Lomagna: un appello alla pace nel dolore di una guerra in corso


Si è respirata l'urgenza di riunirsi e festeggiare insieme la Liberazione, a Lomagna. In parte perché per due anni consecutivi lo si è fatta in maniera limitata. In parte perché in questi giorni, più che in passato, alla luce dei fatti dell'Ucraina, è vivo il dibattito sul valore della Resistenza, sulla lotta armata, sulla guerra come forma di risoluzione dei conflitti, sulla pace prima di tutto. E per quanto la Resistenza e la guerra in Ucraina siano due fatti storicamente differenti (il primo è una guerra civile contro 20 anni di dittatura fascista che rinsaccava anche dopo l'8 settembre del '43; il secondo è l'invasione di uno Stato nei confini di un altro Stato), in entrambi i casi ci sono civili pronti a combattere per dei legittimi valori. Non poteva essere la celebrazione del 25 aprile a sciogliere i profondi dilemmi sulla pace. La forte partecipazione dei cittadini, più che in passato, la si spiega forse nel tentativo di condividere uno smarrimento personale, che non può non essere anche sociale.


"È una liberazione, quella di oggi, che potrebbe correttamente richiamare una sorta di rinascita dopo un periodo storico molto pesante e faticoso. Una liberazione che invece onoriamo con un po' di amarezza in volto e nell'animo: l'amarezza incredula della guerra, del male oscuro, della violenza, della prevaricazione, dell'uso delle armi che uccidono, devastano, distruggono cose e persone, intere città e intere comunità, che costringono ora - ha dichiarato la sindaca Cristina Citterio dinanzi al Monumento ai Caduti - Dal nostro 25 aprile viene un appello alla pace, non ad arrendersi di fronte alla prepotenza, a praticare il coraggio di una de-escalation della violenza, il coraggio di interrompere le ostilità, di ritirare le forze di invasione e di ricostruire".

Il corteo è stato anticipato dalla proiezione in auditorium di un cortometraggio realizzato dai bambini delle quinte elementari di Lomagna, con il supporto dei signori Tiziano "Tita" Macalli e Giambattista Baragetti, in occasione della Giornata della memoria e che per via delle restrizioni legate alla pandemia non era ancora stato presentato in presenza. Gli studenti hanno interpretato il ruolo dei deportati nei campi di concentramento, riuscendo così ad immedesimarsi in loro. A nome di tutti i suoi compagni l'alunna Caterina ha detto: "La storia di persone comuni, private della libertà e anche della vita, vittime innocenti, è diventata per noi il simbolo di tutti i perseguitati di ogni guerra". È dunque partito il filmato "Il volo di Sara".

Il Corpo Musicale Osnago-Lomagna ha accompagnato il corteo passando da via XXV Aprile. A sfilare le associazioni del paese e, accanto alla sindaca, i rappresentanti dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. "Viviamo la festa di Liberazione d'Italia e della sconfitta del Nazifascismo, con le immagini dell'oggi che ci riportano a quegli anni che credevamo relegati in un libro di storia da rispolverare nelle occasioni celebrative, quasi non parlasse del nostro oggi" ha commentato il primo cittadino che ha reso onore a quanti sono morti in nome della libertà e quanti sono stati deportati e sterminati.

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I venti di guerra dall'Ucraina hanno continuato a riecheggiare nelle parole di Citterio: "Non è questo il momento di esprimere commenti sui fatti di oggi e di ieri, ma certamente di stringerci in un pensiero congiunto di pace e di solidarietà agli oppressi di oggi e di ieri. Auspico un pensiero condiviso di condanna di ogni atteggiamento di oggi e di ieri che porta a non vedere nell'altro lo specchio di se stessi, nel sentirlo come qualcosa di altro da sé, tanto da potersi concedere di cancellarne l'umanità, senza avvertirne il peso e il valore. ‘Mai più guerra' suona oggi quasi come un invito idealmente irraggiungibile. Irraggiungibile forse sì, ma convinto, fiducioso e vibrante. Non smettiamo di sentirlo insieme come vero e possibile e di urlarlo con forza, pur di fronte a distruzione e atrocità".

A gridare "mai più guerra" al microfono è stata una studentessa della primaria di Lomagna, che poi insieme ai compagni ha cantato una versione riarrangiata - anche nel testo - della canzone "Blowin' in the wind". È intervenuto anche il sindaco del Consiglio Sovracomunale dei Ragazzi e delle Ragazze, Riccardo Mauri, che ha sollecitato a riflettere sulla fragilità della libertà e della democrazia e che ha più volte fatto riferimento alle condizioni in cui si vive in Ucraina.

Infine a nome dell'ANPI ha preso la parola Carlo Cerato, che ha tenuto a leggere con gli occhi di oggi le parole di David Sassoli in una lettera che due anni fa scrisse all'ANPI.

M.P.
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