Merate: scontro in consiglio di gestione tra l'ass. Robbiani e Tamandi che lascia l'aula. Si propone la chiusura da marzo a fine maggio per la fascia soggetta a tutela della nidificazione
"Ha ragione. Esco dal consesso".
Andrea Robbiani
Fabio Tamandi
Trenta secondi netti, con uno scambio di battute tra l'assessore Andrea Robbiani, presidente del consiglio di gestione della riserva lago, e l'esponente di maggioranza Fabio Tamandi, firmatario di una mozione per eliminare le limitazioni di fruizione del SIC lasciandone facoltà all'ente gestore, che hanno gelato l'aula, senza alcuna reazione da parte del resto della maggioranza presente che ha assistito silente, di sicuro non impotente, all'uscita del compagno di banco.
La riunione, convocata nel tardo pomeriggio di lunedì, si è resa necessaria in quanto a seguito di un errore materiale sulla pubblicazione del nuovo regolamento del piano, il periodo per la presentazione delle osservazioni era stato riaperto.
Quattro le osservazioni giunte nei termini previsti sulle quali il consiglio è stato chiamato ad esprimersi e che saranno portate in aula per la discussione, l'eventuale integrazione e il successivo invio in regione.
La prima osservazione, quella del comitato civico ambiente, presidente Elena Calogero, è stata definita dal consigliere Roberto Perego "inintelligibile" in quanto incomprensibile, frutto di un collage di considerazioni e di rimandi che non hanno portato a una proposta univoca di senso compiuto. Concorde l'assessore Robbiani che l'ha dichiarata inammissibile passando all'analisi dell'osservazione giunte il 28 marzo da un gruppo di residenti di Cassina. Quattro i punti sui quali i cittadini hanno chiesto di soffermarsi: una ulteriore riduzione degli orari di accesso alla riserva, il ripristino della fascia di rispetto da 400 a 1000 metri, l'estensione della chiusura dal primo marzo al 31 luglio per entrambe le zone A e B dunque una introduzione di limiti assai stringenti e infine la sostituzione del calcestre per la realizzazione dei camminamenti con la terra battuta. Cesare Della Pietà, in rappresentanza del Parco del Curone, se per la fascia di rispetto si è detto in linea teorica a favore di una maggiore estensione ha comunque affermato di non volerne fare una battaglia mentre ha chiesto che si presti attenzione al taglio della vegetazione attorno ai sentieri che va a danneggiare i biotopi.
Con la puntualizzazione del sindaco Massimo Panzeri che la scelta del calcestre per i sentieri agevola il camminamento, ha una base più solida e in futuro potrebbe anche tornare ad essere un tratto per il piedibus, il consiglio orientato a non accettare l'osservazione è passato ad analizzare la mozione di Fabio Tamandi.
Il consigliere di maggioranza ha proposto di ritornare alla Legge Regionale n. 96 del 30 novembre 1983 dove, non esistendo periodi di chiusura predefiniti, è l'ente gestore a proporre all'amministrazione chiusure totali o parziali di anno in anno.
"Poichè si va ad approvare un piano che durerà per i prossimi 10/15 anni" ha spiegato "chiedo che non si mettano date fisse: l'ente gestore propone, il comune poi decide".
Nettamente contrario Della Pietà che ha ribadito come si stia parlando di una riserva e non di un parco, quindi con un equilibrio delicatissimo da tutelare. "La chiusura deve restare e l'ente gestore deve poter stabilire ulteriori chiusure per eventi straordinari. Altrimenti si deve dire che non è una riserva ma il vostro parco e possibilmente per quelli di Sartirana".
Nel tentativo di trovare un compromesso il presidente Robbiani, ricordando che le limitazioni del 1990 non sono mai state applicate e che durante la sua legislatura da sindaco i cancelletti posti erano stati sradicati, ha proposto di mantenere nella dicitura del regolamento un periodo minimo di rispetto con l'aggiunta del passaggio "è data facoltà all'ente gestore di modificare le limitazioni".
"Ma il Parco del Curone e Adda Nord hanno parti interdette?" ha incalzato Tamandi ricordando che il Curone al suo interno ha ben 4 Sic. A rispondere Luigi Esposito, referente del Parco Adda, che ha fatto notare la differenza con Sartirana, che è un ambito ristretto senza zone adiacenti che possano eventualmente essere utilizzate dalla fauna per nidificare.
"Non deve passare il messaggio che chi è più conservativo è bravo e chi invece ha un'altra posizione è cattivo. Uno ha il diritto di fare le osservazioni che possono poi essere o meno accettate, ma passare per essere crudele anche no" ha chiuso Tamandi, mentre i toni della discussione iniziavano ad alzarsi
"La riserva ha un aspetto da tenere in considerazione: ha abitazioni a ridosso. Se in questo spazio ristretto gli animali non riescono a trovare posto per la nidificazione, non nidificano. Dove non c'è l'uomo, gli animali si riprendono lo spazio" ha ripreso la parola Robbiani, rivolgendosi poi al membro della sua compagine "Per me non ci sono buoni o cattivi qua dentro. Ci sono persone che stanno discutendo, dunque Tamandi non c'è bisogno di fare il calimero, giusto per rimanere in tema di animali. Si sta cercando di trovare dei compromessi, signor Tamandi. Abbiamo già discusso queste cose, lei fa parte di questo consesso, adesso ha fatto una proposta. In democrazia si accetta anche quello che si decide altrimenti uno alza la mano e dice "non sono d'accordo con voi e per coerenza e esco da questo consesso".
"Ha ragione. Esco dal consesso" ha risposto irritato Tamandi, afferrando la giacca e trascinandola con la sedia, fino ad abbandonare l'aula sulle parole "Hai sempre ragione tu Andrea" con sottofondo l'assessore "Se vuole fare la vittima lo faccia".
Mentre la mozione di Tamandi, che incassava il favore di Greta Ghezzi, non passava, veniva introdotta l'osservazione di Roberto Perego in linea con quella di Tamandi che ritornava alla legge del 1983 dove non erano previste interdizioni all'uomo.
Volendo indicare un periodo di chiusura, il consiglio ha trovato la quadra con la modifica della proposta di Perego e decidendo di portare in assise comunale la proposta di chiusura dal 1 marzo fino al 31 maggio, guadagnando dunque quindici giorni su giugno. Ipotesi bocciata da Legambiente, Parco Adda Nord e Curone che hanno ribadito come le prime due settimane di giugno siano fondamentali per la nidificazione e che l'apertura al passaggio umano andrà ad arrecare danno alla fauna.
Auspicando la coerenza di voto poi in consiglio rispetto a quanto deciso nella seduta in chiusura, l'assessore Robbiani ha ricordato come le osservazioni discusse saranno bocciate e si andrà in aula con un documento emendato che farà sintesi della seduta.