La Semina: Moni Ovadia ricorda i genocidi della storia. ''Nessuno di noi è innocente''
Anche durante l'incontro di venerdì, l'attore ha accennato ai numerosi genocidi e violenze del Secolo breve, senza escludere quelle perpetrate dal Fascismo. E' necessario, infatti, raggiungere la consapevolezza che "nessuno di noi è innocente" e che non serve cullarsi nel mito dell'autoassoluzione.
Non è certo intenzione di Ovadia sminuire l'importanza del genocidio della popolazione ebraica, ma l'attore ha voluto ribadire la necessità di includere tutti coloro che hanno perso la vita in una simile circostanza. Spesso, infatti, ci si dimentica degli omosessuali, degli oppositori politici, dei tre milioni di Slavi e dei 300mila diversamente abili mandati a morire nei campi di sterminio.
Inoltre, ha ribadito come la verità sia necessaria per arrivare alla riconciliazione. Per quanto riguarda il nostro Paese, ad esempio, per troppo tempo abbiamo negato le stragi dell'esercito italiano durante la Seconda guerra mondiale. "Su tre pilastri si fonda il mondo: sulla verità, sulla giustizia e sulla riconciliazione: quando fai verità, fai giustizia e fai pace" ha spiegato Ovadia.
Infine, l'ospite ha voluto specificare il carattere distintivo dell'antisemitismo, una riflessione sollecitata dallo studioso di ebraismo Stefano Levi della Torre proprio durante il Festival delle Memorie. "I nazisti non consideravano l'ebreo inferiore, ma lo ritenevano un essere luciferino, capace di dominare il mondo attraverso le sue organizzazioni e le sue capacità; ragione per la quale i tedeschi avevano il diritto di difendersi con qualsiasi mezzo, anche con il genocidio. I nazisti non guardavano gli ebrei come si guarda a un essere inferiore da discriminare, ma si consideravano come vittime degli ebrei. Il vittimismo è stato, dunque, il mezzo per innescare l'odio contro gli ebrei".
Non sono mancate dure critiche al governo di Israele, prigioniero dello stesso meccanismo di vittimizzazione, spesso utilizzato nei discorsi di politici sovranisti e dal governo israeliano per giustificare la loro condotta nei confronti dei palestinesi. "Gli ebrei sono stati vittime, ma gli israeliani non lo sono" - ha affermato il drammaturgo che ha chiarito le differenze (e le insidie) dei concetti di antisemitismo e antisionismo.
"Noi non dobbiamo difendere a priori nessuno: la difesa di qualcuno va fatta sulla base di argomenti e non di posizioni di rendita; di scelte ideali e non ideologiche" ha poi concluso.