Brivio: chiesta la condanna per l'amministratore di condominio

Si appresta a volgere al termine il procedimento penale a carico di un meratese classe 1937 di professione amministratore di condominio. A lui è stata mossa l'accusa di appropriazione indebita per il presunto ammanco di circa 70mila euro, nell'arco temporale dal 2013 al 2017, dalle casse di due condomini di Brivio. La denuncia era stata presentata dall'attuale amministratore dei due complessi, l'avvocato Daniele Tino, al quale i residenti avevano affidato l'incarico dopo che più di una volta era stata staccata loro la luce senza apparente ragione.
Dichiarata dal giudice Giulia Barazzetta chiusa l'istruttoria nel corso dell'udienza odierna, il Vpo Mattia Mascaro - rappresentate la pubblica accusa - ha chiesto per l'imputato la condanna a 2 anni di reclusione e al pagamento di 1000 euro di multa. Anche l'avvocato Tino, per la parte civile, si è espresso per la condanna dell'imputato e per la richiesta di un risarcimento danni, sottolineando che nonostante l'ex amministratore abbia ammesso che a gestire il tutto sarebbe stata la compagna, lui non si sia mai posto il problema di ciò che era chiamato a fare dalla consorte.
Di diverso avviso invece è stata l'avvocato difensore Simona Crippa che, dichiarando al giudice di non aver potuto difendere il suo assistito in modo "consono" in quanto per via della rinuncia del precedente difensore la maggior parte dei termini erano già scaduti, ha chiesto in via principale l'assoluzione dell'ex amministratore. Secondo la tesi dell'avvocato Crippa infatti in primis andrebbe pronunciata sentenza di non doversi procedere sia per carenza di legittimazione attiva in quanto l'avvocato Tino, denunciante per conto dei due stabili, non avrebbe avuto un mandato specifico da parte dell'assemblea condominiale e inoltre per la tardività dell'esercizio dell'azione penale poiché tra l'affidamento dell'incarico quale nuovo amministratore all'avvocato Tino e la presentazione della querela sarebbe passato circa un anno e mezzo a fronte dei 3 mesi previsti per sporgerla. Inoltre per l'avvocato Crippa non solo il suo assistito non gestiva i condomini poiché l'attività era svolta dalla sua compagna, ma inoltre i conti degli ammanchi dei due condomini effettuati dal consulente di parte civile sarebbero errati. Per questi motivi l'avvocato Crippa ha chiesto per il suo assistito il non doversi procedere in via principale, in subordine l'assoluzione per non aver commesso il fatto e in estremo subordine minimo della pena e il riconoscimento delle attenuanti generiche.
La sentenza, dopo eventuali repliche delle parti, sarà pronunciata il prossimo 22 marzo.
B.F.
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