Verderio: inaugurata la mostra ''Ci vuole un fiore'' di Raffaella Drusian che vedeva con gli occhi della mente e regalava emozioni
Raffaella Drusian continua a vivere attraverso i suoi quadri. Questo è stato il messaggio con cui venerdì 1 aprile si è ricordata l'artista verderese colpita, a 17 anni, da una grave malattia che l'ha resa quasi del tutto cieca, e venuta a mancare l'11 aprile dell'anno scorso. A quasi un anno di distanza, al piano terra di Villa Gallavresi, a Verderio, è stata allestita, e inaugurata, la mostra in sua memoria dal titolo "Ci vuole un fiore..." aperta al pubblico domenica 3 aprile e il prossimo, fino al 10 aprile, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
"Penso che Raffaella sia presente qui con noi - ha esordito il fratello Stefano - lei era amante degli uccellini e ogni giorno quando ne appare uno mi piace immaginare che sia lei. Sono sicuro che è contenta di vedere qui oggi tutta la sua famiglia riunita" ha detto rivolgendosi agli amici presenti e ringraziando associazioni e amministrazione che hanno permesso ciò.
Il fratello di Raffaella, Stefano Drusian, e le curatrici della mostra, Lianne Schreuder e Louise Green
I genitori di Raffaella, Luciano e Franca, con il figlio Stefano accanto alla moglie
In particolare, Lianne Schreuder, presidente di "CollegaMenti" che insieme a Louise Green, ha curato l'esposizione delle opere. "Abbiamo cercato di seguire un filo cronologico - ha spiegato Schreuder - a partire dal periodo scolastico, quando talento e capacità erano espressi attraverso i mezzi artistici". Raffaella, infatti, si legge nella sua biografia scritta da Luana Casiraghi, era studentessa del Liceo Artistico di Monza, che poi sarà costretta ad abbandonare a causa della malattia. Ma questo non le ha impedito di continuare la sua passione e dimostrare le sue doti fuori dal comune.
"Con il perdere della vista ha dovuto fare affidamento solo alla sua memoria. Nonostante ciò ha tirato fuori una libertà artistica tremenda. Era capace di vedere con gli occhi della mente" ha proseguito la Presidente di CollegaMenti. Nell'osservare i suoi dipinti, realizzati con tecniche diverse come le tempere o gli acquerelli, che più di tutto amava, si nota sempre l'elemento della natura: "l'albero, che è simbolo di vita, di collegamento tra la terra e il cielo, espressione dell'anima. Le radici che sono l'attaccamento alla famiglia". La vita di Raffaella non è stata certo facile, ma lei ha saputo cogliere il lato positivo nella difficoltà, trasmettendolo anche agli altri. "Per noi compaesani eri un fiore - ha recitato con emozione Green - quanto ti incontravamo regalavi luce, gioia, calore umano, con soli dieci minuti di chiacchierata".
Accanto alla sua vitalità contagiosa, alla sensibilità verso il prossimo e chi si trovava in situazioni peggiori della sua, non sono mancate però le sofferenze fisiche e mentali. Un aspetto di cui si è saputo soltanto più tardi leggendo tra le pagine del suo diario.
"Ti salutiamo come amavi fare tu quando ti congedavi con noi: ti voglio tanto bene" ha concluso Green. Il suo animo gentile resterà a lungo nel cuore di chi per quasi vent'anni ha avuto la fortuna di viverla quotidianamente: i volontari dell'associazione "Il Grappolo" di Robbiate, "dove Raffaella ha trovato terreno fertile per coltivare le sue esperienze" ha ricordato Giancarlo Visigalli, presidente del sodalizio, "lei era sempre di buon umore, mi abbracciava e mi ringraziava. Mi è rimasta nel cuore".
A parlare a nome dell'Amministrazione è stato infine l'assessore Francesco Falsetto, che ha ricordato la "determinazione, motivazione e il coraggio" di Raffaella "nel dimostrare che il bello è inarrestabile e che il segno che ha lasciato continua a vivere attraverso le sue opere".
La presidente della Pro Loco di Verderio, Romina Villa, che ha promosso l'evento, ha concluso definendo la mostra "un'occasione per chi non conosce Raffaella di scoprirla, e per chi invece ha avuto il piacere di incontrarla, di cogliere ancora di più di lei dai suoi quadri".
F.Fu.