Verderio: medaglia d'onore per l'artigliere Giovanni Airoldi, scampato dalla prigionia

Medaglia d’onore per il signor Giovanni Airoldi, reduce della seconda guerra mondiale. La cerimonia per il conferimento è avvenuta nella mattinata odierna, nel giorno esatto in cui il verderiese, venuto a mancare ormai 40 anni fa, avrebbe compiuto 101 anni. È stato il Prefetto di Lecco Castrese De Rosa a consegnare la decorazione ai figli del signor Giovanni presso Villa Gallavresi. “È giusto ricordare e rendere merito ai cittadini che hanno fatto grande questo Paese. Serve tramandare ai giovani gli ideali e i valori che hanno mosso gli italiani nel combattere razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza. Ancora oggi le cronache sono piene di episodi di odio e intolleranza” ha dichiarato il Prefetto.


Il sindaco Robertino Manega e il Prefetto Castrese De Rosa insieme a Gian Piero, Giuseppe e Carlo Airoldi
Le medaglie d’onore vengono in genere consegnate in occasione della Giornata della memoria. De Rosa ha tenuto a ricordare il significato della ricorrenza che si celebra il 27 gennaio. “Quando le truppe russe entrarono nel campo di Auschwitz, la più imponente e sciagurata macchina morte mai costruita nella storia dell’umanità, si spalancarono di fronte agli occhi dei deportati le porte dell’inferno – ha detto il Prefetto – Nel cuore dell’Europa si era aperta una voragine che aveva inghiottito secoli di civiltà, di diritti, di cultura. Una delirante ideologia basata su grottesche teorie di superiorità razziale aveva cancellato in poco tempo i valori antichi di solidarietà, convivenza, tolleranza e persino i più basilari sentimenti umani della pietà e della compassione”.


Il Prefetto di Lecco Castrese De Rosa
Il Prefetto ha suggerito ai figli del signor Giovanni di andare nelle scuole per parlare dell’esperienza del padre. De Rosa ha infatti puntualizzato il ruolo centrale della formazione scolastica nell’opera di prevenzione: “Bisogna partire dai banchi di scuola, perché la conoscenza, l’informazione e l’educazione rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere una società giusta e solidale. Mai deve essere abbassata la guardia”.


Robertino Manega, Giuseppe Airoldi, Castrese De Rosa
Parole condivise dal sindaco di Verderio Robertino Manega con un appello a non dimenticare le atrocità commesse dai nazifascisti. “I fatti che stanno accadendo in queste settimane, con lo scontro a distanza tra Russia e Occidente, ci esortano a ricordare, non solo nelle giornate istituzionali, che tutte le guerre sono inutili”.



Giovanni Airoldi si trovava a Cesano Torinese per il servizio militare come artigliere alpino quando nel settembre del 1943 fu prelevato e deportato nel Nord della Germania. Ritornato nel settembre del 1945 si è poi costruito una nuova vita, mettendo su famiglia, lavorando principalmente come muratore e raccontando a suoi cinque figli ben poco di quel biennio difficile, in cui aveva dovuto lavorare forzatamente in una fattoria occupandosi degli animali e della coltivazione di patate.


Una fotografia d'epoca di Giovanni Airoldi




Un cimelio di guerra
Proprio durante queste attività, probabilmente schiacciato da un carro, rimase ferito ad una gamba, con problematiche connesse che si è poi trascinato per il resto della vita. Nel tornare in Italia scese prima del punto di raccolta di Verona dove l’esercito prendeva i nominativi dei deportati che stavano facendo rientro e così il suo nome non era stato trascritto. Il figlio più giovane, Giuseppe, si è quindi attivato affinché fosse riconosciuta questa pagina di storia locale. Il compimento di questa intenzione è stata la consegna della medaglia d’onore.
M.P.
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