Della misteriosa morte di Marco in Brasile parla la Policia, possibili cause naturali

Marco Bonanomi
Non c'è ancora una verità avanzata dagli inquirenti brasiliani sulla morte di Marco Bonanomi. La Polícia Civil do Paraná dal 23 febbraio non ha più diramato comunicati ufficiali sull'italiano trovato morto misteriosamente nella zona litorale di Estado (Balneário Grajaú). Un giornale del posto, Jb Litoral, ha tuttavia intervistato il capo della stazione della Polizia Carlos Alberto da Costa. Dichiarazioni dell'ufficiale che da una parte forniscono nuovi dettagli, molti dei quali scabrosi, e dall'altra fanno sollevare altri dubbi sulle circostanze della morte del montevecchino.

 

L'articolo del sito di informazione locale brasiliano indugia sull'identità di genere della partner di 37 anni con cui l'italiano si era sposato, tanto che all'anagrafe risulta anche il cognome della vittima: Juliano Maier de Andrade Bonanomi. Avevano vissuto nella stessa abitazione di Balneário Carmery, a Pontal do Paraná, per quasi due anni, dopo altri otto di conoscenza. È stata lei, di professione estetista, a riconoscere il cadavere da un tatuaggio sulla schiena dalla forma del continente africano. I due avrebbero avuto una lite pochi giorni prima della scomparsa di Marco Bonanomi, viene riportato in un virgolettato attribuito al capo della PCPR, ma la moglie non risulterebbe indagata. Si sarebbe trattato di un ennesimo litigio. Viene infatti dipinto dal capo della Polizia, un profilo aggressivo dell'italiano, con un paio di denunce per violenza domestica tanto da ricevere una misura cautelare restrittiva che, sostiene il giornale, sarebbe stata violata due volte portandolo perciò in carcere. Viene quindi ricostruito un passato turbolento, fatto anche di dipendenza da sostanze stupefacenti.

 

Sulla causa del decesso Carlos Alberto da Costa ha dichiarato che non si sta escludendo alcuna pista. Tuttavia sostiene che per il perito non pare essere stata una morte violenta, non ci sarebbero cioè segni sul corpo da farlo sospettare. "Consideriamo la possibilità di una morte naturale" ha aggiunto il capo della stazione di polizia. Secondo l'ufficiale della PCPR, la posizione del corpo - prono e con le braccia distese lungo i fianchi - escluderebbe che il cadavere sia stato gettato o trascinato nel luogo del ritrovamento, una sorta di boscaglia che si apre sulla spiaggia. Eppure non sono stati più trovati lo zaino e la bicicletta di Marco Bonanomi.

 

Alcuni dubbi sulla vicenda restano. La posizione del cadavere, perfettamente a pancia in giù e con le mani distese lungo i fianchi, non era forse troppo composta per essere ritenuta spontanea? E se il corpo è stato davvero trovato in un avanzato stato di decomposizione tanto da rendere tutt'altro che immediato il riconoscimento (è stato impossibile infatti eseguire l'analisi delle impronte digitali), si può proprio escludere con ogni evidenza che non abbia riportato ferite o tagli o comunque che non abbia subito una colluttazione? Data la situazione della coppia, sarà stato verificato meticolosamente che tutti gli alibi della partner fossero di ferro? E che fine hanno fatto la bicicletta, lo zaino e il cellulare che ha continuato a squillare per un mese? L'auspicio è che non sia l'ennesimo giallo di un italiano trovato morto all'estero e di indagini sommarie sul caso, senza pregiudizi sull'origine e sul passato della vittima.

M.P.
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