Calco: era stata ospite della famiglia da piccola, dopo 18 anni Polina è ritornata con i suoi due bambini fuggiti da Chernihiv

È difficile trovare aspetti positivi della guerra, ma un ricongiungimento a quasi vent'anni di distanza può essere un piccolo barlume di felicità dentro a un mare di terrore. Questa è la storia di Polina, 34enne originaria di Černihiv (città al Nord dell'Ucraina, vicino al confine con Russia e Bielorussia).

Dal 1993, quando aveva sei anni, Polina e i suoi fratelli d'estate venivano a trascorrere un mese in Italia. Suo fratello a San Zeno e sua sorella ad Arlate, mentre lei a Calco, ospite di Pina, Vincenzo e delle loro figlie Gloria e Laura. "Erano soggiorni terapeutici - ricorda Pina - organizzati grazie all'associazione Les Cultures di Lecco per tenere lontani i bambini ucraini dall'aria inquinata di Chernobyl". E così Polina, fino al 2004, è venuta a Calco, dove Pina la portava a passeggiare nei boschi e nelle aree verdi, e dove un inverno, spostandosi a Caspoggio, l'ha anche portata a sciare. L'obbiettivo naturalmente era quello di tenere Polina quanto più lontano dallo smog e farle respirare solo aria fresca.

"Ci siamo legati e affezionati fin da subito a lei, - ha spiegato Pina. - Ricordo di un anno in cui, prima di tornare in Ucraina, le abbiamo regalato una piccola macchina fotografica usa e getta. Le avevamo detto di fare tutte le foto che voleva e poi di riportarla l'anno venturo, così avremmo fatto sviluppare il rullino. Ricordo quando uscirono le foto che aveva scattato a quella che era la sua casa... quel momento ci ha fatto legare ancora di più a lei".

Dal compimento dei diciassette anni Polina non è più potuta tornare a soggiornare a Calco e per alcuni anni Pina e la sua famiglia hanno perso ogni contatto con lei, nonostante avessero provato a scriverle delle lettere. Poi con l'avvento di Facebook le figlie di Pina sono riuscite a ritrovarla e negli anni di sono scritte molto. Polina ha raccontato di aver perso i suoi fratelli e sua mamma, ma anche di essersi sposata e aver avuto una figlia.

"Ancor prima dello scoppio della guerra volevamo chiedere a Polina di tornare a trovarci, - ha continuato Pina - soprattutto quando abbiamo saputo che aspettava un secondo bambino". Poi però la guerra è scoppiata e tornare in Italia per Polina è diventata quasi una necessità, in modo da mettere in salvo lei, i suoi bambini e la giovane sorella di suo marito. "Quando abbiamo saputo che un pullman Marasco sarebbe partito per andare a recuperare alcuni profughi l'abbiamo detto a Polina e l'abbiamo messa in contatto con i referenti del viaggio".

Così Polina martedì 15 marzo è partita in macchina con sua figlia Kristina (8 anni), sua cognata Irina (20 anni) e il piccolo Igor, nato il 3 febbraio. Da Černihiv sono arrivati a Kiev, dove hanno preso un treno diretto a Leopoli: un viaggio durato 15 ore. Da Leopoli di nuovo in treno fino a Varsavia, città da cui partiva il pullman Marasco, che è poi arrivato a Paderno d'Adda nel pomeriggio di domenica 20 marzo, dopo un viaggio di quasi 20 ore.

Ora Polina, Irina, Kristina e Igor sono al sicuro, ospiti di Pina e Vincenzo a Calco. Kristina, e persino il piccolo Igor, a volte si spaventano ancora quando vedono volare gli arei, ma Pina li rassicura: "Qui potete stare tranquilli". Pina vorrebbe inserire Kristina a scuola, dove per altro ci sono anche i suoi nipoti che le farebbero compagnia. Per Polina invece resta il pensiero di suo marito Alexander, militare di professione, impegnato nel proteggere la sua nazione. "Ci piacerebbe che venisse qui anche lui - ha concluso Pina - e che potessero vivere tutti in pace".

E.Ma.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.