Calco: il racconto di Ania, originaria di Chernihiv dove vive il fratello. ''Sparano anche sulle persone che aiutano i fragili''
I suoi parenti vivono in Ucraina, a Chernihiv appunto, una città troppo a nord perché gli aiuti e le risorse spedite da molti paesi europei arrivino, e particolarmente sotto assedio poiché esattamente sulla strada per Kiev. Suo fratello, con cui è in contatto quando possibile, la tiene informata sulla situazione, che è delle peggiori perché i bombardamenti sono continui, giorno e notte.
"Stanno bombardando le scuole, le università, gli ospedali, ma non sono ancora entrati nel centro. Proprio ieri infatti sono state nominate alcune città ‘eroe' dal presidente ed è stato fatto anche il nome di Chernihiv, perché sta resistendo e non dà ingresso diretto verso a Kiev".
Il fratello di Ania e sua moglie stanno cercando di fare volontariato nel loro piccolo, portano pane e medicinali nei bunker dove ci sono bambini e pazienti fragili, che magari necessitano di cure costanti. "Siamo preoccupati perché da un lato fanno molto bene, ma dall'altra è un grosso rischio".
Il dramma infatti sta proprio in questo: oramai non viene più fatta alcuna distinzione e tutti, soldati ma anche civili, vengono presi di mira, soprattutto se intenti ad aiutare gli altri. Vengono bombardati case e appartamenti, proprio come è successo all'abitazione posta davanti alla casa del fratello di Ania, dove è stata colpita la cameretta di una bambina, fortunatamente in quel momento insieme ai suoi genitori. "Quando arrivano i messaggi per segnalare di andare a nascondersi anche le persone che stanno facendo la spesa o sono in fila in farmacia devono correre al riparo perché ci sono stati casi in cui hanno sparato alle persone".
Chernihiv prima della guerra
Ania, che aveva fatto visita a casa l'ultima volta nell'agosto del 2019, da qui ha cercato di aiutare come ha potuto, contribuendo attraverso le raccolte di beni di prima necessità organizzate a Cernusco Lombardone, Olgiate Molgora e Calco, seppur conscia che tutti quei beni difficilmente raggiungeranno la sua Chernihiv: "Purtroppo fino alla mia città non arriverà, lo sappiamo, perché i corridoi non hanno funzionato, hanno bombardato anche gli aiuti". Ciò nonostante Ania è grata di tutto il bene che ha visto compiere in questi giorni nei nostri paesi. "È molto apprezzato dagli ucraini questo aiuto e questa vicinanza in un momento così difficile, ed è apprezzato anche da me, perché essere lontani e non poter aiutare nell'immediato fa rabbia, quindi quello riusciamo a fare da qui è veramente importante".