Firmato il documento d'intesa per la candidatura del San Michele nella lista dei patrimoni Unesco insieme ai rappresentanti dei Paesi europei
Con la firma del "Memorandum of Understanding" si accorcia sempre di più la distanza, simbolica, all'ingresso nella World Heritage List dell'Unesco per il ponte a scavalco sull'Adda, il san Michele, che collega i territori delle due provincie di Lecco e Bergamo. Proprio questa mattina al centro civico san Fedele di Calusco d'Adda - dove ha avuto luogo la seconda giornata di convegno sui sei viadotti che insieme al ponte di Paderno "competono" per conquistarsi il titolo di patrimonio dell'umanità - i rappresentanti dei Paesi europei nei quali sorgono le rispettive strutture hanno messo la propria firma sul documento d'intesa. Nel concreto parliamo di una candidatura transnazionale di sei ponti che hanno caratteristiche molto simili: struttura in ferro ad arco costruiti nella seconda metà del diciannovesimo secolo, tra il 1877 e il 1902. Sono il ponte Maria Pia e il Dom Luis I, in Portogallo, i viadotti Garabit e Viaur, in Francia, il ponte di Müngsten, in Germania, e il già nominato ponte San Michele.
Valter Motta, presidente dell'associazione Habitat di Paderno d'Adda
Ogni rappresentante della delegazione europea è intervenuto nel corso della mattinata per spiegare a che punto è lo stato delle associazioni che, in ogni paese, stanno lavorando per supportare la candidatura. È chiaro che sarà un percorso lungo prima di poter raggiungere l'obiettivo previsto, cominciato per Paderno e Calusco nel 2017 e che, stando a quanto affermato dai colleghi di Germania, paese capofila del progetto, dovrebbe essere portato a termine nel 2025. "Mi sembrano piuttosto ottimistici" è stato il commento del vicesindaco del comune di Paderno, Gianpaolo Villa, "il problema sarà anche quello manageriale, ossia la gestione dei siti una volta diventati Unesco". È una sfida, come ha sottolineato anche il già sindaco di Paderno, Valter Motta, e presidente dell'associazione Habitat che per la sponda padernese si occupa del processo di candidatura, "da un lato il Ministero e la Regione ritengono fondamentale instaurare una relazione con gli enti territoriali. Dall'altra parte però è difficile che gli enti locali diventino soci fondatori di associazioni". L'idea è quindi quella di creare un unico ente territoriale che gestisca la candidatura, che sarà la Fondazione tedesca "World Heritage Müngsten Bridge".
Il supporto e l'attenzione verso un progetto così europeista però non manca ed è emerso dalle parole di ogni Autorità pubblica che a conclusione del convegno è intervenuta. A partire dall'assessore all'Autonomia e Cultura di regione Lombardia, Stefano Bruno Galli, "Dal momento in cui arriva il riconoscimento Unesco non bisogna fermarsi, al contrario inizia il percorso con le politiche di valorizzazione, poiché il territorio deve rivedersi nel riconoscimento ottenuto". Galli ha quindi posto la fiducia sulle politiche pubbliche, che dovranno fare da "collo di bottiglia tra le Istituzioni del Ministero e quelle dell'Unesco, seguendo e guidando il percorso".
Secondo il presidente della provincia di Bergamo, Pasquale Gandolfi, è "romantico" pensare al San Michele come futuro "luogo di incontro" visto che tra 9 anni è stato stimato che la sua funzione cesserà e diverrà un monumento aperto solo al transito ciclo-pedonale oltre a divenire motivo per la cittadinanza di "conoscere i tesori dei nostri territori".
Sul futuro del viadotto ha speso qualche parola anche il direttore operativo di infrastrutture Rfi, Giulio Del Vasto, ripercorrendo velocemente le tappe che dal 2014 hanno visto il Ponte oggetto di possenti interventi di manutenzione necessari "a servire il territorio per altri 10 anni. Poi questo ponte dovrà essere sostituito da due nuovi ai quali Rfi sta già lavorando e il san Michele verrà destinato a monumento". Se la candidatura dovesse aver successo, secondo Del Vasto, "è la migliore onorificenza che possa raggiungere ora che si avvia al pensionamento".
Dello stesso parere anche l'onorevole Maria Grazia Gallone, che ha assicurato "un'attenzione altissima" al percorso di candidatura e al raccoglimento di istanze dal territorio.
A nome del Parco Adda Nord si è espressa la presidente, Francesca Rota, che ha ricordato come il san Michele sia stato ereditato come "elemento dell'ambiente" da parte del Parco. Ha poi invitato a un maggiore coinvolgimento dell'Ente al tavolo delle trattative prima di ogni studio di fattibilità "e a non essere visti come bastone d'inciampo".
Ha chiuso il momento istituzionale il discorso dell'onorevole Gianmario Fragomeli, che ha parlato anche a nome del sindaco di Paderno, Gianpaolo Torchio, che essendo indisposto non ha potuto essere presente. "Si è lavorato molto sul territorio, stiamo cercando di rilanciarlo e trasformarlo in opportunità. Il ponte ha arricchito l'area circostante e l'ha resa più bella, è un qualcosa che va oltre il solo manufatto. E infine è anche un'opportunità di costruire una rete col patrimonio europeo" ha concluso Fragomeli.
Il convegno si è chiuso con i ringraziamenti del sindaco di Calusco, Michele Pellegrini.
Si ringrazia il fotografo sign. Francesco di Ottica Carmianti per il contirbuto fotografico
F.Fu.