Lomagna: 61 residenti di via IV novembre mandano lettera al Comune sulla viabilità
Si è tornati a parlare dello studio sulla viabilità che ruota attorno a via XXV aprile in Consulta Territorio a Lomagna. Se nella prima occasione i cittadini si erano principalmente messi in ascolto dell'estensore del piano, l'ingegner Andrea Debernardi, nel secondo momento di mercoledì 30 marzo sono passati alle osservazioni. La sintesi finale è che la Consulta Territorio ha bocciato le sei opzioni messe in campo da Debernardi. Sarebbe piuttosto meglio lasciare lo schema attuale, instaurare un'area 30 km/h e applicare degli accorgimenti per disincentivare di correre in auto. Diverse voci poi per uno studio viabilistico intercomunale, dunque su scala più vasta rispetto a quello prodotto. Le sei ipotesi avanzate da Debernardi modificavano in maniera scalare la viabilità: da quella che prevedeva la sola inversione di senso in via XXV Aprile a quella che invece riassettava sostanzialmente il centro paese [clicca QUI].
Pierangelo Crippa
Carlo Cereda
Prima di arrivare a questa sintesi finale sono emerse sensibilità diverse. Pierangelo Crippa ha proposto di introdurre dei dossi in via XXV Aprile che, oltre a risolvere il problema della velocità, scoraggerebbero gli automobiliti a passare da lì. Un'idea che però non ha trovato l'accordo del resto dei presenti, che hanno osservato come i dossi genererebbero un disturbo sonoro ai residenti e sarebbero di ostacolo alle ambulanze. Eugenio Brivio ha suggerito di sperimentare il divieto di svolta in via XXV Aprile per i veicoli che arrivano da via per Osnago, senza però costruire una rotonda all'angolo con via Volta (come da scenario E). Basterebbe posizionare una transenna nel punto dell'intersezione per un periodo di prova. L'idea non ha trovato il favore dei residenti di via XXV Aprile che per tornare a casa dovrebbero arrivare fino alla Località Aurora di Osnago per girare e tornare indietro. È stato escluso che l'area del parcheggio possa essere sfruttata per "tagliare" la strada entrando dalla Casetta dell'acqua e uscendo su via Volta.
Eugenio Brivio
Il sig. Valtolina di via IV Novembre
La novità è che si è fatta sentire forte la posizione dei residenti di via IV Novembre, che non ci stanno a veder traslato il problema di via XXV Aprile sulla loro strada. Tra il pubblico, la stragrande maggioranza era di via IV Novembre. E per mostrare la compattezza dell'abitato è stata indirizzata una lettera alla sindaca Cristina Citterio e al vice Stefano Fumagalli a firma di 61 residenti. Promotore e portavoce, il signor Valtolina, che ha lamentato lo scarica barile. Un "dissenso totale" a tutte le opzioni dello studio Debernardi, in particolare a quelle che direttamente spostano il problema, senza risolverlo, su via IV Novembre. Nella lettera chiedono di studiare altre possibili soluzioni o di lasciare la situazione così com'è. A voce in assemblea, invece, il sig. Valtolina ha identificato due scenari. Il primo è di inserire dei semafori temporizzati, attivi soltanto nelle ore di punta: uno alla rotonda della discarica e l'altro all'incrocio in via Martiri della Libertà. Il secondo scenario rispolvera un'idea viabilistica della Giunta Vigorelli: allungare via Valletta, una strada a fondo chiuso, per connetterla (con un senso unico) a via Martiri della Libertà generando così un doppio canale per chi viene o va nei Comuni limitrofi.
Il capogruppo di maggioranza Lino Lalli
In Consulta sono emerse le reazioni della politica locale. Il capogruppo di "Impegno civico" ha dichiarato che tutti gli scenari del piano Debernardi genererebbero un forte impatto, perciò andrebbero escluse tutte le ipotesi. Bene invece l'area 30 km/h e intensificare il controllo da parte della Polizia locale. Ha poi precisato di parlare a titolo personale e non a nome del gruppo di maggioranza.Mauro Sala, capogruppo di Uniti per Lomagna, ha sostenuto che sarebbe meglio lasciare le cose come stanno, tentando al massimo una sperimentazione dell'inversione di senso in via XXV Aprile per sei mesi. Ha però criticato il fatto che sia stato dato l'incarico dello studio allo stesso estensore del Piano Urbano del Traffico: "Per me è assurdo chiedere - ad un costo che ancora dobbiamo capire quale sia - uno studio allo stesso professionista che ci ha messo in queste condizioni e che difende a spada tratta le soluzioni da lui proposte". Ha bocciato il piano anche Giuseppe Valentino che collabora con il gruppo di minoranza: "Questo studio mi sembra un palliativo. Ci sono soluzioni che non vale la pena nemmeno prenderle in considerazione e altre per cui non serviva alcuno studio. È da due anni e mezzo che chiediamo di intervenire e adesso ci sentiamo dire che è una scelta politica. Probabilmente c'è la volontà di non scegliere a livello più alto".
Durante la Consulta è tornato in auge il tema della ZTL controllata dalle telecamere. In molti dal pubblico hanno lamentato l'inefficacia della ZTL se le immagini registrate dalle videocamere non possono essere utilizzate ai fini sanzionatori. Seppur diversi dei presenti hanno scoperto sul momento di questa circostanza, in realtà il diniego del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti risale al 2019, quando la Giunta aveva già deliberato l'instaurazione della Zona a Traffico Limitato.
Il capogruppo di minoranza Mauro Sala
Giuseppe Valentino
Un residente di via XXV Aprile a questo proposito ha lamentato che l'amministrazione non si sarebbe accorta di un aggiornamento della legislazione per cui dal gennaio 2020 i Comuni potrebbero autonomamente procedere ad attivare il controllo elettronico delle targhe ai fini sanzionatori nelle ZTL senza dover passare dal Ministero, se si rispettano determinate condizioni. Si è detto pronto a vedere un avvocato. Il documento mostrato dal cittadino tuttavia è un comunicato della Direzione generale per la sicurezza stradale del Ministero, che segnala quali debbano essere le caratteristiche a cui i Comuni devono uniformarsi nell'inviare al Ministero le richieste di attivazione dei sistemi di controllo degli accessi alle ZTL. L'ultima parola spetta dunque ancora al Ministero, considerando che manca il decreto attuativo per rendere realmente esecutiva la modifica al Codice della strada che conferirebbe una maggiore autonomia agli Enti locali. Inoltre le più recenti Linee Guida ministeriali per la regolamentazione della circolazione stradale e per la segnaletica nelle ZTL sono ancora ferme a quanto disposto nella formulazione ancora in vigore.
M.P.