Osnago: bandiere arcobaleno per la pace in piazza. Manifestazione contro le guerre



“Osnago chiede pace”. Lo ha ripetuto tante volte il sindaco Paolo Brivio nell’intervento che ha tenuto nel tardo pomeriggio di oggi, mercoledì 2 marzo, nella piazza del centro storico. Ogni volta declinato da un punto di vista diverso. I negoziati da prima e durante le bombe non fanno intravvedere nemmeno da lontano la fine del conflitto in Ucraina. E allora l’appello per una risoluzione si fa ancora più elevato. “Siamo una piccola comunità, ma insieme a tante altre persone nel mondo reclamiamo la pace” ha dichiarato il primo cittadino.



Agli osnaghesi (ma c’erano anche persone residenti in Comuni limitrofi) era stato chiesto di portare delle bandiere della pace e dei pensieri scritti per chi ci tenesse. Bambini e adulti hanno così popolato piazza Vittorio Emanuele II. “Osnago chiede la pace per le vittime civili, innocenti, che stanno cercando di difendere le proprie case quasi a mani nude dai missili” ha detto Brivio. Ha quindi invocato un momento di partecipazione profonda. La piazza è piombata nel silenzio per 30 secondi, non perché deserta come nel periodo del lockdown per la pandemia, ma pur sempre per eventi drammatici.


Il sindaco Paolo Brivio
La pace è stata chiesta non solo per i civili, ma anche per le vittime militari, vite spezzate come le altre, indistintamente da quale parte del fronte si trovino. “La guerra comporta un futuro sconvolto e produce delle cicatrice che si rimargineranno dopo anni” ha aggiunto il sindaco, che ha rivendicato il diritto dei popoli ad autodeterminarsi.



Un discorso appuntato, ma condotto a braccio da Paolo Brivio, che si è commosso quando ha parlato dei cittadini russi che stanno manifestando con coraggio e che vengono incarcerati solo perché affermano che la guerra non funziona. Il sindaco ha chiesto la pace per chi vive in Ucraina e per gli ucraini che risiedono in Italia. “È un popolo che sentiamo vicino a noi perché gli abbiamo affidato in cura i nostri genitori, i nostri parenti”. Un grande afflato internazionale per le vicende ucraine, Brivio ha però voluto condannare tutti i conflitti sparsi per il mondo, 361 solo nel 2020, ha dichiarato il sindaco.


La scultura dell'artista Bruno Freddi sui rifugiati
“Giustamente in questo momento le nostre attenzioni sono concentrate sull’Ucraina perché è vicina a noi e perché è la svolta più drammatica che stiamo affrontando da diversi decenni a questa parte, ma le guerre toccano ogni continente – ha commentato il primo cittadino – È giusto dimostrare attenzione verso i rifugiati dall’Ucraina, ma dobbiamo averla anche per gli altri che come loro scappano da crisi violente o da un Paese a forte instabilità per quanto accaduto in un periodo precedente. Prepariamoci a dare accoglienza a tutti quelli che scappano dalla violenza”.


Tra il pubblico un gruppo di donne ucraine
Un pensiero dunque a tutti i bambini che vanno aiutato, a qualsiasi latitudine si trovino. “La mia generazione non si è dovuta domandare se una guerra arriverà da noi. Oggi i nostri bambini ce lo chiedono. Non arriva dai noi, tranquilli – ha detto Brivio rivolgendosi a bambini che tenevano in mano una bandiera arcobaleno – Ma da altre parti sì. Il solo fatto che pongano questo interrogativo è già di per sé grave”.



Una riflessione critica poi sugli armamenti: “Le armi possono essere uno strumento di difesa dalle aggressioni. Ci sono dei momenti in cui vanno imbracciate, ma dobbiamo sapere che non sono costruttrici di pace. Dopo il momento delle armi, si ritrovi la via della diplomazia e del compromesso per la risoluzione dei conflitti”.



Alla manifestazione hanno partecipato anche delle donne di origine ucraina. Una di loro ha preso coraggio, mettendo da parte per qualche istante la commozione, e ha affermato: “Vogliamo solo la pace e la libertà”.



La vice sindaca Maria Grazia Caglio, che ha la delega alla Pace, ha annunciato che ci saranno altre iniziative a sostegno della popolazione colpita trovando le modalità per offrire aiuti concreti. Intanto è stato allestito uno spazio in biblioteca dove chiunque può lasciare un messaggio contro le violenze.


La vice sindaca Maria Grazia Caglio
“In questo momento ognuno deve fare la sua parte. Questo non significa prendere una parte. È inutile dire adesso chi ha ragione e chi ha torto – ha sostenuto Caglio – Noi dobbiamo chiedere la pace, lo dobbiamo invocare con tutti i mezzi che abbiamo. Insegniamo ai bambini di fare la pace dopo aver litigato ed è impensabili che l’Europa sia arrivata a questi livelli, rischiando una terza guerra mondiale”.



I manifestanti sono stati invitati a partecipare all’iniziativa che avrebbe preso inizio di lì a poco in piazza Prinetti a Merate.
M.P.
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