Lomagna: altra diffida sul centro sportivo. Il fornitore vuole indietro la tensostruttura
Siamo venuti a conoscenza di una seconda diffida, risalente a un mese fa, questa volta avanzata dall'impresa Copriscopri Srl, che ha fornito e montato la tensostruttura, proprio quella dove sono stati creati all'interno i tre campi da padel. La lettera dell'avvocato è stata indirizzata all'associazione Il Giunco, l'ex gestore del centro sportivo, col quale era stato firmato il contratto dal valore di 118.800 euro. Per la ditta con sede a Caleppio di Settala, tale contratto è da intendersi ormai risolto di diritto per non avere pagato altro rispetto all'acconto iniziale. La scelta del legale non è stata quella di richiedere un risarcimento, in questa fase, ma di rivendicare la clausola di "riserva di proprietà" presente nel contratto. In altre parole, Copriscopri Srl ha comunicato di volersi riprendere la tensostruttura. L'articolo 1 delle Condizioni generali del contratto recita infatti: "Il bene si intende venduto con riserva della proprietà in favore del fornitore, cosicché la proprietà del medesimo si trasferirà in favore dell'acquirente solo col pagamento integrale del prezzo".
Per conoscenza la missiva del legale è stata inviata anche al Comune di Lomagna che, secondo l'avvocato di Copriscopri Srl, detiene la tensostruttura "senza titolo e/o autorizzazione". Viene perciò chiesto al Comune di cessare "immediatamente qualsiasi attività nella struttura stessa" e di attivarsi "per consentire la restituzione del bene al legittimo proprietario". Fino ad allora viene intimato di "non apporre modifiche alla struttura di proprietà della Copriscopri Srl riservando altresì ogni valutazione risarcitoria rispetti danni subiti a seguito dell'inadempimento contrattuale, del deperimento del bene oltre che per l'indebito utilizzo della struttura senza titolo".
Nonostante sia passato il termine indicato, nella lettera di messa in mora e diffida, di 10 giorni per eseguire il sopralluogo finalizzato all'asporto del materiale, la situazione appare stazionaria. Ci risulta che il Comune abbia risposto e, di contro, che Copriscopri Srl non sia intervenuta né fisicamente né per vie legali tramite un ricorso per ottenere dal giudice un decreto ingiuntivo.