Calco: profughe ucraine ospitate in paese si incontrano in Comune e fanno amicizia

Un momento emozionate e toccante. Così il sindaco di Calco Stefano Motta ha definito l’incontro avvenuto nella mattina di sabato 2 aprile in sala consiliare tra le giovani donne ucraine e i loro figli attualmente ospitati in paese presso delle famiglie calchesi.

Il sindaco Motta insieme al presidente dell’associazione "Cassago chiama Chernobyl" Armando Crippa, il volontario Aleandro Bonanomi – titolare dell’azienda “Il Trasporto” che si è mobilitato insieme alla moglie Milena Panzeri per raccogliere e consegnare cibo, medicine, vestiario e generatori in Ucraina – e il presidente della scuola dell’infanzia “Origo” Luigi Brambilla hanno dato il benvenuto alle donne. “Non è stata una festa” ha precisato il primo cittadino, sottolineando che non c’è niente da festeggiare con una guerra in corso. 



Si è trattato però di un vero e proprio incontro tra la comunità di Calco e la comunità ucraina, ha detto Motta. “Le donne non si conoscevano tra loro ed è stato bello vedere che hanno iniziato a parlare, a conoscersi e raccontare le proprie esperienze. Il presidente Armando Crippa ha poi spiegato che cosa ha fatto l’associazione 'Cassago chiama Chernobyl', non solo adesso in tempo di guerra, ma sin dal 1996 quando è stata fondata, ovvero l’accoglienza terapeutica di tutti quei bambini esposti alla zona di Chernobyl.”



Grazie alla presenza dei musicisti della scuola di musica Don Carlo Borghi di Calco e il maestro Damiano Cricrì è stato poi suonato l’inno nazionale ucraino, un altro momento estremamente emozionante, ha spiegato il sindaco. “È stato bello vedere i bambini alzarsi in piedi e cantare a bassa voce con la mano sul cuore”.



Oltre alle donne e i bambini erano naturalmente presenti anche le famiglie ospitanti, che Motta non ha mancato di ringraziare. A rendere possibile la comunicazione con le donne ucraine è stata la presenza di una residente di Calco di origini ucraine, che ha fatto da traduttrice. “Insieme a lei stiamo pensando di proporre un corso di italiano per aiutare le donne e loro hanno gradito molto questa cosa, perché hanno proprio il desiderio di poter comunicare. Oltre a questo gli abbiamo detto che rimaniamo a disposizione anche per aiutare nella comunicazione con i loro genitori e mariti al fronte, se per caso dovessero aver bisogno di un telefono, un computer, o se volessero venire in Comune perché c’è la fibra non c’è problema”.
E.Ma.
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