Avis: comunicato alle sezioni sulla diffusione di fake news

L'Associazione Volontari Italiani Sangue (AVIS) sta riscontrando la presenza sul web di informazioni non veritiere e prive di fondamento che minano l'operato dell'associazione stessa, dei volontari, del personale sanitario e della comunità scientifica in generale. Le attività del sodalizio stanno subendo rallentamenti proprio a causa della quantità di messaggi che giungono settimanalmente ai diversi canali mediante i quali Avis lavora. Azioni legali sono già state intraprese, fa sapere Gianpietro Briola, presidente di Avis Nazionale e autore del comunicato indirizzato a tutti i Presidenti delle Avis Regionali, Provinciali ed Equiparate.


Riceviamo e pubblichiamo il testo integrale della nota intitolata "Chiarimenti su donazioni, vaccini e green pass" nel quale vengono di nuovo, sinteticamente, riassunti i temi maggiormente oggetto di discussione tra cui il "sangue dei vaccinati" e la donazione come "prestazione sanitaria non derogabile" ossia non soggetta a richiesta di green pass per essere effettuata.

 

Carissime/i,

si susseguono sul web informazioni infondate e destabilizzanti che, utilizzando persino il logo AVIS, minano l'operato della nostra Associazione, dei nostri volontari, del personale sanitario e della comunità scientifica tutta. Centinaia di messaggi giungono ogni settimana telefonicamente, via mail, su Facebook generando un rallentamento del normale svolgimento delle nostre attività che rischia di avere delle ripercussioni anche sulla raccolta. A tale proposito vogliamo prima di tutto informarVi che AVIS Nazionale sta monitorando con attenzione quanto sta accadendo sul web e ha depositato una denuncia presso il Tribunale di Milano contro vari soggetti che frequentano chat e siti no vax,  diffondendo fake news.Cogliamo, altresì, l'occasione per fornire di seguito una sintesi esaustiva di quanto AVIS Nazionale sta comunicando sui temi maggiormente dibattuti:

1) IL SANGUE DEI VACCINATI È SICURO.
Non esistono differenze tra il sangue dei vaccinati e dei non vaccinati. Il sangue delle persone vaccinate viene regolarmente raccolto e trasfuso sin dall'inizio della campagna vaccinale.Come viene spiegato anche in questo video del Centro Nazionale Sangue, se ci fossero state delle controindicazioni il sistema ora sarebbe in gravissime difficoltà. I dati ci dimostrano, invece, che il nostro Paese nel 2021 si è riconfermato autosufficiente nella raccolta di sangue, registrando un incremento del 4,3% delle donazioni di sangue e del 3,5% nelle trasfusioni. Questo significa che il sangue dei vaccinati è stato impiegato nelle attività cliniche e sanitarie senza riscontrare alcuna controindicazione.L'attuale flessione registrata sul territorio nazionale e in particolare in alcune Regioni del nostro Paese non è, quindi, ascrivibile alla mancata idoneità dei donatori vaccinati, ma alla variante Omicron che sta costringendo numerosi donatori, medici e infermieri a periodi di quarantena.Sempre su questo tema, occorre precisare che da sempre la parte immunitaria presente nel sangue raccolto (es. globuli bianchi) viene filtrata e rimossa dalla sacca. Quindi, a prodotto finito, le componenti trasfuse tra un vaccinato e un non vaccinato sono identiche.

2) LA DONAZIONE DI SANGUE RIENTRA TRA LE PRESTAZIONI SANITARIE NON DEROGABILI.
Pertanto, come precisato dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute nella circolare disponibile a questo link, non è richiesto il green pass per poter donare, così come non viene richiesto per accedere al Pronto Soccorso e ad altre prestazioni sanitarie non differibili.

3) LA DONAZIONE È UN GESTO DI GENEROSITÀ CHE VA COMPIUTO REGOLARMENTE E NON PUÒ ESSERE UTILIZZATO COME STRUMENTO DI PROTESTA.
Ci sono giunti dei messaggi di persone non vaccinate che, qualificandosi come donatori, hanno dichiarato di voler sospendere le proprie donazioni come segno di protesta nei confronti delle istituzioni e delle norme attualmente vigenti.

Vi invitiamo pertanto a ribadire che sospendere la donazione perché ci si sente discriminati è un comportamento irresponsabile, perché comporta a sua volta una discriminazione nei confronti di oltre 1.800 pazienti che quotidianamente necessitano di trasfusioni.     

Vi informiamo, infine, che nelle ultime settimane sono state registrare molteplici aggressioni a mezzo informatico, telefonico e, in alcuni casi, anche personali a danno delle nostre sedi, del personale o dei volontari. Vi invitiamo, pertanto, a denunciare prontamente tali aggressioni e a segnalarcele.

Restiamo a vostra completa disposizione e porgiamo cordiali saluti, 

Gianpietro Briola - Presidente AVIS Nazionale
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