LIBRI CHE RIMARRANNO/53: due racconti di Rodari e Barbieri per aiutare i bimbi ucraini

Una è la realtà editoriale più importante in Italia per quanto riguarda le pubblicazioni di narrativa per bambini e ragazzi, l'altra ha appena mosso i suoi primi passi, neonata costola di un altro gruppo editoriale leader nel suo settore, quello delle pubblicazioni di argomento religioso: le avvicina in queste settimane una sensibilità comune.


Einaudi Ragazzi ha ripubblicato, in un'edizione unica, illustrata da Beatrice Alemagna, la celeberrima filastrocca di Gianni Rodari "La luna di Kiev" (32 pagg., Euro 8). Nel giro di pochi giorni dallo scoppio della guerra in Ucraina la filastrocca che Rodari (autore della nobile e fitta squadra di Einaudi Ragazzi) scrisse settant'anni fa è presto diventata virale sul web, rilanciata dalle testate nazionali, condivisa da migliaia di utenti. Adesso la si può non solo condividere - che non costa nulla - ma anche acquistare e regalare: le Edizioni EL, cui fa capo Einaudi Ragazzi, devolveranno il ricavato alla Croce Rossa Italiana per l'emergenza in Ucraina.

 

ÀncoraWow è la collana di narrativa per ragazzi di Àncora Editrice, il gruppo che fa riferimento ai Pavoniani. Dal 20 aprile - ma già prenotabile da subito - sarà in tutte le librerie con "Luna e il caso delle piume" (32 pagg., Euro 7,00), un racconto di Antonio Barbieri illustrato da Alessia Girasole, destinato ad essere letto ad alta voce ai bambini e scritto in italiano, inglese, ucraino e russo. Anche in questo caso parte del ricavato verrà devoluto alla Caritas Ambrosiana per l'acquisto di kit scolastici per bambini ucraini arrivati da poco nelle scuole italiane o che ancora si trovano in zone pericolose.

Quando le armi alzano la voce, le parole hanno paura a far sentire la propria, e i sorrisi si spengono. Cosa possono fare delle penne o delle matite di fronte ai cannoni? Nella sua apparente inutilità l'arte è a volte utilissima e iniziative come queste possono essere contagiose.
So di non essere imparziale, perché entrambi gli editori hanno nel loro catalogo due miei romanzi, e dunque potrà sembrare che faccia pubblicità "partigiana": ma non mi vergogno di essere partigiano. Di prendere parte, di fronte alle troppe parole in punta di penna pronunciate da troppi intellettuali cui la guerra e la popolarità hanno dato alla testa.
A queste penne paludate e cervellotiche preferisco le matite dei bambini, che sono sempre i primi a soffrire, gli ultimi ad essere ascoltati, gli unici ad avere ragione.
Se compriamo questi libri facciamo del bene a loro (altro che i tweet o i like!), e facciamo del bene anche ai nostri figli, nipoti, amici, che incontreranno due storie belle mentre la Storia purtroppo non sa da che parte andare.

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Rubrica a cura di Stefano Motta
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