Merate: anziana invalida ''bloccata'' in casa per la mancanza di un scendiscala condominiale. L'appello accorato del figlio

Da quasi un anno una donna, classe 1937, è "prigioniera" nel suo appartamento in quanto data l'assenza di una rampa per il superamento dei gradini di accesso al condominio, non può uscire agevolmente per visite od esami ma deve essere per forza di cose "sollevata" con la carrozzina per oltrepassare la barriera. Operazione che, come si può immaginare, non è agevole e può essere fatta solo in presenza di braccia robuste, con il rischio incombente di ribaltarsi e cadere.




Da mesi il figlio della donna, che ne è anche il tutore dato il grado di invalidità al 100%, sta tentando di ottenere l'installazione nel condominio di via Marillac 6 di uno scendiscale che possa consentire il transito della carrozzina in sicurezza. Ma i suoi appelli sono andati finora a vuoto. O meglio stanno andando per le lunghe. Troppo per le lunghe.

I colloqui e i carteggi con l'amministratore della palazzina ubicata a poca distanza dall'ospedale Mandic di Merate risalgono alla primavera del 2021.

"Già a maggio avevo sollecitato l'amministratore per l'installazione di uno scendiscale lungo la rampa di accesso all'ingresso A dove risiede mia mamma, invalida al 100%" ha raccontato l'uomo "Senza il superamento dei gradini, che rappresentano una barriera architettonica, lei è impossibilitata a raggiungere centri medici o anche solo a uscire per una passeggiata, se non alla presenza di qualcuno di noi che sollevi la carrozzina per i gradini o improvvisi una discesa al contrario con i rischi che si possono immaginare. Mi era stato detto che l'assemblea condominiale avrebbe discusso anche di questa opera, nel mese di luglio. Ma invece nulla. L'assemblea si è tenuta ad ottobre ma non ho avuto riscontri". Nel corso della seduta, da quanto è stato possibile sapere, l'argomento non è stato nemmeno trattato e quindi i condomini non sarebbero stati informati ufficialmente della situazione. Sconfortato, allora, l'uomo decide di accorciare i tempi e provvede a preparare tramite una società specializzata un preventivo di progetto da sottoporre all'assemblea ma anche questa iniziativa è andata a vuoto.

"A dicembre mi è stato riferito che era stato dato incarico a un architetto per valutarne la fattibilità. A gennaio ho prodotto io stesso un preventivo. Siamo a marzo e non ho ancora risposte. Ho chiesto di avere quanto prima un riscontro sul progetto ma i miei appelli continuano a cadere nel vuoto" ha concluso "La mia è una richiesta accorata perchè mia madre è bloccata in casa. E non lo chiedo come amministratore di sostegno ma come figlio".

Lo spazio resta a disposizione per eventuali repliche o precisazioni

S.V.
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