LIBRI CHE RIMARRANNO/49: ''Lo spacciatore di fumetti'' di Pierdomenico Baccalario
Se i vostri figli, i vostri fratelli più piccoli, i vostri nipoti, i vostri alunni vi dovessero chiedere di capire qualcosa in più su un qualche regime comunista che vuole soffocare un sogno di libertà, se vi chiedessero "ma cosa può fare un ragazzo della mia età contro tutto questo?", se cercassero figure di eroi e non ne trovassero di credibili nei politici o nei condottieri in carne e ossa che oggi popolano i tg, regalategli la storia di un loro coetaneo che sopravvive grazie a supereroi incredibili, e che contagia come può gli altri con questo stesso vento di libertà. L'ha scritta Pierdomenico Baccalario nel 2011 e da allora è un long seller della narrativa scolastica, reso purtroppo ancora più attuale dai fatti di queste settimane: "Lo spacciatore di fumetti" (Einaudi Ragazzi, 240pp, Euro 12,00).
"Spacciatore" è un termine con una connotazione negativa, collegata a qualche sostanza proibita che crei allucinazione e dipendenza. Anche i fumetti, per certi versi, lo sono, e "spacciarli" non è così sbagliato, così come violare la legge, quando una legge è sbagliata.
Siamo nella Budapest del 1989, il regime comunista tenta un ultimo colpo di coda e vieta ogni forma di informazione o lettura che puzzi, in qualche modo, di libertà occidentale. Oggi sarebbero i social network, negli anni Ottanta erano, tra le altre cose, i fumetti.
Sàndor Folesi ha quindici anni e in quelle letture proibite trova la sua piccola primavera di ribellione insieme con i suoi amici, Nikolai, Bibo e Zio Szabó. Veste un grosso giaccone militare con una tasca interna "segreta" per nascondere le sue armi: gli albi dei supereroi americani. I fumetti glieli procura Mikla Francia Kiss ogni giorno 11 del mese, fino a quando mancherà un appuntamento. Cosa gli è successo?
Fughe in bicicletta e litigi familiari fanno da controcanto agli ultimi sussulti di un regime totalitario che non si combatte solo a colpi di armi.
Mettete dei fumetti nei vostri cannoni e troverete eroi.
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Rubrica a cura di Stefano Motta