Retesalute: la relazione del Dg Bianchini e le tre domande insidiose dell’avv. Colombo

Nell'Assemblea dei soci di Retesalute, svoltasi il 9 febbraio, i Comuni hanno potuto ascoltare la relazione del collegio dei liquidatori, condiviso dalla direzione dell'azienda speciale. È stato infatti il direttore Enrico Bianchini a tracciare il profilo degli aspetti organizzativi su cui si è puntato negli ultimi mesi nell'ottica di una consona ripresa aziendale. Una riflessione, ha puntualizzato Bianchini, che è cominciata con il convegno "Aziende Speciali servizi alla persona - modelli organizzativi lombardi: esperienze a confronto", tenutosi nel dicembre scorso. "L'attuale organigramma prevede il direttore generale e due aree: socio-educativa ed economico-finanziaria" ha dichiarato Bianchini. Una rivisitazione, dunque, che ha comportato l'accorpamento di due aree, con un'unica Responsabile. "La novità approntata è l'inserimento di coordinamenti, con delle figure che possano presidiare in modo più puntuale i vari servizi". È rimasto implicito nell'analisi del direttore che questa riduzione delle posizioni organizzative (e conseguentemente dei relativi compensi) e dall'altro lato l'aumento delle figure di coordinamento, hanno permesso un risparmio dei costi generali. Un accento è stato posto sul personale: "È necessario implementare, formare, nutrire e informare il capitale umano che determina l'azione aziendale".

Il direttore Enrico Bianchini

Bianchini ha fornito un'indicazione sul coinvolgimento dei privati. "Gli Enti del Terzo settore e del privato sociale rappresenteranno in questa programmazione un interlocutore importante sia nei termini dei contenuti programmatori che di fornitura dei servizi" ha sostenuto il direttore generale.

 

Bianchini ha poi analizzato i servizi direttamente gestiti da Retesalute. Non ha nascosto la fuga di assistenti sociali, preoccupati per la situazione debitoria dell'azienda. Al 31 gennaio erano in servizio 9 assistenti sociali inseriti in 13 Comuni con 3 Enti locali privi della figura. "La nuova sfida sarà quella di rispondere ad un'ipotesi di un assistente sociale ogni 4000 abitanti al fine di rafforzare la titolarità pubblica del servizio sociale professionale". L'organizzazione del personale sarà razionalizzata introducendo il concetto di "tutor senior" e integrando una figura amministrativa. Si sta valutando se sia il caso di individuare micro-aree comunali per sopperire alle assenze e riuscendo lo stesso a coprire l'intero territorio gestito da Retesalute. Ciò non toglie che verranno assunte nuove figure.

Anche l'organizzazione dell'assistenza domiciliare sarà riformulata con la creazione di un'équipe multidisciplinare. L'obiettivo è di poter rivolgere il servizio a tutte le famiglie e non solo a quelle con un reddito basso. Forte flessione del personale anche sull'educativa scolastica, in un contesto di crescita progressiva della domanda. Così la direzione si è trovata da una parte a ricevere le lamentele dei Comuni e dall'altro dei cittadini. Non tutto il servizio viene fornito da Retesalute, che per l'AES si appoggia agli educatori del consorzio Consolida. Alcune mancanze, ha accennato Bianchini, dipendevano proprio dalle coop afferenti al consorzio lecchese. "A volte mi sono trovato impossibilitato a chiedere alle cooperative le motivazioni perché ciò avrebbe significato agire con delle penali e poi pregiudicare i rapporti successivi. Questo io lo avrei anche fatto, però..." ha espresso il direttore non nascondendo un certo disappunto. Si sta sperimentando in alcuni contesti ad una "educativa di plesso", superando la logica del rapporto "1 a 1" tra educatore e minore, un progetto che non sacrifica gli aspetti educativi, pedagogici e di inclusione scolastica lavorando a gruppi. Dunque se questo approccio diventasse sistematico si avrà una riduzione del numero di educatori mantenendo alti standard di qualità.

 

Sul fronte della disabilità nuove sfide attenderà il CDD di Merate, con la creazione di un "Polo disabilità" che avrà la funzione di intercettare l'offerta e creare sinergia con il terzo settore grazie alla collaborazione tra l'azienda e l'Ambito.

