Pagnano: da 19 anni in Madagascar. Ora Roberto vuole creare un centro di salute
Un cittadino pagnanese volato lontano da casa chiede aiuto ai suoi ex-concittadini per una nobile causa. Si tratta di Roberto Casiraghi, figlio di Renza, che ormai da molti anni vive in Africa, in particolare in Madagascar, dove aiuta la gente locale con opere di bene. Avendo ottenuto una donazione di fondi per acquistare un terreno, Roberto intende realizzare un piccolo centro di salute per i più bisognosi, ma per farlo necessita di un aiuto finanziario, per questo ha lasciato un appello attraverso la parrocchia di Pagnano.
Lei vive in Madagascar ormai da 19 anni. Cosa l’ha spinta ad allontanarsi da Pagnano? C’è stato qualche fattore scatenante? Che cosa faceva nella sua vita prima di partire? E perché ha scelto proprio quest’isola dell’Africa?
Sì, vivo in Madagascar da 19 anni. Ho sempre pensato di trasferirmi in un posto di mare perché sono appassionato di subacquea. Inizialmente mi ero deciso per il Messico, ma poi un cugino che viveva in Madagascar mi ha detto che c’erano delle quote di un club subacqueo sull’isola di Nosy Be in vendita. Sono andato a vedere e mi è piaciuto il posto, le persone e la situazione subacquea, e così ho deciso di vendere tutto e trasferirmi. Prima avevo un centro di assistenza tecnica per caldaie e scaldabagni, ma in quel periodo era molto più il tempo che passavo in Caserma dei Vigili del Fuoco a Merate che il tempo che passavo in ufficio. Ero volontario presso la Caserma dal 1991.
In questi anni ha aiutato poveri e bisognosi. In che modo? Di che cosa si occupa oltre a questo? Fa parte di qualche congregazione o associazione umanitaria?
Nella mia testa c’è sempre stata l’idea di aiutare il prossimo e in Madagascar ho trovato pane per i miei denti. Non serve elencare quanto ho fatto, perché l’ho fatto senza chiedere niente in cambio. Seguo una disciplina spirituale che si chiama Psicocibernetica Esseni, che nasce in Messico. Si tratta di un percorso di Amore Spirituale: dare senza chiedere in cambio.
Con l’aiuto di tante persone del gruppo di Psicocibernetica Esseni abbiamo fatto tantissime cose sull’isola di Nosy Be per aiutare i più deboli, dal fornire beni di prima necessità ad aver contribuito a scolarizzare molti bambini.
Sappiamo che ha in mente un progetto che vorrebbe realizzare, ovvero creare un piccolo centro di salute per i più bisognosi. Dove sorgerebbe precisamente? Chi lo gestirebbe? Quante persone potrebbe accogliere?
Da un anno e sei mesi ho lasciato l’isola di Nosy Be per stabilirmi con la famiglia a Mahajunga, sulla grande isola di Madagascar, dove la povertà si nota molto di più. Mi piace avventurarmi nelle foreste, dove si trovano paesini dispersi, e qui mi sono reso conto che uno dei problemi più grossi è quello di raggiungere i servizi sanitari. Per esempio una donna che deve partorire deve per forza spostarsi in città, cosa spesso difficile per mancanza di mezzi e soldi, e per questo molte volte i bambini nascono per strada. Vedendo e vivendo queste situazioni mi è venuto in mente di creare un piccolo centro di salute con infermeria e sala parto in uno di questi luoghi fuori città.
Essendo mia moglie infermiera professionale ci siamo informati e c’è la possibilità di creare un piccolo centro sanitario in una di queste zone. Parlandone con amici in Italia abbiamo avuto un buon riscontro e addirittura una signora ci ha donato i fondi per acquistare il terreno. Da li è partito tutto. Il centro sarà formato da una struttura semplice ma con le attrezzature necessarie. L’idea è quella di dare aiuto ai più bisognosi e curare soprattutto chi non ha soldi per pagare. Io mi occuperò personalmente di fare da spalla al centro perché funzioni bene e si rispetti l’idea di aiutare e non lucrare.
Al momento siamo indecisi fra tre zone, ma prima di decidere dobbiamo assicurarci di avere i fondi necessari, ed è quello di cui ci stiamo occupando in questo momento. Non appena avremo la certezza dei fondi, con la responsabile sanitaria di Mahajunga valuteremo quale delle tre zone ha più necessità e poi partiranno i lavori.
Come è stata vissuta la pandemia in Madagascar, in particolare nel posto in cui risiede?
Abbiamo problemi maggiori con altri tipi di malattie, come la malaria, la dengue, la peste. I malgasci (abitanti del Madagascar ndr) sono ancora molto legati alla natura e all’uso di erbe. Per curare il Covid è stata creata una bevanda apposta e si usava fare tante saune con foglie di eucalipto. Io personalmente l’ho vissuta senza problemi. Adesso tutti regalano vaccini, ma i pochi li sanno fare… è un argomento che è meglio non toccare.
Pensa mai all’Italia e a Pagnano? Torna abitualmente a trovare la famiglia? Crede che tornerà mai definitivamente a vivere qui?
Ritornare alle origini pagnanesi? Chi lo sa. Seguo il destino già scritto e preparato facendo quello che le divinità mi permettono fare.
E.Ma.