Verderio: il giudice dispone un'altra perizia sull'incidente costato la vita ad un 33enne
Troppo distanti le posizioni dei due consulenti chiamati a fare piena luce su cause e dinamica dell'incidente stradale che nel settembre 2019 era costato la vita a Luigi Leandro Aloe. Il 33enne di Sotto il Monte stava viaggiando in sella alla sua Ducati quando a Verderio era avvenuto il terribile impatto con una Seat Leon condotta da ragazzo poco più giovane, residente a Cornate d'Adda. L'auto, impegnata in una manovra di svolta verso Via Brugarola dalla strada che collega la provincia monzese a quella lecchese, si era palesata come un vero e proprio ostacolo per il centauro, andato a sbattere violentemente contro la fiancata sinistra del mezzo condotto dal 28enne.
Da subito le sue condizioni erano apparse critiche, tanto da essere trasportato in codice rosso al Mandic di Merate; nonostante l'intervento chirurgico al quale era stato immediatamente sottoposto, la morte per il 33enne era sopraggiunta la sera stessa.
Posizioni più che distanti le loro, già ampiamente illustrate nel corso di una lunga udienza svoltasi nel mese di dicembre e confermate quest'oggi, quando il giudice ha voluto porre loro ulteriori domande a precisazione.
A differire soprattutto la velocità di marcia della motocicletta; se per l'ing.Romaniello il centauro deceduto viaggiava a circa 50 km/h, era ben più elevata a detta del collega, secondo cui fra l'altro, l'automobilista avrebbe reso palese la propria intenzione di svoltare, al contrario di quanto sostenuto dal consulente della Procura secondo il quale la manovra dell'imputato sarebbe stata messa in atto all'improvviso, tanto da cogliere alla sprovvista lo sfortunato motociclista.
Considerazioni espresse nuovamente stamani al cospetto del giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta, che dopo essersi ritirata in camera di consiglio ha disposto una terza perizia per fare luce su questi punti oscuri che allo stato attuale rendono pressochè impossibile giungere ad una valutazione oggettiva sulla dinamica del sinistro.
Per questa ragione l'udienza è stata aggiornata al prossimo 1°marzo quando sarà conferito l'incarico all'ingegner Giulia Cardigno, già chiamata in causa altre volte dal tribunale di Lecco per via della sua elevata esperienza in campo cinematico. Nel frattempo il giudice ha incaricato la Procura di mettere a disposizione tutto il materiale fotografico relativo al sinistro già inserito nel fascicolo, prendendo contatti qualora fosse necessario, con gli operanti di polizia giudiziaria che si erano occupati dei rilievi del sinistro dall'esito mortale.
Da subito le sue condizioni erano apparse critiche, tanto da essere trasportato in codice rosso al Mandic di Merate; nonostante l'intervento chirurgico al quale era stato immediatamente sottoposto, la morte per il 33enne era sopraggiunta la sera stessa.
Dagli accertamenti affidati ai carabinieri della stazione di Casatenovo è stato aperto dalla Procura un fascicolo d'indagine a carico del conducente della Leon, finito poi a giudizio con l'accusa - ancora tutta da dimostrare - di omicidio stradale (secondo l'articolo 589 bis c.p.).
Fondamentali a questo proposito, le risultanze dei consulenti di parte: da un lato l'ingegner Domenico Romaniello incaricato dalla Procura (oggi rappresentata dal vpo Mattia Mascaro) e dall'altro il collega Mauro Mariani, al quale si sono affidati i legati che assistono l'imputato, gli avvocati Alessio Passoni e Fabio Quadri del foro monzese.Posizioni più che distanti le loro, già ampiamente illustrate nel corso di una lunga udienza svoltasi nel mese di dicembre e confermate quest'oggi, quando il giudice ha voluto porre loro ulteriori domande a precisazione.
A differire soprattutto la velocità di marcia della motocicletta; se per l'ing.Romaniello il centauro deceduto viaggiava a circa 50 km/h, era ben più elevata a detta del collega, secondo cui fra l'altro, l'automobilista avrebbe reso palese la propria intenzione di svoltare, al contrario di quanto sostenuto dal consulente della Procura secondo il quale la manovra dell'imputato sarebbe stata messa in atto all'improvviso, tanto da cogliere alla sprovvista lo sfortunato motociclista.
Considerazioni espresse nuovamente stamani al cospetto del giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta, che dopo essersi ritirata in camera di consiglio ha disposto una terza perizia per fare luce su questi punti oscuri che allo stato attuale rendono pressochè impossibile giungere ad una valutazione oggettiva sulla dinamica del sinistro.
Per questa ragione l'udienza è stata aggiornata al prossimo 1°marzo quando sarà conferito l'incarico all'ingegner Giulia Cardigno, già chiamata in causa altre volte dal tribunale di Lecco per via della sua elevata esperienza in campo cinematico. Nel frattempo il giudice ha incaricato la Procura di mettere a disposizione tutto il materiale fotografico relativo al sinistro già inserito nel fascicolo, prendendo contatti qualora fosse necessario, con gli operanti di polizia giudiziaria che si erano occupati dei rilievi del sinistro dall'esito mortale.
G. C.