Il Parco del Curone media con la Regione per ospitare ucraini

Marco Molgora
Sono oltre 10 mila gli sfollati che dall’Ucraina sono arrivati fino ad ora in Lombardia, metà dei quali hanno raggiunto Milano e Provincia. I più sono ospitati da parenti, amici, conoscenti. Appena il 4% è stato sistemato presso le strutture pubbliche di accoglienza. Stante la portata emergenziale dell’esodo, il Parco di Montevecchia e della Valle del Curone vorrebbe fare, nel suo piccolo, la propria parte.

La settimana scorsa il presidente Marco Molgora ha proposto ai componenti del Consiglio di Gestione dell’Ente Parco di mettere a disposizione gli spazi della foresteria di Cascina Butto per ospitare in via straordinaria quattro persone in fuga dall’Ucraina. In particolare, una stanza con due letti a castello, un bagno attrezzato con doccia e una cucina. L’organismo all’unanimità ha apprezzato l’idea, ma si è dovuto scontrare con la burocrazia. La direzione del Parco ha fatto notare che al momento della rendicontazione economico-finanziaria dell’anno vanno specificate le strutture utilizzate e a quale fine sono state impiegate. Per ottenere il contributo ordinario regionale di 260 mila euro gli immobili del Parco non possono essere utilizzati che per le funzioni del Parco stesso. Esiste già un precedente in cui la Regione non ha fatto sconti. “Abbiamo avuto conferma dai funzionari della Regione che la norma è ancora in vigore e che dunque, se le cose restassero così, non potremo accogliere la gente che arriva dall’Ucraina, purtroppo – commenta Marco Molgora – Abbiamo scoperto che questo vincolo era stato introdotto perché il Parco dei Colli di Bergamo utilizzava alcune sue strutture per l’accoglienza dei migranti e così gli hanno tolto il contributo”.

I numeri degli arrivi di profughi non si arrestano però, anzi continuano ad aumentare. La Regione sta costruendo un piano di accoglienza. Il presidente Molgora auspica che all’interno di esso venga concesso di andare in deroga al vincolo che chiuderebbe il rubinetto del contributo ordinario al Parco. “Noi siamo un Parco regionale e ci atteniamo alle indicazioni che ci arrivano dalla Regione – dichiara il numero uno di Cascina Butto – Mi auguro però che questa norma possa essere rivista in via straordinaria. I componenti del nostro Consiglio di Gestione, in modo trasversale, si sono attivati facendo presente ai consiglieri regionali questo aspetto che ci frena e chiedendo che il vincolo possa essere sbloccato”.
M.P.
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