Osnago: in assise la minoranza chiede di destinare immobile confiscato ai profughi
Esprimendo ferma condanna per l'invasione dell'Ucraina, il testo della mozione letta dal vicesindaco chiede di impegnare il sindaco e la Giunta a condannare a nome dell'intero Consiglio l'aggressione militare dell'esercito della Federazione Russa; a far sentire al popolo ucraino la vicinanza dei cittadini italiani (come avvenuto nel presidio del 24 febbraio a Lecco e le manifestazioni svoltesi a Osnago e Merate mercoledì 2 marzo); a far sentire vicinanza anche al popolo russo, e in particolare ai tanti coraggiosi che stanno apertamente manifestando il proprio dissenso; a richiedere al Governo Italiano l'attivazione di ogni canale diplomatico possibile per porre fine all'attacco in corso; a richiedere al Governo italiano di prodigarsi per la rapida apertura di corridoi umanitari ufficiali e di percorsi di accoglienza delle persone in fuga; di attivarsi nel quadro delle iniziative istituzionali in fase di definizione nel territorio lecchese per far sì che anche l'amministrazione Comunale e la popolazione di Osnago possano esprimere azioni di concreta assistenza accogliendo in favore delle persone costrette alla fuga.
Il capogruppo di minoranza Marco Riva
Il primo a intervenire è stato il consigliere di minoranza Vittorio Bonanomi, che già prima della votazione aveva fatto notare la ristrettezza di tempo con cui è arrivata la mozione. L'intervento è stato anticipato da una premessa di carattere storico; il consigliere ha spiegato che nel primo dopoguerra l'Unione Sovietica aveva minacciato l'invasione dell'Italia e che a quei tempi le forze politiche più vicine al Partito Comunista Sovietico era il Partito Comunista Italiano, che voleva un annessione dei due territori. "Tra le persone che hanno dato vita all'associazione di cui la maggioranza consiliare è espressione - ha detto Bonanomi - vi erano sicuramente diversi componenti facenti parte dell'allora Partito Comunista Italiano, e quindi mi chiedo oggi esattamente su cosa siamo chiamati a esprimerci. Penso che questa mozione sia sì contro l'intervento bellico in atto, ma penso sia anche una mozione dove rinnegate quello che è il vostro passato". E poi ancora: "Il contenuto è condivisibile, mi chiedo però le soluzioni da voi prospettate quali sono. Quello che ci sta chiedendo adesso l'Ucraina è anche uno sforzo militare. Parlare di aprire vie di fuga verso l'Occidente significherebbe intraprendere un'azione militare vera e propria. I corridoi umanitari non si aprono con le bandiere, le marce della pace e andando in piazza". E in conclusione: "Se fossi un profugo ucraino, non dico che mi sentirei preso in giro, ma quasi, nel vedere gente che va un'oretta in piazza, mezz'oretta nell'altra piazza, e poi se ne va a casa sua al calduccio a vedere la guerra in televisione".
L'assessore Caglio e il sindaco Brivio
La premessa storica del consigliere Bonanomi è stata messa in dubbio dal consigliere Guido Raos, che ha poi detto: "Se dovessimo cercare un collegamento tra Putin e i politici italiani, i referenti vanno cercati a destra piuttosto che a sinistra". Dunque Raos ha voluto leggere una lettera aperta di studiosi, scienziati ed esponenti del giornalismo scientifico (russi), contro la guerra in Ucraina, pubblicata il 24 febbraio e ora non più consultabile.
A dire la sua è stato anche il capogruppo di minoranza Marco Riva, che ha puntualizzato il fatto che la mozione poteva essere scritta insieme dai gruppi consiliari e ha chiesto chiarimenti sugli ultimi tre punti del testo, poiché già in atto. Infine, ha precisato: "C'è scritto che si esprime solidarietà al popolo russo. No. Solo al popolo russo che si oppone alla guerra. Questa mozione va corretta se volete che noi la votiamo".
Intervenuto a questo punto anche il sindaco Paolo Brivio, che ha preferito sorvolare sulle considerazioni di carattere storico fatte da Bonanomi, ma ha convenuto con quanto detto dal consigliere Raos. Il sindaco ha riassunto le ultime tre richieste della mozione in seguito a quanto osservato da Riva e ha risposto alla precedente affermazione di Bonanomi: "C'è chi sceglie di andare in piazza e c'è chi non lo fa. Se il consigliere Bonanomi fosse venuto giovedì scorso a manifestare la sua vicinanza, anche agli Ucraini presenti a Osnago, alla quale con molta umiltà abbiamo dimostrato la nostra vicinanza, stabilendo anche dei contatti che magari in futuro potrebbero avere un senso, mi avrebbe ascoltato dire che l'Italia e i paesi europei sono posti davanti a un dilemma storico".
A sinistra il consigliere Guido Raos
La discussione si è estesa anche a un altro tema. Il consigliere Riva, rifacendosi all'affermazione del primo cittadino - "alle parole devono corrispondere anziani concrete" - ha invitato la Giunta a compiere una vera azione concreta: "Sappiamo benissimo che (in paese ndr) esiste un bene che è confiscato alla mafia, che è là fermo e che può diventare più importante di prima, perché può ospitare dei rifugiati di guerra. Chiediamo che questa Giunta acquisisca nel più breve tempo possibile quel bene e faccia l'intervento che serve, che per il 99% è finanziato da fondi, e che destini quell'immobile ai rifugiati dell'Ucraina".
Il consigliere Vittorio Bonanomi
Il sindaco Brivio ha osservato che al momento in Italia, anche attraverso Caritas, si stanno predisponendo reti di accoglienza senza precedenti, a cui al momento non corrispondono arrivi ufficiali. Ha poi informato che proprio quella mattina il Comune ha risposto alla Prefettura assicurando che verrà fatto il sopralluogo richiesto nell'immobile e ha segnalato però che non è in condizione di accogliere subito, poiché servono alcuni interventi per i quali bisognerà anche chiedere disponibilità all'agenzia, e inoltre - ha concluso - va tenuto conto che intanto è in corso un processo di approfondimento sulla possibilità di utilizzare il bene da parte del nucleo forestale dei Carabinieri. A questo punto Bonanomi ha chiuso: "Il testo è condivisibile, ma noi non votiamo a favore della retorica e dell'ipocrisia".
Messo ai voti, il testo della mozione ha visto astenersi i quattro consiglieri di minoranza.