Raccolta fondi mirata per ospedale e orfanatrofi di Cernihiv dove dal 1996 Cassago chiama Cernobyl aiuta la Pro Infanzia. Ora in campo un gruppo volontari per chi arriva e chi resta là

RAI con croce Rossa e Unicef, Mediaset con Caritas, Discovery con Save the Children: i grandi network sono in campo per raccogliere fondi da convogliare nelle principali associazioni di assistenza.

Anche i sodalizi meratesi hanno optato per una raccolta fondi non finalizzata ma orientata a favore di Caritas.

Ma sul territorio c'è un'associazione che sin dal 1996 lavora per associazioni umanitarie ucraine, Cassago chiama Cernobyl, presieduta fin dalla nascita da Armando Crippa che vanta per questo numerosi riconoscimenti da parte delle autorità regionali e nazionali ucraine. Partner di questa associazione fin dai primi progetti di accoglienza dei bambini per vacanze terapeutiche estive e invernali è la Fondazione "Pro infanzia di Cernigov (Detskij Fond) che da lustri individua i bisogni più urgenti e le modalità di intervento in base alla realtà locale e sociale, mirati comunque ad enti pubblici quali scuole, ospedali, orfanatrofi e enti sociali.

Nell'ottobre 2015 la Fondazione ucraina, sollecitata dalla direzione generale dell'ospedale regionale di Cernihiv (Chernigov in inglese, regione nella quale si trovano Cernobyl e le aree colpite, nel 1986, dalle radiazioni in seguito all'incidente della centrale nucleare) ha chiesto un particolare impegno per l'adeguamento di arredi e apparecchiature biomedicali di questo ospedale che svolge funzioni di "hub" per le prestazioni di livello superiore.
Un primo aiuto è arrivato dall'ASST Lecco. Poi, in seguito alla creazione di una rete regionale delle associazioni, attraverso il recupero di attrezzature diagnostiche, sale operatorie, arredi, letti e interventi sia di edilizia che di impiantistica, l'associazione Cassago chiama Cernobyl ha dotato il presidio regionale di Cernihiv di strutture molto avanzate per lo standard ucraino.
 
Scoppiata la guerra con l'invasione russa, l'associazione grazie all'infaticabile lavoro della famiglia Bonanomi titolare de "Il trasporto", dei propri volontari, di quelli          dell'associazione Pelagus e di giovani e meno giovani ha allestito decine di Tir carichi di ogni genere di necessità, dai cibi alle coperte al medicinali inviati fino al confine ucraino.

 
Il centro di raccolta a La Valletta è una vera e propria "fabbrica" in cui entrano automezzi provenienti da ogni dove (sabato perfino da Boffalora ticinese, "scortato" dal sindaco, Sabina Doniselli, consiglieri e volontari), scaricano la merce che viene suddivisa, catalogata e poi rimessa su autotreni e bilici in partenza per l'Ucraina.


L'obiettivo è concreto e mirato: la regione di Cernihiv con particolare riferimento all'ospedale principale (uno secondario è già stato abbattuto dalle bombe russe) e gli orfanotrofi  che in questa regione sono numerosi.
 
 L'orizzonte non è limitato all'emergenza. L'associazione lavora da oltre 25 anni e si prepara a affrontare il dopo, cioè la ricostruzione in Ucraina e l'assistenza ai profughi che non potranno tornare tanto presto in una patria distrutta.
 
Ecco, la finalità della nuova iniziativa - sostenuta da un gruppo di volontari che ci mette la faccia per garantire e testimoniare dove andranno i fondi raccolti - è proprio questa: continuare ad aiutare gli ucraini nella loro terra e assistere quanti sono giunti da noi e ci dovranno restare a lungo.
 
Un'azione mirata, quindi, non generica affidata alle pur lodevoli grandi associazioni umanitarie come Caritas. Un'azione di cui il gruppo di volontari renderà conto settimana dopo settimana anche con "dirette" dall'Ucraina curate dai volontari della Fondazione Pro Infanzia di Cernihiv.
 
Al gruppo può aderire chiunque, ne daremo conto di volta in volta. Così come chiunque lo desidera può visitare il centro di raccolta a Perego La Valletta Brianza per verificare e toccare con mano come il contributo viene utilizzato.
 
Più siamo e più potremo aiutare la rete sociosanitaria di questa Regione e il grande ospedale di Cernigov che dispone di 690 posti letto con due reparti di terapia intensiva e novemila interventi chirurgici ma che oggi è quasi sprovvisto di antidolorifici, lacci emostatici, garze pur dovendo curare civili e militari feriti, con i corpi squarciati dalle schegge delle bombe.
 
Una situazione tragica che documenteremo dall'interno dell'ospedale.

 

PER LE DONAZIONI - C/C Cassago chiama Cernobyl ODV

 causale "Emergenza Chernighiv"

 
IBAN: IT 64 J 03069 09606 1000 0018 6174

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