Merate: bollettini parrocchiali digitali/4, novembre 1909. Il meteo,  eventi religiosi, la visita di San Carlo e la peste

Quarta puntata del nostro viaggio nel 1909 attraverso le pagine digitalizzate del Bollettino parrocchiale di Merate. Sarebbe il numero 11, datato 1 novembre 1909 ma di quel primo anno di pubblicazione sono stati reperiti soltanto sei numeri. E quello di novembre è l'ultimo. Dunque il bollettino ci ricorda l'andamento climatico di quel settembre del 1909: 11 giorni sereni, 11 coperti, 8 misti, 10 con pioggia, 7 con temporali e nessuno con brina, nebbia, grandine e neve. Hanno dominato i venti da ovest-nord ovest e la pioggia caduta è stata di 139,5 millimetri, poco meno di 140 litri per metro quadrato di terra.

 

La pagina di apertura è dedicata alla Festa di Tutti i Santi che - apprendiamo - ebbe origine nella Chiesa sin da VII secolo sotto il pontefice Bonifacio IV. Come sempre di grande interesse la ricostruzione storica che ha preceduto l'istituzione della ricorrenza ogni 1° novembre. Seguito dal 2 novembre, giorno dedicato a tutti i defunti. Anche per questa ricorrenza molto cara e sentita ancora oggi - apprendiamo - che fu Sant'Odilone abate del Monastero di Cluny in Francia il primo a introdurre nell'anno 998 la solenne commemorazione di tutti i fedeli defunti nel giorno "susseguente" la festa di Ognissanti ordinando.. che in detto giorno oltre alle solenni funzioni da Requiem si distribuisse pane e vino ai poveri che si presentassero alle porte dei vari conventi dell'Ordine..".

San Carlo comunica gli appestati

Le pagine da 3 a 5 sono dedicate alle vicende storiche di Merate dal 1500 al 1700. Era un'epoca buia attraversata da guerre e caratterizzata da soprusi di ogni sorta verso la popolazione da parte di feudatari e signorotti locali. A portare un po' di luce fu San Carlo Borromeo che visitando tutte le parrocchie della sua vasta Diocesi arrivo a Merate nel 1571 e subito si attivò per restaurare la chiesa di Sant'Ambrogio. La gente, nonostante la carestia e le privazioni lo accolse con gioia. Ma un'altra sciagura era prossima a scatenarsi: in fuga da Milano dove la peste imperversava molti signorotti raggiunsero queste contrade portando il terribile morbo. Nel 1577 Merate fu flagellata dalla peste tanto che si dovette costruire un lazzaretto intorno alla chiesetta di San Rocco. Forse 500 furono i morti. San Carlo Borromeo tornò a Merate nel 1578 e consacrò il luogo come cimitero.

Il prof. Sironi dell'Istituto Ponti di Varese, ricordando le due famiglie di Concorezzo morte per avvelenamento da funghi si dedica a spiegare ai lettori del bollettino come identificare le specie velenose da quelle commestibili. Una vera e propria lezione basata su scienza e esperienza utilissima anche oggi ai tanti "cacciatori" di funghi.

Il numero si chiude con il pensiero sui vangeli domenicali e l'inizio dell'Avvento. Un'ultima pagina è dedicata ai giovani meratesi che sotto l'attenta regia del prevosto prof. Don Angelo Pagnoni nel mese di ottobre avevano dato spettacolo con rappresentazioni teatrali drammatiche e musicali nel salone del collegio Manzoni.

Il salone del collegio Manzoni

 

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La statistica parrocchiale del mese di ottobre indica in otto le nascite, due i morti adulti e ben sei gli infanti morti.

 

4/continua

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