena di un anno e sei mesi di reclusione. Sarà il giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta ad esprimersi - il prossimo 11 luglio - in merito alle sorti giudiziarie di un briviese classe 1955 ritenuto il responsabile del rogo avvenuto nel giugno 2020 ai danni di due dei portoni d'ingresso al municipio del paese rivierasco.

Le indagini dei carabinieri della locale stazione, con il supporto dei colleghi del nucleo investigativo del comando provinciale e coordinate dalla Procura della Repubblica lecchese, avevano consentito di stringere il cerchio sul 67enne, finito a processo con l'accusa di danneggiamento a seguito di incendio (secondo l'articolo 424 comma 2 del codice penale).
Stamani l'istruttoria dibattimentale è entrata nel vivo con l'escussione del maresciallo Leonardo Casella, vice comandante della stazione dei carabinieri che quella mattina intorno alle ore 8 erano accorsi in municipio. Un dipendente comunale aveva infatti notato una cortina di fumo avvolgere l'ingresso dell'edificio. Le fiamme si erano ormai spente, complice probabilmente lo spesso strato di vernice che era stato applicato sui due portoncini in legno durante l'ultimo intervento di manutenzione e che era servito da isolante affinchè le fiamme non si propagassero oltremodo.
Un aiuto fondamentale nel risolvere il caso lo aveva fornito il sistema di videosorveglianza. Dando uno sguardo alle immagini riprese dalle telecamere, i militari erano subito risaliti all'identità dell'odierno imputato, soggetto peraltro noto alla caserma. Sarebbe stato proprio il briviese - ripreso anche in viso - a dare fuoco alle due porte d'ingresso nelle ore precedenti; quella di due anni fa infatti, era stata una notte agitata per l'imputato, che aveva cercato anche di introdursi nella vicina casa di riposo, poi fermato ed identificato dai colleghi del nucleo operativo e radiomobile.
Immagini che secondo il maresciallo Casella non lascerebbero dubbi circa l'identificazione del soggetto, ovvero l'imputato, che avrebbe poi ammesso le proprie responsabilità una volta che i militari si erano portati presso la sua residenza, mostrandosi fortemente agitato anche a diverse ore dall'episodio.
Se la soluzione al ''caso'' era quindi giunta grazie ai filmati del sistema di videosorveglianza, sul posto quella mattina di quasi due anni fa erano arrivati anche i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale. Stamani il maresciallo Sara Francisca ha infatti riferito l'attività svolta insieme ai colleghi: dai rilievi tecnico-fotografici passando per alcuni frammenti del materiale andato a fuoco repertati per poter essere analizzati. Le fiamme, sprigionatesi probabilmente dallo spargimento di liquido infiammabile sui portoncini, avevano danneggiato la facciata principale, lasciando sulla pavimentazione i segni del rogo. Era stato un dipendente ad effettuare il primo intervento di soccorso mediante un estintore, seguito dai pompieri che giunti sul posto avevano verificato che la situazione fosse sotto controllo.
Escusso stamani in udienza anche il sindaco briviese Federico Airoldi che aveva presentato querela contro ignoti subito dopo essere stato notiziato dei fatti. L'amministratore ha ricordato brevemente al giudice quanto gli era stato riferito da chi si era trovato ad intervenire per primo sul posto, notando appunto l'ingresso del municipio danneggiato a seguito del rogo.
Chiusa l'istruttoria dibattimentale il giudice ha ceduto la parola al PM (un anno e sei mesi la pena chiesta dal vpo Mascaro ndr), rinviando poi il prosieguo della discussione al prossimo 11 luglio. Toccherà al difensore dell'imputato, l'avvocato Giovanni Priore, pronunciare la propria arringa, prima della sentenza finale.

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G. C.
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