La Valletta: Panzeri, il ricordo non diventi teoria o prassi. Omaggio a Peppino Mosca

Oggi, lunedì 25 Aprile 2022, il ricordo della seconda guerra mondiale e della resistenza partigiana ha coinvolto i comuni di Valletta Brianza e di Santa Maria Hoè. Si è tenuto presso il monumento ai Caduti l'alzabandiera e la deposizione della corona in onore dei caduti. Il rito è stato accompagnato dalla banda Giuseppe Verdi, diretta da Matteo Anghileri.

 


L'omaggio ai caduti reso dai sindaci Marco Panzeri e Efrem Brambilla

Il sindaco Marco Panzeri, in qualità di presidente dell'Unione, ha dato inizio ad una riflessione con un ragionamento classico ed uno sguardo all'attualità con le tragiche vicissitudini che hanno convilto l'Ucraina aggredita dalla Russia. Sono stati ricordati coloro che "tra il '38 ed il '45 hanno combattuto armi in mano per la libertà. "Teniamo presente che il ricordo non deve diventare una teoria o una prassi, ma dobbiamo domandarci se gli eventi attorno a noi ci interessano davvero" ha detto il Sindaco. "Abbiamo il diritto di resistere di fronte ad un'aggressione, proprio come sta facendo il popolo ucraino in questo momento. Dobbiamo ringraziare i partigiani combattenti e non teorici, che ci hanno regalato la Costituzione e la libertà. Dovrebbe essere nell'interesse di tutti i cittadini, mettere in atto sistemi politici e democratici in grado di reggere alle aggressioni, senza essere ingenui o dandoli per scontato".

Marco Panzeri e Paolo D'Alvano


Panzeri ha poi invitato tutti i presenti a meditare sul senso del 25 aprile ed applicarlo ai ragionamenti quotidiani che siamo tenuti ad affrontare. Ha successivamente preso parola Paolo D'Alvano, dirigente scolastico presso ICS don Piero Pointinger, con un'interessante ed approfondita analisi in merito al sistema democratico. "La partigianeria non era un patrimonio di specifiche parti politiche, ma le raccoglieva tutte." "I partigiani ci hanno regalato un sistema democratico, la democrazia vuol dire governo di molti e non di uno solo o di un solo partito."




Ha inoltre sottolineato che, sicuramente un sistema politico retto  da una sola persona rende apparentemente più semplice e fluida la fase decisionale, mentre in un  sistema democratico l'iter diventa più complesso". D'Alvano ha fornito però un'interessante chiave di lettura "In un sistema democratico la possibilità di commettere errori si riduce notevolmente".

Renato Mosca e Nicola De Giorgi

Terminando il discorso ha ricordato la guerra che si sta verificando in questo momento e gli aiuti che il plesso ha messo in atto "Come comunità accogliamo le famiglie che scappano dalla guerra, la scuola ha accolto cinque bambini che frequenteranno dalla settimana prossima". Il 2 gennaio è mancato il partigiano Giuseppe "Peppino" Mosca, uno degli ultimi della Valletta al quale il prof. Nicola De Giorgi ed i figli hanno voluto rendergli omaggio. Il prof. De Giorgi ha tenuto a ricordare "tutti i partigiani che pur avendo culture e sensibilità diverse hanno lasciato un grande segno, mettendo da parte il loro sé e rendendosi disponibili in un contesto di unitarietà".

 

Insieme a Giuseppe Mosca, sono stati ricordati i nomi di Renato, Orfeo e Berto. Peppino non sapeva cosa volesse dire fare il partigiano, ma "lo ha fatto e basta". Il Professore ha individuato un ulteriore spunto di riflessione, in quanto "anche i linguaggi vanno aggiornati, senza perdere di vista il contenuto. Bisogna considerare la forma, ma prima di tutto la sostanza. Il mondo della scuola e le famiglie si devono fare carico di queste responsabilità al di là dei problemi quotidiani, informando i più giovani e trasmettendo i valori della resistenza."  

Roberto e Renato Mosca con i sindaci Marco Panzeri di La Valletta e Efrem Brambilla di Santa Maria Hoè


Roberto e Renato Mosca, due dei quattro figli di Peppino Mosca, hanno ricevuto la targa commemorativa. Renato Mosca, visibilmente commosso, ha ricordato il padre con queste parole "I partigiani hanno dato la vita per essere uomini liberi. La libertà è il valore per definizione, non è un diritto perché va conquistato con le scelte di vita." Ha concluso poi l'emozionante discorso con la dicitura che il padre ha voluto scrivere sulla propria tomba "Giuseppe Mosca, combattente per la libertà".
E.Gi.
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