Silea: raccolta differenziata, riciclo rifiuti, sacco rosso. Il DG Pietro D’Alema spiega strategie e obiettivi aziendali

Quello del ciclo dei rifiuti è un settore che sta conoscendo ampi margini di rinnovamento nel Lecchese. L'azienda pubblica che se ne occupa, Silea Spa, ha impostato una fase di importanti investimenti. Alcune scelte hanno riflessi diretti sui cittadini, altre sono ancora di là a venire o comunque non avranno effetti sempre facilmente percepibili dagli utenti. Anche sulla base di alcune lettere ricevute dai nostri lettori, abbiamo chiesto al direttore generale di Silea, Pietro D'Alema, di chiarire meglio alcuni aspetti sulle attività aziendali.

 

Il direttore generale di Silea, Pietro D'Alema

 

Ormai una buona fetta del territorio ha avviato la sperimentazione della misurazione puntuale. Cosa avete rilevato?

"La Provincia di Lecco parte con una media del 72% di raccolta differenziata. Con il sacco rosso ci siamo resi conto fin da subito di una netta diminuzione della frazione indifferenziata, che è diminuita di circa il 35% laddove è stata avviata la misurazione puntuale. Era un po' quello che ci aspettavamo quando ci siamo prefissati con il piano industriale l'obiettivo di raggiungere l'80% sull'intero territorio gestito. Qualche Comune ci è già arrivato velocemente, per altri sarà un po' più lungo per alcune peculiarità specifiche".

 

La fetta differenziata può essere considerata tutta anche riciclabile?

"In linea con il dato nazionale, siamo consapevoli che non tutto ciò che viene separato dalle famiglie e conferito nella raccolta differenziata è effettivamente riciclabile, soprattutto per quanto riguarda il flusso della plastica. Ma questo non ci deve frenare. Complessivamente, aumentando il flusso della raccolta differenziata di organico, carta e del cosiddetto multimateriale leggero è evidente che cresce anche ciò che è destinato al riciclo. E in ogni caso aumenta la sensibilità della gente, che ci farà sempre più attenzione. Comunque in linea di principio bisogna spostare l'attenzione dalla percentuale di raccolta differenziata, che resta ovviamente il punto di partenza imprescindibile, alla percentuale di effettivo riciclo. Del resto è questo l'indirizzo che sta venendo avanti dall'Unione Europea. E le azioni che Silea sta mettendo in campo vanno in questa direzione".

 

A quanto ammonta in percentuale il rifiuto destinato allo scarto?

"Per carta e organico la frazione estranea è bassissima, trattandosi di raccolte monomateriale. Per quanto riguarda invece il sacco viola multimateriale, l'intero flusso che noi raccogliamo viene inviato all'impianto della nostra società Seruso, che effettua la separazione dei sottoflussi plastica, acciaio, alluminio da inviare ai singoli Consorzi di filiera CONAI, quali Corepla, Ricrea e Cial. In questo flusso, la quantità di frazione non riciclabile si aggira attorno al 15-20%, e viene avviata a recupero energetico presso il termovalorizzatore. Un discorso a parte merita il tema del cosiddetto plasmix, cioè di quelle plastiche miste che attualmente si fa fatica a riciclare, e che oggi incide circa il 30% [dal Bilancio di sostenibilità di Silea risulta che nel 2020 il plasmix misurasse 12.653 tonnellate sulle oltre 40 mila tonnellate trattate, ndr]. Quanto più un flusso è omogeneo, per polimero e per colore, tanto più Corepla è in grado di riciclarlo nelle aziende della propria filiera. Nel caso del plasmix stanno cominciando a svilupparsi tecnologie in grado di consentirne il recupero nei cicli produttivi".

 

Non sono numeri indifferenti. Servirebbe migliorare la comunicazione verso i cittadini per insegnare cosa è destinato al riciclo e cosa no? Ad esempio sul sito internet di Silea non si trova una chiara indicazione in base a tutti quei codici che si leggono negli imballaggi dei prodotti alimentari.

"È vero che sulle confezioni alimentari e non solo ci sono tutti i codici specifici per le varie tipologie di plastiche e carta, ma penso che noi abbiamo il compito di non complicare troppo la vita al cittadino. Quello che per i più virtuosi sarebbe una forma di responsabilizzazione per molti altri sarebbe un disincentivo a fare la raccolta differenziata. Sul concetto di semplificare l'attività di raccolta differenziata, ne approfitto per ribadire lo slogan ‘Pulito, ma non splendente' che stiamo promuovendo pensando ad esempio al vasetto dello yogurt o alla scatoletta di tonno, che possono essere avviati al riciclo anche se non sono stati lavati con il detersivo. L'acqua è un bene prezioso.

 

Allora come si sta attrezzando Silea per diminuire i quantitativi scartati e il plasmix che insieme fanno circa il 55%? L'impianto di Seruso non è abbastanza performante?

"Intanto i due dati vanno distinti. Sulle frazioni estranee bisogna agire sulle attività di informazione alle famiglie. Per quanto riguarda invece il plasmix, in assenza di effettive possibilità di riciclo, Corepla non può far altri che inviare il plasmix a recupero energetico. Su questo aspetto noi abbiamo investito per il revamping dell'impianto di Seruso, per aumentarne la capacità di selezione delle tipologie di plastiche, al fine di ridurre il flusso di plastiche miste e ridurre la percentuale di plasmix al di sotto del 20%".

