Paderno: 29 Ucraini, tra cui diversi bambini, portati in Italia 20 ore di viaggio, la notte in palestra, poi via verso altre città



Ce l'hanno fatta. Ventinove profughi ucraini si sono lasciati alle spalle le brutalità della guerra e hanno raggiunto Paderno d'Adda una manciata di minuti dopo le 17.30 di ieri pomeriggio, domenica 20 marzo. Hanno sceso i gradini del pullman, davanti alla Casa Famiglia Papa Francesco di fronte all'Oratorio di paese, dopo un viaggio stremante di più di venti ore, partito sabato sera da Varsavia, in Polonia.

Per primi sono scesi i tre autisti e il professor Fabio Carlini, mente dell'iniziativa. Qualche istante dopo, sul varco del portone posteriore del "Marasco Viaggi", si sono palesati i primi volti, visibilmente provati, dei profughi ucraini. Quegli occhi spaesati hanno incontrato quelli del primo cittadino Gianpaolo Torchio, dell'assessore Barbara Riva, di Don Antonio e dei volontari che con l'aiuto dell'interprete, Pietro, hanno indicato loro dove dirigersi. Sono scese soprattutto donne, sia giovani che signore anziane, e pochissimi uomini.

 

A catalizzare i presenti sono state immagini come quelle delle madri che tenevano per mano il proprio figlio o la propria figlia, di pochi anni. Quella di un padre che stringeva tra le braccia una bambina piccolissima, che con molta probabilità non raggiungeva l'anno di età; di un bambino, anche lui molto piccolo, accanto alla sua mamma, che cingeva al petto un peluche. Con loro avevano soltanto uno zaino o una borsa, e dei sacchetti di plastica. Dati gli spazi limitati, sul pullman si sono potuti caricare pochi trolley e soltanto chi è salito per primo ha avuto la fortuna di portare il bagaglio con sé.

Dopo il lungo viaggio, ad attenderli, la procedura sanitaria. Sul retro della casa famiglia è stato allestito lo spazio per effettuare i tamponi, dove tutti e ventinove sono stati sottoposti a test rapido. Fortunatamente nessuno è risultato positivo. A farsi carico della procedura sono state le Usca, unità speciali di continuità assistenziale, coordinate dalla dottoressa Castelli di Ats. A riempire gli spazi di attesa, invece, ci hanno pensato i volontari, che per fare sentire queste persone un pochino più "a casa" hanno distribuito tè caldo e regalato peluche ai più piccoli.

 

Un volontario, che si è persino improvvisato clown, con un naso rosso sulla mascherina e fra le mani palloncini modellabili, ha catturato l'attenzione di due bambini. L'accoglienza è andata avanti, una volta superato lo step tampone, all'interno della struttura dove hanno potuto mangiare qualcosa e provare a rilassarsi fino al momento dell'arrivo delle pizze, gentilmente offerte dai padernesi tramite l'iniziativa "Pizza Sospesa". L'ultimo spostamento è quello che li ha portati all'interno del Centro Sportivo di via Airoldi dove hanno trascorso la notte. Anche qui l'apporto dei volontari si è dimostrato prezioso: hanno messo a terra tutte le brandine e preparato i letti prima che i profughi arrivassero. Ma non solo. Hanno pensato anche a qualche gioco per intrattenere i piccoli regalandogli qualche momento ancora di svago prima di coricarsi.

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Come è noto Paderno è stato "soltanto" il punto di pernottamento, temporaneo. Questa mattina, per alcuni già a partire dalle 5.30, il loro viaggio è ripreso. Dalla stazione dei treni dovrebbero raggiungere quattro province della Penisola (Torino, Ferrara, Firenze e Taranto) dove a prendersi carico dei rifugiati questa volta saranno le comunità dell'associazione Don Orione.

Federica Fumagalli
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