Merate: la mostra dei disegni e delle poesie dei bambini rinchiusi nel campo di Terezin
A raccontarci i pensieri, le paure, le speranze, i dolori, i sogni sono stati proprio gli stessi bambini che, stimolati da donne e uomini a loro volta rinchiusi, consapevoli della necessità di dare ossigeno e uno spiraglio di luce, nonché di continuare il percorso educativo, li stimolarono a disegnare e scrivere poesie e pensieri.
Nascosti in due valige e sfuggiti alle perquisizioni naziste, disegni e poesie sono andati a comporre una mostra, conservata nel museo di Praga dedicata all'Olocausto, e divenuta in parte itinerante per approdare nelle scuole, tra le associazioni, a convegni e conferenze in tutta Italia, grazie all'associazione Figli della Shoah.
Chiara, Elena e Giacomo
Ad ospitarla in sala civica fino al 20 febbraio, sarà la città di Merate, grazie al patto educativo di comunità siglato tra l'istituto Comprensivo e il collegio Villoresi e realtà associative quali Comitato genitori, FotoLibera, Scuola d'Arte pura e applicata, ProLoco, La Semina.
Inaugurata ufficialmente questa mattina alla presenza dei vertici delle scuole, dei genitori degli assessori Franca Maggioni e Fiorenza Albani, dei diversi sodalizi, l'esposizione è stata illustrata da Elena, Chiara e Giacomo, i primi tre "ciceroni" che si sono offerti per spiegare il lavoro di studio e approfondimento fatto in classe.
Sui pannelli sono stati dunque posti i disegni e le poesie. Bellissimi e terribili al tempo stesso.
Fiori, animali, farfalle, prati, case colorate a rappresentare probabilmente quello che era stato un tempo e che i piccoli ricordavano nel tentativo di potersene riappropriare, volando con la fantasia e il pensiero oltre quell'inferno.
Ma anche reti, filo spinato, buche, nuvole nere, pozze dal colore rosso intenso a ricordare il sangue, la paura, il dolore, l'insicurezza.
E poi poesie che narrano il terrore, l'esistenza sconvolta, l'innocenza rubata, la rassegnazione con qualche aneddoto e sprazzo di normalità che riesce a strappare un timido sorriso.
La mostra è da visitare, assaporandola pannello dopo pannello, con calma e in silenzio. Leggendo le poesie e osservando i disegni. E andando oltre quei fogli, alcuni colorati altri dalle tinte fosche, per capire la barbarie che l'uomo è riuscito a raggiungere.
Orari di apertura dal 12 al 20 febbraio:
da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13
sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17