Il peso del silenzio - in risposta a Mariacristina

Avevo già letto il suo bellissimo (e triste, considerata la situazione) intervento sulla "tutela" (mancata clamorosamente, o solo manipolata nel nome di un "bene superiore", di chi poi non l'ho ancora capito) di bambini e adolescenti in epoca Covid e, devo confessarle che aver letto la sua risposta mi ha fatto sentire che non sono sola, che ci sono altre persone che pensano che il silenzio onnipresente che avvolge le nostre vite quotidiane e affannate per cercare di restare a galla non sia l'unica risposta. C'è ben poco che come singoli possiamo fare, se non far sentire la nostra voce scrivendo, nella speranza che qualcuno si risvegli dal letargo e dall'abbrutimento sociale, culturale, personale in cui la maggior parte delle persone è sprofondata negli ultimi 2 anni. Credo anche che molti, pur condividendo una linea di pensiero che non sia quella veicolata dai media o dall'attuale governo, tacciano perché non hanno il coraggio di esporsi o sono semplicemente stremati dalla fatica di tenere insieme tutti i pezzi (figli, scuola, lavoro, relazioni). Avranno sicuramente le loro buone ragioni; spesso significa solo arrivare a fine giornata sentendosi ancora umani. Però se solo con un piccolo sforzo alzassimo la testa e guardassimo appena poco oltre il nostro orto, saremmo ancora capaci di restare in silenzio? Se non siamo noi per primi a dire NO, se lasciamo che tutto ci passi sopra la testa senza un minimo senso critico, se voltiamo la testa dall'altra parte di fronte a ciò che è ingiusto, falso e nocivo, se nessuno scende in campo con i piccoli, limitati mezzi che ha a disposizione, non cambierà mai nulla. Avremo perso non solo un'occasione (di esprimere il nostro pensiero, di far germogliare pensieri nuovi, di delineare prospettive più sane, anche per chi verrà dopo di noi), ma avremo perso anche il diritto di lamentarci. Ora c'è la guerra e non si parla d'altro, spazzando opportunamente sotto il frusto tappeto di ciò che fa più comodo altre questioni emergenziali (la negazione di diritti fondamentali per ogni cittadino e persona; le discriminazioni e le lacerazioni portate dall'adozione scriteriata del Green Pass a scuola, nel luogo di lavoro, nella vita quotidiana, nei rapporti umani; l'abbandono della tutela della salute pubblica, quella che si attua mediante la prevenzione e il potenziamento della rete sanitaria territoriale; la perdita di fiducia nelle istituzioni, nella scienza, nella cultura), tanto per distogliere l'opinione pubblica o per rimbalzarla da un'ossessione all'altra. Ma quando anche il conflitto non farà più audience perché in qualche modo concluso o perché sarà sedimentato sul fondo della coscienza politica e individuale (di quante altre guerre, alcune delle quali ancora in corso, possiamo in fondo dire lo stesso), allora tornerà a gran voce il Covid, e i semi piantati abilmente un poco per volta da chi vuole controllare le nostre vite e quelle dei nostri figli, metteranno radici, ingrassate per bene dal silenzio di tutti, anche di chi dissente ma resta zitto.
TP
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