Olgiate: pietra d’inciampo per Paolo Carpi. E i ragazzi delle medie intonano Bella Ciao

Sono stati davvero molti i cittadini olgiatesi che insieme agli Alpini, i rappresentati delle forze dell'ordine e le autorità locali nella mattinata di lunedì 25 aprile - 77° anniversario della Liberazione d'Italia - hanno popolato via Emilio Gola a Mondonico, all'altezza del civico 41, per assistere alla cerimonia della posa di una pietra d'inciampo in memoria di Paolo Carpi, figlio del noto pittore Aldo Carpi, deportato a soli 18 anni a Flossenbürg e poi assassinato nel campo di sterminio di Kamenz (Gross-Rosen) il 25 febbraio 1945, poco prima della liberazione del lager da parte dell'Armata rossa.

"Questa mattina Olgiate Molgora diviene il terzo comune della Provincia, dopo Lecco e Verderio, a ospitare sul proprio territorio una pietra d'inciampo" ha detto il sindaco Giovanni Battista Bernocco, affiancato dal sindaco di Calco Stefano Motta. "Si tratta di un'iniziativa molto importante che testimonia la memoria nel nostro territorio e che abbiamo desiderato condividere con gli altri comuni". L'idea delle pietre d'inciampo, ha spiegato il primo cittadino, è nata dall'artista tedesco Gunter Demnig come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio, e con l'obiettivo di tenere viva la memoria delle vittime dell'Olocausto nei luoghi simboli della loro vita quotidiana".

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"Dopo aver dedicato, alcuni decenni fa, una lapide e una via ad Aldo Carpi, in occasione di queste celebrazioni per il 77° anniversario della Liberazione d'Italia il Comune di Olgiate ha voluto posare una pietra d'inciampo per ricordare il sacrificio di uno dei suoi figli, Paolo, ucciso nel campo di sterminio di Kamenz, - ha continuato il sindaco. - Mai come in questi giorni, dopo aver subito i lutti e le privazioni di una pandemia globale, e aver visto gli orrori di una guerra di aggressione tornare inaspettatamente nei confini di un'Europa che aveva conosciuto decenni di pace, dobbiamo impegnarci a indicare esempi come quello di Paolo Carpi e della sua famiglia alle giovani generazioni, come monito a non ripetere gli errori del passato, come speranza per contribuire a un mondo migliore".

Presente alla cerimonia anche il vice-prefetto aggiunto di Lecco Mariano Scapolatello, che ha voluto augurare una buona Liberazione a tutti i cittadini, alla famiglia Carpi, alle associazioni e i ragazzi, e alle autorità. "Non ha senso celebrare il 25 aprile se non abbiamo chiaro che le associazioni repubblicane che rappresentiamo sono frutto di una conquista: l'esito di lotte e sofferenze di cittadine e cittadini comuni, che hanno associato il propri destino a quello del Paese, talvolta fatalmente, come è successo con Paolo Carpi". Il vice-prefetto ha quindi voluto spiegare il perché della presenza della Prefettura alla cerimonia: "Il Prefetto, che per altro conosce l'ideatore delle pietre d'inciampo, ha voluto la presenza della Prefettura qui, perché ovunque si celebri adeguatamente il 25 aprile è opportuno che lo Stato sia al fianco dei cittadini a onore la sua stessa memoria".

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La parola è passata alla nipote di Paolo Carpi, Anna, che ha ringraziato Manlio Magni, ex-vicesindaco di Olgiate e appassionato di storia locale, autore per altro del libro "Una pietra d'inciampo in ricordo di Paolo Carpi" e ideatore dell'iniziativa. "Paolo è morto per tutti, non solo per noi familiari. Il 25 aprile è la giornata migliore per ricordare questo mio zio che non ho mai avuto il piacere di conoscere. Io non sapevo cosa pensare di lui, perché a casa non se ne parlava mai, forse perché era troppo doloroso. Questa per me è stata un'occasione per vedere dei documenti su di lui, che hanno iniziato a farlo emergere come una figura reale. Sono contenta perché è come se avessi recuperato uno zio".
La cerimonia è proseguita con l'intervento di un'alunna di terza media, Margherita, presente insieme ai compagni e ai membri del consiglio dei ragazzi e delle ragazze. "Abbiamo deciso di essere presenti per testimoniare la nostra ricorrenza a Paolo Carpi per la sua determinazione incondizionata nel contrastare l'ideologia fascista, - ha detto Margherita. - In classe abbiamo ripercorso le tappe della sua esperienza di deportato e la sua giovane età ci ha avvicinati a questo giorno con maggiore consapevolezza e sensibilità". Il sindaco dei ragazzi Carlo Santonocito ha invece voluto leggere la celebre poesia di Italo Calvino "25 aprile".

In rappresentanza del Associazione Nazionale Partigiani Italiani, Alberto Magni ha ricordato quando il primo ottobre del 1946 la commissione riconoscimento qualifiche partigiani per la Lombardia formalizzò la qualifica di partigiano per Paolo Carpi: "Non fu un atto formale, ma il riconoscimento di una scelta, una scelta consapevole, impegnativa, difficile, compiuta da un giovane non ancora diciottenne, scelta di partecipare alla resistenza contro il nazi-fascismo, contro il fatalismo, l'inerzia, l'acquiescenza che alberga in ciascuno di noi, contro l'attesa che qualcuno ci avrebbe liberato dalla dittatura. Scelta fatta perché di guerre non dovevano essercene altre".

È stata quindi la nipote Anna Carpi a postare la pietra d'inciampo, poi benedetta da don Emanuele Colombo, presente insieme a don Giancarlo Cereda. A conclusione della celebrazione i giovani studenti delle medie hanno cantato, accompagnati dalla violinista Elena Ponzoni, il celebre canto popolare "O bella ciao".

Edoardo Mazzilli
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