Aldo Castelli: ''Riflettiamo sull’opportunità di unire i comuni. Solo insieme si affrontano emergenze come sanità e trasporti''

Egregio Direttore

alcuni interventi recenti sul suo giornale mi hanno suggerito un tema che vorrei sottoporre alla attenzione sua e dei suoi lettori.
Vorrei proporre una riflessione sulla opportunità/necessità di avviare un ragionamento sull'unione dei comuni.
Argomento su cui si trovano anche consensi in prima battuta ma che vengono poi accantonati di fronte a possibili approfondimenti.
Eppure è immediatamente comprensibile come molti, se non tutti, gli atti di programmazione amministrativa abbiano una dimensione sovracomunale. Piani di Governo del Territorio, Piano dei trasporti, servizi alla persona e welfare, articolazioni delle iniziative e strutture culturali e sportive, gestione della sicurezza sono interventi, sono convinto, che dovrebbero essere almeno coordinati. Di fronte a questa prospettiva di approfondimento e sperimentazione si preferisce invece fare un passo di lato e fermarsi. Ma è proprio la capacità di gettare lo sguardo oltre il quotidiano che si chiede alle forze politiche e alle espressioni più vivaci della società. La capacità di pensare a soluzioni più efficaci per un territorio e anche meglio capaci di interpretare le sensibilità dei suoi cittadini.
So benissimo quali sono le opposizioni a questa proposta: i nostri cittadini vogliono mantenere la loro identità amministrativa, vogliono servizi a portata di mano, vogliono conoscere chi amministra il loro comune e magari essere riconosciuti quando vanno negli uffici comunali. In sostanza l'ostacolo è tutto ciò che sta sotto il termine "campanilismo"
Eppure lungo la strada se non di una unione dei comuni, di una maggiore e più intensa collaborazione si dovrà andare. Ci sono anche modalità operative che potrebbero essere adottate nel giro di pochissimo tempo. Per cominciare esiste un' assemblea dei sindaci del meratese che potrebbe dare questa spinta magari partendo da amministrazioni disponibili a questa sperimentazione. Gli assessori potrebbero confrontarsi su contenuti afferenti le rispettive competenze. I funzionari potrebbero sedersi al medesimo tavolo per affrontare e risolvere problemi che spesso coincidono o comunque per scambiare esperienze e conoscenze. Per esempio un Piano di Governo del Territorio o un piano dei trasporti sovracomunale dovrebbero essere il risultato di una gara per la scelta di uno studio di professionisti da incaricare e di un indirizzo politico condiviso. Passaggi non semplici ma neppure impossibili da superare.
Naturalmente tutti i servizi a diretto impatto di cittadini e professionisti resterebbero dove sono.
Ci sarebbe anche un altro effetto per il quale però servirebbe veramente una unione dei comuni.
Le possibilità di far sentire la propria voce portando le istanze del territorio a livelli istituzionale superiori sarebbero ben maggiori.
Sono sotto gli occhi di tutti due temi, ospedale di Merate e trasporti, che non riescono a fare breccia in Regione, neppure sul piano di una esaustiva informazione. Nulla si sa del futuro dell'ospedale se non la constatazione del progressivo impoverimento. Il disservizio dei trasporti ferroviari, è l'avventura quotidiana dei pendolari. Su questi temi il "piccolo è bello" non otterrà alcuna risposta.
Sulla strada almeno di un maggior coordinamento dei comuni non percepisco alcuna aspirazione. Credo che stiamo perdendo un'occasione ma spero che questa prospettiva possa sollevare qualche interesse. Personalmente penso che quella strada dovremo percorrere.

Aldo Castelli
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