Merate: la mostra dei disegni e delle poesie dei bambini rinchiusi nel campo di Terezin

4000 disegni e 66 poesie a testimonianza dell'abominio che si consumò a Terezin dove 15mila bambini ebrei furono rinchiusi in questo campo di "transito" prima di finire sterminati, avvelenati o bruciati, ad Auschwitz. Solo un centinaio di piccoli innocenti fu trovato in vita all'arrivo delle truppe sovietiche alle porte di Praga ma non ci volle molto per capire quello che lì si era consumato.

A raccontarci i pensieri, le paure, le speranze, i dolori, i sogni sono stati proprio gli stessi bambini che, stimolati da donne e uomini a loro volta rinchiusi, consapevoli della necessità di dare ossigeno e uno spiraglio di luce, nonché di continuare il percorso educativo, li stimolarono a disegnare e scrivere poesie e pensieri.

Nascosti in due valige e sfuggiti alle perquisizioni naziste, disegni e poesie sono andati a comporre una mostra, conservata nel museo di Praga dedicata all'Olocausto, e divenuta in parte itinerante per approdare nelle scuole, tra le associazioni, a convegni e conferenze in tutta Italia, grazie all'associazione Figli della Shoah.

 

Chiara, Elena e Giacomo

Ad ospitarla in sala civica fino al 20 febbraio, sarà la città di Merate, grazie al patto educativo di comunità siglato tra l'istituto Comprensivo e il collegio Villoresi e realtà associative quali Comitato genitori, FotoLibera, Scuola d'Arte pura e applicata, ProLoco, La Semina.

Inaugurata ufficialmente questa mattina alla presenza dei vertici delle scuole, dei genitori degli assessori Franca Maggioni e Fiorenza Albani, dei diversi sodalizi, l'esposizione è stata illustrata da Elena, Chiara e Giacomo, i primi tre "ciceroni" che si sono offerti per spiegare il lavoro di studio e approfondimento fatto in classe.

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Sui pannelli sono stati dunque posti i disegni e le poesie. Bellissimi e terribili al tempo stesso.

Fiori, animali, farfalle, prati, case colorate a rappresentare probabilmente quello che era stato un tempo e che i piccoli ricordavano nel tentativo di potersene riappropriare, volando con la fantasia e il pensiero oltre quell'inferno.

Ma anche reti, filo spinato, buche, nuvole nere, pozze dal colore rosso intenso a ricordare il sangue, la paura, il dolore, l'insicurezza.

E poi poesie che narrano il terrore, l'esistenza sconvolta, l'innocenza rubata, la rassegnazione con qualche aneddoto e sprazzo di normalità che riesce a strappare un timido sorriso.

La mostra è da visitare, assaporandola pannello dopo pannello, con calma e in silenzio. Leggendo le poesie e osservando i disegni. E andando oltre quei fogli, alcuni colorati altri dalle tinte fosche, per capire la barbarie che l'uomo è riuscito a raggiungere.

 

 

Orari di apertura dal 12 al 20 febbraio:
da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13
sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17

S.V.
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