Prime battute del processo per circonvezione di Carlo Gilardi. Niente telecamere in Aula
Carlo Gilardi
Hanno già definito la loro posizione invece, il briviese Brahim El Mazoury, il badante dell'anziano, e Ameur Rougui: lo scorso 20 luglio 2021, all'esito del processo celebrato con rito abbreviato al cospetto del giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano, il secondo era stato assolto perché il fatto non sussiste, mentre il primo era stato condannato, con il beneficio della pena sospesa e non menzione, a un anno e 8 mesi di reclusione oltre al pagamento di 600 euro di multa per essersi fatto elargire da Gilardi 18mila euro per un rimborso prestito mai contratto.
Oggi altri cinque soggetti rinviati a giudizio sono comparsi invece davanti al giudice monocratico Giulia Barazzetta per la prima udienza di trattazione.
Abdelmalak Rougui, classe 1982 si sarebbe fatto prestare diverse somme di denaro, mai restituite, per rientrare in Algeria ad assistere la madre malata; Hichem Horroun, algerino classe 1977, sarebbe stato anch’egli beneficiario di somme mai restituite; Khalifa Mejbri, tunisino classe 1982, si sarebbe invece fatto prestare 100mila euro in contanti o con bonifico e assegni per beneficenza e per l’acquisto di un’autovettura; Nedal Abushunar, nato in Israele nel 1973, attualmente detenuto nel carcere di Bollate per altra causa, quale fruitore in comodato d’uso dell’immobile di Airuno e Abdellatif Ben Mustapha Hamrouni, nato in Tunisia nel 1969 che sarebbe stato il beneficiario di svariate somme di denaro per acquistare medicinali a seguito dell’amputazione di un arto inferiore. Gli imputati sono difesi dall’avvocato Andrea Artusi del foro di Lecco, eccetto Abushunar Nedal che è patrocinato dall’avvocato Agnese Cattaneo del foro di Monza e Khalifa Mejbri, difeso di fiducia dall’avvocato Pamela Nodari del foro di Bergamo.
Presente per l’udienza odierna anche l’avvocato di parte civile Stefano Pelizzari nominato dell’amministratrice di sostegno di Carlo Gilardi, l’avvocato Elena Barra.
Avendo l’avvocato Cattaneo avanzato una istanza di rinvio al giudice Barazzetta per permettere al suo assistito di partecipare all’udienza, stante il suo stato di detenuto, con il consenso del pm d’udienza - il Vpo Mattia Mascaro - il giudice ha rinviato il procedimento al prossimo 29 marzo per la prima udienza di comparizione delle parti.
Al termine dell’udienza il giudice ha anche notiziato le parti circa le due richieste avanzate al Presidente del Tribunale per autorizzare le riprese televisive del procedimento da parte di Telelombardia e di RTI per Mediaset, invitando a prendere posizione in merito. Se gli avvocati difensori hanno espresso il loro consenso, di contro sia il Vpo Mascaro che la parte civile hanno espresso il loro parere negativo. In particolare secondo l’avvocato Pelizzari non sono ravvisabili dei profili che facciano ritenere sussistenti i presupposti per l’interesse pubblico, come espresso dal comma 2 dell’articolo 147 delle disp. att. al cpp, tenendo anche conto che nelle richieste delle due emittenti non è stato evidenziato quale fosse questo supposto interesse pubblico.
Dopo una breve camera di consiglio, il giudice Barazzetta ha rigettato le due istanze presentate da Telelombardia e RTI, rilevando il diniego di pubblica accusa e parte civile e sottolineando la mancanza di un interesse sociale rilevante tale da far sussistere il comma 2 dell’articolo 147, tenendo anche conto che il procedimento si svolge tra parti private.
Non era stato dello stesso avviso il collega Gianluca Piantadosi che ha invece assecondato la richiesta di filmare uno "spin off" giudiziario della vicenda Gilardi, ovvero il processo per diffamazione intentato dall'avvocato Barra nei confronti di due inviate della trasmissione televisiva Le Iene e di Brahim El Mazoury (QUI l'articolo).
Una decisione quella odierna sul punto che ha soddisfatto pienamente l’avvocato Pelizzari, che ha sottolineato quanto “non solo mancava il consenso delle parti, come previsto dal primo comma dell’articolo 147, ma anche qualora il giudice volesse scavalcare il parere espresso dalle parti, nelle istanze presentate dalle due emittenti non era stato specificato quale fosse il particolare interesse sociale che dovesse portare a conoscenza il dibattimento. Infatti le due televisioni si erano solo appellate all’interesse di cronaca, che però è garantito dal comma 1 del predetto articolo”.
Si torna in Aula il 29 marzo.
B.F.