Centrodestra: la ridicola fatwa contro Airoldi e la decisa presa di posizione del suo gruppo
Ma la lunga lettera del gruppo che sostiene Federico Airoldi, sindaco di Brivio, ci costringe a dedicarle quattro righe.
Dunque ogni tanto i sindaci di centrodestra si riuniscono con lo scopo di parlare di questioni politiche. Il parterre ci porta a dubitare che ciò accada davvero. Siamo più propensi a credere che uno parla e dà le direttive e gli altri ascoltano e eseguono.
Fuoriclasse tra i sindaci dell'area di centrodestra non ne riusciamo a vedere neanche se possono mettere sul tavolo gradi, mostrine e cariche.
La distanza tra Toto (con tutto il rispetto che merita chi si impegna per la collettività) e Ravot o Conrater è siderale. E non serve aggiungere altro.
Siccome il sindaco di Brivio all'ultimo vertice che doveva sancire la nomina di Marco Bonaiti a Presidente dell'ATO - qualcuno dei presenti neppure sapeva chi fosse questo Bonaiti ma tutti hanno approvato freneticamente - non c'è andato è scattata la fatwa. Via stampa anche se, diciamo così, non proprio diffusissima. E difatti pochi se ne sono accorti.
Airoldi è fuori dal centrodestra, via, sciò, eliminato, forse addirittura bollato come una spia di Antonio Rusconi avendo dato la propria simpatia ai Civici in campagna elettorale per l'elezione di secondo livello del Consiglio provinciale (salvo poi, sciaguratamente, dare il voto per il presidente, alla candidata leghista Hofmann).
Dio santo a questo siamo? Alle epurazioni? E' caduto tanto in basso il meratese da non saper respingere una tale manovra subendola supinamente? Ma Panzeri, Pendeggia, Toto, Bernocco, Milani, Brambilla rispondono con il chicchirichì al gallo cedrone di turno o trovano la dignità politica di mandarlo gentilmente affanculo?
C.B.
A volte capita di vedere mezze pagine di giornale imbrattate con pezzi che sembrano marchette di bassa lega. Per come la vediamo noi - una valutazione di parte, ovviamente - ci pare sia il caso del pezzo di puro gossip, scritto citando il romanzo di Enrico Brizzi “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”.
Una trama che non si addice all’argomento, forse non ben conosciuta da chi ha scritto, altrimenti avrebbe usato un altro termine di paragone per aprire l’affastellata congerie di stupidate condite con una buona dose di pettegolezzo.
La non notizia sarebbe quella della cancellazione dal gruppo whatsapp, costituito da alcuni sindaci dei comuni del meratese che fanno riferimento all’area politica di centrodestra, del numero di telefono del Sindaco di Brivio, “reo” di non essersi presentato ad una cena organizzata a Montevecchia.
Protagonista, tra gli altri, il gran tessitore. O se vogliamo il gran pellegrino, in senso politico si intende. Colui il quale dopo esser abilmente saltato da un partito all’altro con una buona dose di disinvoltura, quasi come un esperto acrobata, è approdato alla corte di Salvini.
Presente anche tutto lo stato maggiore dei partiti di centrodestra. Quindi una vera e propria cena di partito probabilmente finalizzata a concludere una campagna acquisti iniziata subito dopo il 21 settembre, data del trasloco di alcuni consiglieri regionali da Forza Italia alla Lega e proseguita a tambur battente in occasione delle recenti elezioni provinciali.
Tutto assolutamente legittimo, ancor più con le elezioni politiche e regionali del 2023 sullo sfondo.
Capita spesso che le strategie politiche vengano definite e decise sgranocchiando e degustando ottimi vini e qualche bicchierino di grappa. Però, a parte l’annuncio della cena sbandierato preventivamente alla stampa locale, nulla è trapelato se non il fatto che la manina di una persona molto nota abbia premuto il tasto CANC sul numero del sindaco di Brivio.
E questo è un dato certo. Perché i segreti di quella cena sono segreti di pulcinella. I messaggi che sono girati dopo restano. E squalificano.
Pensiamo che per i lettori e per i cittadini sarebbe stata più utile una sintesi ed un’informazione su eventuali iniziative di una parte politica importante a livello territoriale e provinciale, ed invece alla stampa è stato dato in pasto solo il gossip per colpire un Sindaco.
Un motivo c’è. Il nostro Sindaco ragiona con la sua testa e brilla di luce propria, al contrario di altri personaggi che hanno accettato di vestire i panni dei peones della politica. Non si guadagna di che vivere con la politica perché è un professionista serio ed affermato. Non è caratterialmente compatibile con gli omologatori e con gli yes man, che nella circostanza hanno fatto una figura di merda: sia politica sia istituzionale.
Quando la sintesi di un incontro di vertice è questa, l’unica immagine che può balenare agli occhi di una persona sana di mente è quella di tanti Razzi e Scilipoti, e così capisci il motivo per il quale una parte del meratese è avulsa e mal rappresentata in più ampi contesti societari e politici.
Ci auguriamo che da questa vicenda i commensali che ricoprono un ruolo istituzionale traggano un insegnamento, e prendano le distanze da chi ha ordinato di schiacciare quel tasto e da chi l’ha pedissequamente schiacciato, se non altro per una forma di rispetto e lealtà istituzionale.
Le sfide e le istanze che sono chiamati ad affrontare sono altre. Quelle del PNRR, quelle della crescita delle rispettive comunità, quelle delle famiglie che al 31 marzo realizzeranno che con il caro bollette e gli aumenti della spesa non ce la faranno ad andare avanti. Senza dimenticare i temi di valenza territoriale quali il rilancio di Retesalute ed il destino dell’Ospedale di Merate.
Si concentrino su questo se vogliono essere riconfermati con il 72% dei consensi come il loro collega di Brivio, perché è su questo che i cittadini li giudicheranno.