 

Abbiamo parlato del materiale di scarto, ma dove va a finire il rifiuto che viene invece valorizzato?

"La maggior parte del materiale secco lo destiniamo ai Consorzi CONAI che si occupano del riciclo, che ci riconoscono un corrispettivo per ogni tonnellata che conferiamo, variabile in funzione di fasce di qualità. In altri casi, come per il cartone o per i rottami ferrosi, andiamo sul mercato tramite aste di vendita. L'organico e gli sfalci vegetali, invece, li trattiamo nel nostro impianto di Annone Brianza, dal quale produciamo compost che regaliamo agli agricoltori ed ai cittadini. Con il nuovo impianto di digestione anaerobica, oltre al compost saremo in grado di produrre biometano. Tutti i ricavi che Silea introita dalla cessione dei materiali o dell'energia, li sconta dai costi dei servizi applicati ai Comuni, come previsto da ARERA. Secondo una recente analisi della Corte dei Conti a livello nazionale sul costo della gestione rifiuti, i Comuni del Lecchese pagano le tariffe più basse d'Italia".

 

Veniamo al sacco rosso. In molti Comuni è partita la misurazione puntuale. A quando la tariffazione puntuale?

"Ci stiamo lavorando. I Comuni che sono partiti con il sacco rosso sembrano intenzionati a passare poi alla tariffazione puntuale. Stiamo studiando su ipotesi di regolamenti con i calcoli, tenendo presente la normativa di riferimento e le nuove indicazioni di ARERA, da condividere e concordare con i Comuni soci. In ogni caso è sempre bene ricordare che con la tariffa puntuale i sacchi non si peseranno, ma si conteranno. Realisticamente non ci si dovrà aspettare grossi sconti sulle tariffe, anche perché se tutti saranno bravi e raggiungeranno una buona percentuale di differenziazione, tutti ne beneficeranno allo stesso modo. Piuttosto potranno essere rivisti i servizi, come ad esempio le frequenze di raccolta del rifiuto indifferenziato".

 

Silea ha dei modelli a cui ispirarsi? Ci sono delle altre aziende in Italia o in Europa a cui guardate per prendere esempio?

"Inizio col dire che l'Italia è già avanti sulla raccolta differenziata e anche la Provincia di Lecco lo è. È da fuori che vengono a guardare noi. Siamo l'unica azienda in Lombardia che si occupa dell'intero ciclo dei rifiuti e gestiamo un'intera Provincia. Certo siamo piccoli rispetto agli altri operatori nazionali, ma nel nostro piccolo siamo considerati tra le aziende più performanti. Per mettere a fattor comune le migliori pratiche e cercare di sfruttare economie di scala, Silea è tra i soci fondatori di "Green Alliance - Servizi per l'Ambiente in Lombardia", una rete di aziende pubbliche lombarde che si occupa di ambiente.

 

Il territorio vuole sapere quale sarà il futuro dell'inceneritore. Cosa accadrà tra dieci anni?

"Il futuro del termovalorizzatore è abbastanza definito, è quello che hanno deciso i soci. Alla scadenza dell'AIA l'impianto andrà dismesso ed il sito dovrà essere riconvertito. Certo non si convertirà in un parco ma sarà un'area industriale che Silea utilizzerà in base agli sviluppi tecnologici e agli obiettivi che si darà".

 


È la parola "abbastanza" che alimenta però dei dubbi.

"L'ho usata perché il mondo può cambiare in dieci anni, stiamo vivendo già una crisi energetica e i sindaci potranno fare delle valutazioni sulla base di come varierà il contesto. Noi in ogni caso stiamo creando le condizioni per poter scegliere di andare oltre il termovalorizzatore. Ce la stiamo mettendo tutta per sviluppare un'economia circolare e per superare l'idea di ‘azienda dell'inceneritore' ".

 

Guardiamo a domani e non a dopodomani. Con il sacco rosso si punta ad arrivare all'85% della differenziata. Ci saranno meno rifiuti da portare al forno. Verrà alimentato diversamente?

"Nel nostro bilancio di sostenibilità - l'anno scorso abbiamo pubblicato la prima edizione - sono indicate le tipologie di rifiuti trattati, per provenienza geografica e per tipologia. Silea già tratta rifiuti provenienti da altre Province della Lombardia. Tratta anche i rifiuti sanitari che in questi tempi sono aumentati, consentendo di fronteggiare gli effetti della pandemia. Svolgiamo un servizio pubblico essenziale e non ce ne dobbiamo vergognare, visto che lo facciamo nel massimo rispetto di tutte le normative. Continueremo a farlo fino alla scadenza dell'AIA. In generale, a livello nazionale, a tendere gli inceneritori continueranno a servire, sia perché ci sarà sempre una quota di scarto che dovrà essere smaltita, sia perché per legge si ridurrà il numero di discariche ancora presenti in Italia. Se non sarà a Valmadrera, per smaltire i nostri rifiuti residui fra dieci anni pagheremo qualcun altro per farlo. Noi avremo nel frattempo trovato altre linee di sviluppo".

Marco Pessina
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