 

Per evitare gli errori del passato andrà poi ristrutturata l'area economico-finanziaria con l'innesto di nuove competenze per i vari settori lavorativi che riguardano l'azienda, che sarà così più efficiente. È stato specificato ad esempio che rispetto a prima chi seguirà i contratti dovrà essere una figura diversa da chi poi effettuerà i pagamenti delle successive fatture. Nella stessa direzione la scelta di affidare l'incarico di responsabile dell'Ufficio di Piano ad un soggetto esterno, con incarico a tempo determinato della durata di tre anni, lo stesso orizzonte temporale del Piano di Zona. La separazione in Retesalute delle funzioni di Ente erogatore di servizi ed Ente capofila del Piano di Zona dunque passa anche da qui e non solo dalla gestione contabile dei flussi di denaro.

 

Fuori programma un intervento conclusivo di un Bianchini piuttosto emozionato che è suonato come un commiato. Da un lato la soddisfazione per i passi in avanti fatti in questi mesi da Retesalute. Vecchie pratiche sono solo un "lontano ricordo". Trasparenza e onestà nel denunciare chi ha sbagliato, ha detto il DG, "nell'interesse di tutta la gente onesta che vive e lavora nel nostro territorio". Orgoglio di aver coinvolto la dott.ssa Donatella Barberis come Responsabile dell'Ufficio di Piano che ha contribuito a creare un'amministrazione più snella. "Ho appreso dagli organi di stampa che un'amministrazione comunale ritiene fondamentale la nomina di un nuovo direttore. Questa dichiarazione mi fa dire che ho fatto un buon lavoro e quella richiesta è per me motivo di soddisfazione e merito".

il presidente dell'assemblea Massimo Panzeri

L'avv. Alessandra Colombo, componente del collegio dei liquidatori, ha aggiornato sui procedimenti legali in corso. Ha parlato del rinvio a giudizio nei confronti di Anna Ronchi. È stata fornita una consulenza di un difensore circa l'opportunità per Retesalute di costituzione parte civile. Legale che ha presentato la nomina in Procura per l'estrazione degli atti inerenti a questo procedimento che saranno a disposizione in azienda. Sarà il prossimo CdA a decidere se costituirsi parte civile. Ha informato che, a seguito del decreto ingiuntivo mosso da Simona Milani, è stato alla fine corrisposto il pagamento delle competenze di fine rapporto. Per cautela, in quanto a norma di Statuto Milani aveva responsabilità di controllo, ha spiegato Colombo, era stata congelata la somma non sapendo quale sarebbe stata la decisione della Giustizia contabile. Per un errore burocratico-tecnico, l'opposizione legale è stata fatta in maniera erronea ed è dunque stata vana. Anche la proposta di Retesalute di sequestro dei beni è stata respinta ed è stata quindi versata la somma per evitare pignoramenti ai danni dell'azienda speciale.

 

"Vi riconsegniamo l'azienda in una condizione ancora delicata e non ha necessità di altri scossoni. Occorre operare molta vigilanza" ha concluso l'avvocata Colombo, già presidente del CdA pre-messa in liquidazione, passando alle considerazioni personali. "Ve la riaffidiamo e vi chiediamo di vigilarla non solo nei confronti di Retesalute ma anche dei vostri servizi che devono erogare quelle necessità economiche che all'azienda servono". In altri termini, ha esemplificato, bisognerà pagare puntualmente le fatture emesse dall'azienda, diversamente da come era di abitudine per alcuni Comuni. Ritardi che causavano problemi di liquidità. In conclusione ha rivolto tre domande retoriche, che nelle intenzioni dichiarate dalla Colombo non volevano imputare responsabilità politiche, anche se è sembrato molto lo fossero. "Perché Retesalute aveva debiti risalenti risalenti al 2016 con gli Ambiti di Bellano e Lecco?". E ancora: "Perché gli Ambiti di Lecco e Bellano non hanno mai sollecitato i pagamenti?". Infine: "Perché Retesalute e l'Ambito di Merate non producono nell'interesse del nostro territorio il medesimo peso di servizi che gli Ambiti di Bellano e Lecco producono?". Ha quindi esplicitato il sottotesto degli interrogativi che ha lasciato nel gelo la platea di sindaci e vicari: "Queste sono domande perché Retesalute non venga considerata rispetto agli Altri Ambiti la Cenerentola come accade adesso. Il Meratese e il Casatese hanno la necessità di tirare fuori una propria forza produttiva di servizi". Come a far intendere il rischio altrimenti di una lenta e inesorabile fagocitazione del Meratese/Casatese nel Lecchese. "Abbiamo perso tanti treni e tante strade rispetto a fondi regionali e nazionali per offrire più servizi al territorio - ha concluso l'avv. Colombo - Ma serve investire nei servizi sociali di base per individuare i bisogni del proprio territorio".

Marco Pessina
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