Comodamente sedute/39: la patata accomodante e la forza dei compromessi
Se c’è un menù che accontenta veramente tutta la famiglia e non stanca mai, sono i petti di pollo impanati con le patate. Io per prima li adoro.
Sì lo so, non è certo tra i cibi più sani, ma quando vedo i miei figli fare ritorno a casa reduci da una giornata faticosa, non posso fare a meno di accontentarli, perché quando lo stomaco è soddisfatto, migliora anche l’umore.
Comunque dicevamo, le patate.
PATATE CHIPS
Prendete delle patate non troppo grandi e con una forma abbastanza regolare e lavatele accuratamente perché questa ricetta prevede di utilizzarle con la buccia che, non so se lo sapevate, è ricca di potassio, fibre e vitamine.
Tagliatele a fette molto sottili e disponetele sulla leccarda ricoperta di carta forno vicine ma non sovrapposte. Salatele con cura e versate a filo un po’ d’olio su tutta la superficie.
A piacere potete aggiungere anche rosmarino, paprika o pepe.
Infornate a 200 per 15/20, vedrete che cominceranno a dorarsi.
Aiutandovi con una paletta, disponete in un patto e servitele calde.
Rimangono piuttosto morbide, se le preferite più croccanti vi consiglio di tagliarle ancora più sottili (meglio se utilizzate una mandolina) oppure prima di stenderle sulla teglia, infarinatele leggermente.
Vi consiglio di prepararne almeno due teglie perché spariscono in un attimo, sono velocissime da preparare e molto buone!
Contrariamente a quanto si creda, la patata è un alimento ricchissimo di vitamine e minerali, ha un contenuto medio di calorie soprattutto ha un meraviglioso effetto saziante.
Mentre cucinavo le mie patate ho pensato con gratitudine a questo alimento che mi ha salvato tantissime volte da pranzi e cene dell’ultimo minuto, perché è talmente accomodante che si presta alla preparazione di primi, secondi, antipasti e persino dolci.
ACCOMODANTE
Che cede facilmente o è pronto ad adattarsi alle situazioni, accondiscendente, conciliante, arrendevole.
La patata non è la sola ad essere accomodante, anzi a essere sinceri credo proprio che accomodanti lo siamo stati un po’ tutti nella vita e sicuramente per più di una buona ragione.
Quante volte ci è capitato di accettare situazioni, compromessi, scelte solo per evitare il conflitto, per il “quieto vivere”, per non dispiacere o deludere qualcuno, o perché così facendo avremmo evitato polemiche e discussioni?
Si fa in fretta a farci l’abitudine di essere accomodanti, a un certo punto entra a far parte così profondamente del nostro modo di vivere, che diversamente gli altri si stupirebbero se non lo fossimo.
A forza di essere accomodanti, abbiamo snaturato la bellezza di ciò che significa veramente esserlo. Perché cercare di accontentare gli altri non è sbagliato, anzi! Seminare un po’ di altruismo e generosità, rendere felici le persone che amiamo sacrificando il nostro tempo e i nostri desideri è una cosa bella, purché non soffochi sempre, sistematicamente i miei bisogni. Perché posso pensare agli altri, se farlo mi fa stare bene, senza per questo dimenticare me stessa.
Posso essere accomodante, ma posso anche cercare un compromesso che vada bene ad entrambe le parti, senza dare per scontato il fatto che ciò che voglio non interessa a nessuno.
Posso essere accomodante oggi e non esserlo domani senza per questo sentirmi in colpa, ma mettendomi in ascolto di ciò che mi fa stare bene.
Essere accomodante mi è sempre venuto facile nella vita, forse fin troppo.
Detesto confliggere e coltivo da sempre il desiderio di rendere felici le persone, quindi capite bene che non ho mai fatto molta fatica a mettere al primo posto i bisogni degli altri anziché i miei.
Poi però, è mancato mio marito, e in qualche modo ho capito che per andare avanti dovevo necessariamente riportarmi in cima alla classifica della mia vita e mettermi in ascolto di me stessa, domandandomi sinceramente cosa ne volessi fare dei miei giorni e ho capito che pur mantenendo intatto il mio desiderio di altruismo, dovevo necessariamente prendermi cura di me.
E così strada facendo ho imparato che
1) Non posso piacere a tutti anche se lo vorrei,
2) Non posso accettare comportamenti che non condivido anche se ciò significa creare polemica,
3) Non posso rinnegare i valori in cui credo.
Essere accomodante richiede tantissima energia e costruire le mie relazioni sull’accondiscendenza non mi porterebbe da nessuna parte. Non voglio dimenticare il mio valore.
E voi amiche? Fino a che punto siete accomodanti?
