Armando Crippa: ''A Chernihiv solo macerie, ma noi ci saremo a guerra finita per aiutare la Regione e gli ospedali a risorgere''

"Ogni bomba che cade sulla regione di Chernihiv colpisce un po' anche noi". E' profondo il legame tra l'associazione "Cassago chiama Chernobyl" e quel fazzoletto di terra al confine con la Biolerussia, compreso nell'area contaminata in seguito all'incidente nucleare del 26 aprile 1986. Sono più di venticinque anni che l'associazione di Cassago organizza soggiorni terapeutici per i bambini ucraini il primo nel 1996 e il presidente Armando Crippa più volte ha visitato quei luoghi.

Armando Crippa

 

Oggi trascorre le sue giornate tra il centro di raccolta di generi alimentari e le ore al telefono con i benefattori, ma soprattutto con i "suoi" ragazzi rimasti a Chernihiv che ormai sono diventati adulti e da settimane vivono sotto le bombe. Ogni messaggio è uno strazio ma per fortuna ogni tanto arriva anche qualche buona notizia, come ci racconta Armando Crippa. 

"Siamo in contatto con numerose famiglie ucraine e spesso riceviamo messaggi e immagini davvero devastanti della guerra... Noi ci siamo attivati fin da subito per raccogliere viveri e generi di prima necessità per aiutare i nostri amici ucraini. La risposta del territorio è stata sorprendente, abbiamo raccolto oltre 200 tonnellate di aiuti che abbiamo suddiviso e stipato in un magazzino molti già spediti  e altri in attesa di inviarli a destinazione. Altri nel frattempo sono già partiti con camion carichi di aiuti diretti in Polonia, dove poi vengono trasbordati su altri mezzi per essere distribuiti all'interno del Paese. Il nostro obiettivo è far giungere gli aiuti a Chernihiv, dove vivono i nostri ragazzi ma non abbiamo certezze. Con l'entusiasmo, capacità e conoscenze di alcune ragazze della nostra associazione Svieta Tania Oksana siamo riusciti a far arrivare alcuni Tir di alimenti fino a Chernihiv, una piccola goccia di fronte al dramma che stanno attraversando, ma tanto basta per non farli sentire soli in modo che la nostra solidarietà e la nostra vicinanza possano dar loro una speranza maggiore. Intanto anche alcune nostre ragazze ospitate da piccole ora mamme con bambini, e alcuni dei loro parenti hanno raggiunto la loro famiglia italiana e sono ospitati presso di loro. Non solo, proprio questa mattina grazie ad alcuni nostri contatti in Ucraina siamo riusciti a metterci in contatto con il dottor Andrey Zhidenko. Il primario dell'ospedale è stato molto felice di sentirci e presto ci farà avere un elenco dei materiali cui l'ospedale necessita con maggior urgenza". "Sempre nei giorni scorsi tramite uno dei nostri collaboratori il sindaco di Chernihiv Atroshenko ci ha fatto sapere che hanno bisogno di taniche in plastica per contenere liquidi, di generatori di corrente, perché la linea elettrica è praticamente inesistente, e naturalmente di alimenti. Ci stiamo organizzando per far partire al più presto un carico con le taniche, tre generatori di corrente e cibo. Il problema è riuscire a raggiungere quelle zone al centro del conflitto. Viviamo alla giornata con il cuore in gola e in attesa di notizie rassicuranti, ma purtroppo sappiamo che 'è una guerra e può accadere di tutto in ogni momento". 


Armando Crippa come tutti si augura che presto si ponga fine alla guerra, ma è anche consapevole, grazie alle testimonianze e le immagini inviategli da Chernihiv, che della città che aveva conosciuto resterà solo un cumulo di macerie. Per questo motivo con l'associazione e in collaborazione con il network di Merateonline ha deciso di avviare contestualmente una nuova campagna di raccolta fondi, per riprendere e portare a termine quell'ambizioso progetto avviato anni fa e interrotto prima dalla pandemia ed ora dalla guerra. 

"Dopo aver ospitato i bambini della regione di Chernihiv per alcuni anni con le famiglie italiane siamo stati in Ucraina a far visita alle famiglie che ci affidavano i loro figli. Ci siamo ben presto resi conto della stato di povertà in cui vivevano e soprattutto delle condizioni drammatiche delle strutture sanitarie. A quel punto accanto all'iniziativa dell'accoglienza abbiamo dato vita a un altro progetto, condiviso con le autorità regionali ucraine e Regione Lombardia, per sostenere l'ammodernamento degli ospedali della regione. In questi anni abbiamo inviato quasi venti autoambulanze, letti ospedalieri e apparecchiature sanitarie che venivano dismesse dai nostri ospedali.  Grazie all'aiuto del dottor Giacomo Molteni, che ha seguito l'iniziativa, siamo riusciti a fare cose straordinarie, consolidando un rapporto di amicizia con le autorità del posto. Un impegno, il nostro, che ci è stato ufficialmente riconosciuto lo scorso anno quando prima a Chernihiv e successivamente a Kiev ci sono state consegnate dalle autorità le targhe per la nostra opera. Ora però tutto quello che abbiamo costruito rischia di essere distrutto, se già non lo è stato, dalle bombe. Quando questa maledetta guerra finirà vogliamo farci trovare pronti a riprendere l'opera che avevamo avviato. Vogliamo riprendere il progetto interrotto dalla guerra e portare avanti la nostra iniziativa. Non sappiamo cosa ci aspetta ma questo non ci spaventa. Siamo un gruppo coeso e determinato e grazie al sostegno di Merateonline insieme alle numerose famiglie ospitanti, alle ragazze Ucraine Svieta, Tania e Oksana che sono il nostro futuro come associazione,  con Milena Panzeri che è stata un riferimento importantissimo nel punto di raccolta a La Valletta Brianza contiamo di creare una squadra ancor più numerosa e determinata. Non sarà la guerra a interrompere quel filo rosso che unisce il nostro territorio agli amici di Chernihiv".
Angelo Baiguini
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