Paderno: 29 Ucraini, tra cui diversi bambini, portati in Italia 20 ore di viaggio, la notte in palestra, poi via verso altre città
Per primi sono scesi i tre autisti e il professor Fabio Carlini, mente dell'iniziativa. Qualche istante dopo, sul varco del portone posteriore del "Marasco Viaggi", si sono palesati i primi volti, visibilmente provati, dei profughi ucraini. Quegli occhi spaesati hanno incontrato quelli del primo cittadino Gianpaolo Torchio, dell'assessore Barbara Riva, di Don Antonio e dei volontari che con l'aiuto dell'interprete, Pietro, hanno indicato loro dove dirigersi. Sono scese soprattutto donne, sia giovani che signore anziane, e pochissimi uomini.
A catalizzare i presenti sono state immagini come quelle delle madri che tenevano per mano il proprio figlio o la propria figlia, di pochi anni. Quella di un padre che stringeva tra le braccia una bambina piccolissima, che con molta probabilità non raggiungeva l'anno di età; di un bambino, anche lui molto piccolo, accanto alla sua mamma, che cingeva al petto un peluche. Con loro avevano soltanto uno zaino o una borsa, e dei sacchetti di plastica. Dati gli spazi limitati, sul pullman si sono potuti caricare pochi trolley e soltanto chi è salito per primo ha avuto la fortuna di portare il bagaglio con sé.
Dopo il lungo viaggio, ad attenderli, la procedura sanitaria. Sul retro della casa famiglia è stato allestito lo spazio per effettuare i tamponi, dove tutti e ventinove sono stati sottoposti a test rapido. Fortunatamente nessuno è risultato positivo. A farsi carico della procedura sono state le Usca, unità speciali di continuità assistenziale, coordinate dalla dottoressa Castelli di Ats. A riempire gli spazi di attesa, invece, ci hanno pensato i volontari, che per fare sentire queste persone un pochino più "a casa" hanno distribuito tè caldo e regalato peluche ai più piccoli.
Un volontario, che si è persino improvvisato clown, con un naso rosso sulla mascherina e fra le mani palloncini modellabili, ha catturato l'attenzione di due bambini. L'accoglienza è andata avanti, una volta superato lo step tampone, all'interno della struttura dove hanno potuto mangiare qualcosa e provare a rilassarsi fino al momento dell'arrivo delle pizze, gentilmente offerte dai padernesi tramite l'iniziativa "Pizza Sospesa". L'ultimo spostamento è quello che li ha portati all'interno del Centro Sportivo di via Airoldi dove hanno trascorso la notte. Anche qui l'apporto dei volontari si è dimostrato prezioso: hanno messo a terra tutte le brandine e preparato i letti prima che i profughi arrivassero. Ma non solo. Hanno pensato anche a qualche gioco per intrattenere i piccoli regalandogli qualche momento ancora di svago prima di coricarsi.
Come è noto Paderno è stato "soltanto" il punto di pernottamento, temporaneo. Questa mattina, per alcuni già a partire dalle 5.30, il loro viaggio è ripreso. Dalla stazione dei treni dovrebbero raggiungere quattro province della Penisola (Torino, Ferrara, Firenze e Taranto) dove a prendersi carico dei rifugiati questa volta saranno le comunità dell'associazione Don Orione.