Merate: 37 studenti del Viganò a fianco dei coetanei più fragili per dire basta al bullismo
A loro potranno rivolgersi per confidarsi, essere ascoltati e aprirsi su una tematica tanto attuale quanto delicata quale è quella del bullismo e delle sue forme più moderne, legate alla tecnologia.
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E questo grazie al progetto che è stato sviluppato anche quest'anno e che ha riscosso un successo andato oltre ogni aspettativa e un'accoglienza da parte degli studenti davvero straordinaria.
37 ragazzi delle classi terze, coordinati dalle professoresse Giovanna Chiappucci e Lucilla Barassi, hanno partecipato a un percorso formativo per conoscere il bullismo, avere gli strumenti per identificarlo, combatterlo e quindi eradicarlo, stando però accanto alle vittime nella maniera più giusta e costruttiva.
Il progetto, inserito in una funzione strutturale più ampia che comprende anche momenti sulla tossicodipendenza, sullo sportello Armonia, sull'educazione alla salute, all'affettività e al primo soccorso, si è articolato in incontri con esperti, come appunto uno psicologo, e poi in momenti di approfondimento di gruppo.
Una volta "pronti" i ragazzi sono andati in 11 classi prime e hanno messo in atto il concetto di "peer to peer" facendosi promotori presso i coetanei di informazioni ed esperienze, spiegando loro l'atteggiamento del bullo e quello della vittima ed entrando così in empatia con loro.
La sintonia è stata tale che tra i 37 studenti c'è chi stato chi si è messo a nudo, raccontando il proprio vissuto, da una parte della barricata ma anche dall'altra.
Gli incontri, di due ore per classe, durante i quali sono stati mostrati dei video e delle diapositive, sono stati seguiti da uno spettacolo teatrale e poi dalla diffusione di un volantino nella scuola con la fotografia della squadra dei 37 e il loro appello "Siamo 37 ragazzi con tanta voglia di fare, vogliamo aiutarvi a sconfiggere il fenomeno del bullismo.
Gli studenti, che quest'oggi hanno voluto restituire i risultati del loro lavoro, sono rimasti molto soddisfatti, così come le insegnanti e la preside Manuela Campeggi, del riscontro avuto con i coetanei di prima. L'approccio tra "pari" ha infatti consentito di stabilire una confidenza maggiore e quindi una opportunità di ascolto e di apertura più dirette.
La promessa è stata quella di un impegno sempre maggiore per educare e sconfiggere questa piaga, e mettersi al fianco di chi è più debole e facile vittima di soprusi.
E non per questo i ragazzi si sono simpaticamente chiamati "i bullibuster".