Retesalute: Motta, occorre un nuovo modello di welfare. Brivio, c’è un ritardo culturale
Chiara Narciso, sindaco di Oggiono
Si è discusso di più, con qualche esitazione, per deliberare il recesso di Oggiono da Retesalute. Non per una contrarietà politica, ma per un aspetto formale. Da Statuto infatti la comunicazione di recesso da parte del Comune era da considerarsi tardiva perché pervenuta dopo il 1° aprile 2021, precisamente è pervenuta al protocollo dell'azienda il 1° luglio successivo. Con queste premesse, la fuoriuscita avrebbe dovuto definirsi con la chiusura del bilancio di esercizio del 2022. L'Assemblea ha unanimemente stabilito di andare in deroga allo Statuto, accogliendo la richiesta di Oggiono, che a questo punto risulta fuori dall'azienda dal 1° gennaio 2022. Un paradosso che sovverte un elementare principio dello spazio-tempo degno di un fantasioso film di fantascienza - mancava proprio questo alla vicenda di Retesalute - dal momento che la retroattività della decisione è difficilmente conciliabile con le votazioni espresse dalla sindaca Chiara Narciso per i punti precedenti all'ordine del giorno. Risulterà agli atti che Oggioni non è più dentro a Retesalute dal gennaio 2022 ma che ha votato all'Assemblea dei soci del febbraio 2022 da membro effettivo. Una stranezza segnalata dalla sindaca di Nibionno Laura Di Terlizzi, che ha voluto assicurarsi pubblicamente che il tutto avesse un senso dal punto di vista logico, prima ancora che giuridico. Il notaio Brini, forse fraintendendo l'intervento, ha sostenuto che, essendo state tutte votazioni all'unanimità, il problema non sussistesse. Dunque, dopo le giustificazioni del primo cittadino Narciso, i soci hanno approvato il recesso di Oggiono.
Stefano Motta, sindaco di Calco
Infine la discussione aperta promossa dal sindaco di Calco Stefano Motta per l'istituzione di un gruppo di lavoro per individuare il modello organizzativo e gestionale più adeguato per erogare i servizi alla persona e alla famiglia. Un organo di servizio che nell'arco di cinque mesi, come orizzonte temporale ritenuto plausibile, possa cogliere le strategie più adatte a Retesalute e al territorio che serve nella consapevolezza che si tratta di "un'azienda e non di un ufficio dei servizi sociali". Nella proposta di Motta il tavolo dovrebbe essere composto da tre esperti del settore, partendo quelli che avevano partecipato al convegno dell'11 dicembre scorso, voluto proprio da Calco; quattro sindaci referenti - e non responsabili, ha voluto sottolineare Motta - per coordinare i lavori e raccordarsi con gli omologhi; la Responsabile dell'Ufficio di Piano (a cui sarà affidato il compito di coordinamento scientifico), il direttore generale di Retesalute. Il sindaco di Merate Massimo Panzeri ha suggerito di integrare l'elenco con il presidente del CdA e ha proposto che i sindaci siano rappresentativi dei territori meratese, casatese e oggionese. Motta ha precisato che il gruppo sarà comunque aperto ad accogliere di volta in volta chiunque fra i sindaci voglia partecipare alle riunioni.
Primo a candidarsi a referente dei sindaci è stato Paolo Brivio di Osnago, che nel farlo ha parlato espressamente di "ritardo culturale" nel Meratese e Casatese nella gestione del welfare e nella costituzione di rapporti con il territorio. "Serve una consapevolezza politica, che non abbiamo, sull'orientamento che il welfare sta assumendo. Serve una riflessione culturale più profonda" ha ribadito il primo cittadino osnaghese, pronto a confrontarsi con Stefano Motta (Calco), Renata Valagussa (vice sindaca di Cernusco Lombardone) ed Ave Pirovano (sindaca di Cremella). Chissà dunque quale sarà l'indirizzo che assumerà il gruppo di lavoro...