Solo una parte è quella giusta

Gentile Direttore,
Premetto che non esiste nessun motivo, ragione politica, strategia, interessi militari e industriali a est come a ovest a sud come a nord che possano giustificare la violenta stupidità della guerra. L'articolo 11 della nostra Costituzione recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Non si tratta di parole vuote o piene di retorica, ma sono e devono rappresentare la base di tutte le discussioni sul tema guerra. Ritengo indispensabile scavare sulle motivazioni che hanno provocato l'ennesima violenta strage di civili in Ucraina, ad opera di un autocrate osannato dai sovranisti italiani ed europei. Salvini propose di scambiare mezzo putin (minuscolo) con due Mattarella (maiuscolo): inutile auspicare le scuse di little Trump.
Dopo l'abbattimento del muro di Berlino e il disfacimento del regime Sovietico, l'Occidente che non aveva certo combattuto e vinto si comportava comunque da vincitore, rifiutando qualsiasi tipo di aiuto economico alla disastrosa situazione dell'ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. La NATO ovvero gli USA, saldamente al comando dalla nascita di tale organizzazione militare, usando come figuranti gli Stati Europei indipendentemente dai loro colori politici, disattesero la promessa fatta a Gorbachev di non allargare l'influenza militare sino ai confini della Russia. Tale richiesta fu fatta dall'allora Presidente della Commissione Europea Prodi, persino il guerrafondaio Kissinger consigliò di evitare tale scelta, ma le esigenze di colonizzare l'Europa dell'est prevalsero sul buon senso.
La fine del "comunismo reale" in Russia non significò l'avvio di un sistema democratico bensì la costruzione di un regime reazionario basato sulla corruzione, sulla violenza non ché sul mito del capo. Emerse dagli scantinati del KGB un oscuro quarantenne, Vladimir Vladimirovic Putin, e dimostrò subito di che pasta era fatto! giunse al potere in modo oscuro, vinse elezioni farsa, criminalizzò il dissenso, fece uccidere decine di giornalisti, avvelenare un buon numero di dissidenti anche fuori dai confini condusse una guerra di annientamento in Cecenia e in Georgia, mise al potere un pericoloso "testa di legno" in Biellorussia, occupò la Crimea, ma non ostante questo gli strateghi (si fa per dire) della NATO illusero il governo ucraino della possibilità di far parte della coalizione.
il sentimento antirusso presente nelle minoranze al confine fra Russia e Ucraina in guerra da otto anni alimentarono le tensioni, Putin fece la mossa del resto prevedibile di annettere le Repubbliche del Donetsk e Luhansk, quindi di fatto aveva vinto. Ma le mire espansionistiche del "dono del Signore", come venne definito da Berlusconi, non hanno limiti, iniziano quindi ora i bombardamenti su Kiev, gli atti di guerriglia nel resto del paese, e il Presidente Ucraino, ex attore comico eletto coi 71%, ordina la mobilitazione popolare armando la popolazione, impreparata all'uso delle armi, mettendola ulteriormente in pericolo, mentre anche gruppi paramilitari di chiara estrazione nazista combattono contro il nemico.
I bombardamenti continuano, l'autocrate non si ferma: minaccia l'utilizzo di armi nucleari, quattro milioni di persone fuggono dal teatro di guerra, l'esodo dei profughi impegnerà l'Europa, gli aiuti ci saranno, le sanzioni alla Russia colpiranno soprattutto le persone.
Concludo con una poesia di Bertolt Brecht:

Sono stati conquistati dei Paesi.
Ma voi vi siederete nelle cucine, dove
si cuociono le rape.
L'imbianchino dirà
che non si ritirerà d'un passo.
E voi proverete al tatto
le giacche di carta.
Se dovessero suonare le campane della vittoria
porterete in giro gli elenchi dei caduti  


Grazie per l'attenzione,
Fulvio Magni
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