Cassina, Casaletto: canestri antirumore al campo polivalente ma altro non si può fare
Sin dalla sua realizzazione il campo sportivo adiacente alle nuove costruzioni di via San Marcellino è stato causa di continue proteste da parte di alcuni residenti che si vedevano cadere il pallone nei propri giardini e dovevano sopportare le grida dei giocatori anche a tarda sera. Del resto la vicenda della lottizzazione era già stata tormentata di suo. La variante generale di piano regolatore varata dalla Giunta Perego, seconda consigliatura, aveva inserito quel terreno - una buona parte del quale era di proprietà della parrocchia di Sartirana - tra le nuove aree edificabili. Ma la variante fu solo adottata e mancò il tempo di approvarla definitivamente. Essa, peraltro, conteneva numerose possibilità edificatorie proprio nella popolosa frazione di Merate. La tornata elettorale del 2004 aveva visto il centrosinistra guidato da Giovanni battista Albani vincere sul centrodestra capitanato da Andrea Colombo con accanto Andrea Massironi. La Giunta Albani aveva modificato profondamente la variante di Prg, ad esempio, sopprimendo la possibilità edificatoria in via San Marcellino. Nel 2009 Albani fu sconfitto da Andrea Robbiani col centrodestra tornato al governo della città. E nel Piano di Governo del Territorio (PGT) la previsione edificatoria era tornata e, questa volta approvata. In Aula lo scontro fu durissimo tra il centrosinistra e il centrodestra anche sul calcolo degli oneri di urbanizzazione, ridotti tantissimo grazie al conteggio anche di vialetti e stradine di collegamento tra gli oneri scomputati. Tra questi, naturalmente, anche il campo. Insomma gli acquirenti hanno goduto di forti sconti sugli oneri ma ora subiscono disagi non previsti. Per avere un quadro attuale della situazione abbiamo chiesto l'intervento diretto dell'assessore allo sport Alfredo Casaletto.
Gentile direttore,
il tema del campo polivalente di Cassina è un'annosa vicenda molto comune a tante realtà del nostro Paese e che anima, in alcuni casi, anche il dibattito nelle aule dei tribunali. Il tema è il famoso contemperamento di due interessi, ovvero quello pubblico da una parte, nella specie l'opera pubblica, il campo appunto, fu realizzata dal costruttore dell'insediamento edilizio di Via San Marcellino quale opera a "scomputo oneri di urbanizzazione" e quello più segnatamente privato dall'altra, ovvero il diritto alla riservatezza, al riposo, alla quiete e alla tutela della proprietà.
Per quanto riguarda il mio ruolo, ovvero quello di assessore allo sport, non posso fare altro che registrare la presenza di uno spazio pubblico destinato alla pratica sportiva, si può discutere se l'ubicazione, a ridosso dei balconi e dei giardini delle abitazioni, circostanza che peraltro esula il mio compito e anche quello dei colleghi di giunta, fosse stata la scelta più "felice", ma tant'è.
Personalmente, non posso dimostrarmi insensibile all'argomento; se dovessi ripercorrere la mia infanzia e la mia adolescenza, costellata da rincorse al pallone nei vicoli recuperandolo sotto le scocche delle autovetture (non senza rischi per la propria incolumità), sarei felice di vivere in una città come la nostra che offre ai giovani, ma anche chi non lo è più, spazi pubblici ove poter condividere momenti di svago e di relax, vieppiù se constatiamo che siamo appena usciti da due anni di restrizioni anche severe che hanno impedito ai ragazzi, soprattutto, di vivere appieno le loro prerogative tra cui anche quelle della pratica sportiva.
Sotto tale ottica, da quando abbiamo tolto i canestri in ferro, che presto verranno sostituiti con quelli della tipologia c.d. antirumore, molte sono state le note ricevute via email da parte di tanti genitori davvero rattristati per la impossibilità per i propri ragazzi di accedere allo spazio pubblico. Di concerto con il sindaco e l'assessore all'urbanistica, abbiamo spiegato loro che la sostituzione dei canestri si è resa necessaria, sempre nell'ottica della loro sostituzione, anche per venire incontro alle doglianze dei residenti che, di contro, hanno lamentato, peraltro, un indolente frastuono arrecato dallo sbattere del pesante pallone da Basket contro i tabelloni.
Il contemperamento dei sopraindicati interessi è, dunque, a mio parere, l'unico obiettivo che sento, allo stato dei fatti, di poter perseguire, unitamente alla definizione della riqualificazione dell'impianto sportivo della stessa frazione di Cassina.
Ringraziando, porgo cordiali saluti
il tema del campo polivalente di Cassina è un'annosa vicenda molto comune a tante realtà del nostro Paese e che anima, in alcuni casi, anche il dibattito nelle aule dei tribunali. Il tema è il famoso contemperamento di due interessi, ovvero quello pubblico da una parte, nella specie l'opera pubblica, il campo appunto, fu realizzata dal costruttore dell'insediamento edilizio di Via San Marcellino quale opera a "scomputo oneri di urbanizzazione" e quello più segnatamente privato dall'altra, ovvero il diritto alla riservatezza, al riposo, alla quiete e alla tutela della proprietà.
Per quanto riguarda il mio ruolo, ovvero quello di assessore allo sport, non posso fare altro che registrare la presenza di uno spazio pubblico destinato alla pratica sportiva, si può discutere se l'ubicazione, a ridosso dei balconi e dei giardini delle abitazioni, circostanza che peraltro esula il mio compito e anche quello dei colleghi di giunta, fosse stata la scelta più "felice", ma tant'è.
Personalmente, non posso dimostrarmi insensibile all'argomento; se dovessi ripercorrere la mia infanzia e la mia adolescenza, costellata da rincorse al pallone nei vicoli recuperandolo sotto le scocche delle autovetture (non senza rischi per la propria incolumità), sarei felice di vivere in una città come la nostra che offre ai giovani, ma anche chi non lo è più, spazi pubblici ove poter condividere momenti di svago e di relax, vieppiù se constatiamo che siamo appena usciti da due anni di restrizioni anche severe che hanno impedito ai ragazzi, soprattutto, di vivere appieno le loro prerogative tra cui anche quelle della pratica sportiva.
Sotto tale ottica, da quando abbiamo tolto i canestri in ferro, che presto verranno sostituiti con quelli della tipologia c.d. antirumore, molte sono state le note ricevute via email da parte di tanti genitori davvero rattristati per la impossibilità per i propri ragazzi di accedere allo spazio pubblico. Di concerto con il sindaco e l'assessore all'urbanistica, abbiamo spiegato loro che la sostituzione dei canestri si è resa necessaria, sempre nell'ottica della loro sostituzione, anche per venire incontro alle doglianze dei residenti che, di contro, hanno lamentato, peraltro, un indolente frastuono arrecato dallo sbattere del pesante pallone da Basket contro i tabelloni.
Il contemperamento dei sopraindicati interessi è, dunque, a mio parere, l'unico obiettivo che sento, allo stato dei fatti, di poter perseguire, unitamente alla definizione della riqualificazione dell'impianto sportivo della stessa frazione di Cassina.
Ringraziando, porgo cordiali saluti
Alfredo Casaletto