Sì lo so, non è certo tra i cibi più sani, ma quando vedo i miei figli fare ritorno a casa reduci da una giornata faticosa, non posso fare a meno di accontentarli, perché quando lo stomaco è soddisfatto, migliora anche l’umore.
Comunque dicevamo, le patate.
Qualche volta cedo alla tentazione di friggerle, ma ultimamente devo dire che ho trovato una ricetta alternativa veramente sorprendente che vi giro al volo.
PATATE CHIPS
Prendete delle patate non troppo grandi e con una forma abbastanza regolare e lavatele accuratamente perché questa ricetta prevede di utilizzarle con la buccia che, non so se lo sapevate, è ricca di potassio, fibre e vitamine.
Tagliatele a fette molto sottili e disponetele sulla leccarda ricoperta di carta forno vicine ma non sovrapposte. Salatele con cura e versate a filo un po’ d’olio su tutta la superficie.
A piacere potete aggiungere anche rosmarino, paprika o pepe.
Infornate a 200 per 15/20, vedrete che cominceranno a dorarsi.
Aiutandovi con una paletta, disponete in un patto e servitele calde.
Rimangono piuttosto morbide, se le preferite più croccanti vi consiglio di tagliarle ancora più sottili (meglio se utilizzate una mandolina) oppure prima di stenderle sulla teglia, infarinatele leggermente.
Vi consiglio di prepararne almeno due teglie perché spariscono in un attimo, sono velocissime da preparare e molto buone!
Contrariamente a quanto si creda, la patata è un alimento ricchissimo di vitamine e minerali, ha un contenuto medio di calorie soprattutto ha un meraviglioso effetto saziante.
Mentre cucinavo le mie patate ho pensato con gratitudine a questo alimento che mi ha salvato tantissime volte da pranzi e cene dell’ultimo minuto, perché è talmente accomodante che si presta alla preparazione di primi, secondi, antipasti e persino dolci.
Che cede facilmente o è pronto ad adattarsi alle situazioni, accondiscendente, conciliante, arrendevole.
La patata non è la sola ad essere accomodante, anzi a essere sinceri credo proprio che accomodanti lo siamo stati un po’ tutti nella vita e sicuramente per più di una buona ragione.
Quante volte ci è capitato di accettare situazioni, compromessi, scelte solo per evitare il conflitto, per il “quieto vivere”, per non dispiacere o deludere qualcuno, o perché così facendo avremmo evitato polemiche e discussioni?
Ma fa bene essere accomodanti, mettere in secondo piano i nostri desideri, le nostre aspirazioni, il rispetto verso noi stesse per accontentare altre persone seppur importanti per noi?
A forza di essere accomodanti, abbiamo snaturato la bellezza di ciò che significa veramente esserlo. Perché cercare di accontentare gli altri non è sbagliato, anzi! Seminare un po’ di altruismo e generosità, rendere felici le persone che amiamo sacrificando il nostro tempo e i nostri desideri è una cosa bella, purché non soffochi sempre, sistematicamente i miei bisogni. Perché posso pensare agli altri, se farlo mi fa stare bene, senza per questo dimenticare me stessa.
Posso essere accomodante, ma posso anche cercare un compromesso che vada bene ad entrambe le parti, senza dare per scontato il fatto che ciò che voglio non interessa a nessuno.
Posso essere accomodante oggi e non esserlo domani senza per questo sentirmi in colpa, ma mettendomi in ascolto di ciò che mi fa stare bene.
Essere accomodante mi è sempre venuto facile nella vita, forse fin troppo.
Detesto confliggere e coltivo da sempre il desiderio di rendere felici le persone, quindi capite bene che non ho mai fatto molta fatica a mettere al primo posto i bisogni degli altri anziché i miei.
Poi però, è mancato mio marito, e in qualche modo ho capito che per andare avanti dovevo necessariamente riportarmi in cima alla classifica della mia vita e mettermi in ascolto di me stessa, domandandomi sinceramente cosa ne volessi fare dei miei giorni e ho capito che pur mantenendo intatto il mio desiderio di altruismo, dovevo necessariamente prendermi cura di me.
E così strada facendo ho imparato che
1) Non posso piacere a tutti anche se lo vorrei,
2) Non posso accettare comportamenti che non condivido anche se ciò significa creare polemica,
3) Non posso rinnegare i valori in cui credo.
Essere accomodante richiede tantissima energia e costruire le mie relazioni sull’accondiscendenza non mi porterebbe da nessuna parte. Non voglio dimenticare il mio valore.
E voi amiche? Fino a che punto siete accomodanti?
Aspetto le vostre storie e naturalmente anche questa settimana se volete passare a salutarmi nel mio blog www.comodamentesedute.com vi aspetto.
Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo